La CEPAL ha annunciato il periodo di minor crescita per l’economia dell’America Latina e dei Caraibi negli ultimi sette decenni
In materia di proiezioni secondo il rapporto, 23 dei 33 paesi dell’America latina e i Caraibi presenteranno la decelerazione della loro crescita durante il 2019.
La regione mostra una decelerazione economica generalizzata e sincronizzata a livello dei paesi e dei settori, completando sei anni consecutivi di bassa crescita, ha segnalato la CEPAL nel suo ultimo rapporto annuale di giovedì 12, reso noto dalla sua sede centrale in Santiago del Cile.
Nel suo Bilancio Preliminare delle Economie dell’America Latina e dei Caraibi 2019, l’organismo delle Nazioni Unite indica che nel 2019 la regione crescerà appena dello 0,1% di media, mentre le proiezioni di crescita per il 2020 si manterranno basse, attorno al 1,3 %.
Come conseguenza il periodo 2014-2020 è quello di minor crescita per le economie dell’America Latina e i Caraibi degli ultimi sette decenni.
In materia di proiezioni, secondo il rapporto, 23 dei 33 paesi dell’America latina e i Caraibi presenteranno la decelerazione della loro crescita durante il 2019, mentre 14 nazioni annoteranno un’espansione del 1% in meno alla fine dell’anno.
In questa forma, il panorama macro economico degli ultimi anni mostra una decelerazione tendenziale dell’attività economica con una diminuzione del Prodotto Interno Lordo Bruto (PLI) pro capite, la caduta degli investimenti, il calo de consumo pro capite, meno esportazioni e un sostenuto deterioramento della qualità del lavoro.
Inoltre si verifica che i PIL pro capite della regione si è contratto del 4,0% tra il 2014 e il 2019. Intanto, la disoccupazione nazionale è aumentata dal 8,0% nel 2018 al 8,2% nel 2019, e questo implica una crescita di un milione di persone giungendo a un nuovo massimo di 25,2 milioni.
Per il prossimo anno 2020 le proiezioni della CEPAL indicano che le nazioni dei Caraibi continueranno ad essere le prime per la crescita regionale, con una media sub regionale del 5,6%.
In accordo con il rapporto, nonostante le difficoltà e i limiti che affrontano attualmente gli spazi di politica, a differenza di epoche precedenti, la maggioranza dei paesi della regione si trova oggi in situazioni d’inflazione a livelli storicamente bassi.
Con riserve internazionali relativamente elevate, in generale le economie mantengono l’accesso ai mercati finanziari internazionali, e i tassi d’interesse internazionale si trovano a livelli ridotti.
Queste condizioni favoriscono la capacità d’implementare politiche macro economiche tendenti a rovesciare l’attuale scenario di scarsa crescita.