Mauricio Claver-Carone è andato via precipitoso e furioso da Buenos Aires. Quello che aveva visto era troppo per la sua prepotenza imperiale. Era arrivato alla capitale argentina dirigendo la delegazione ufficiale degli Stati Uniti alla presa di possesso di Alberto Fernandez e Cristina Fernandez. Ma ha sofferto un attacco di bruciore allo stomaco al sapere della presenza del vicepresidente del governo venezuelano Jorge Rodriguez e dell’ex presidente ecuadoriano Rafael Correa.
Il direttore dei temi dell’Emisfero Occidentale nel Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti non ha potuto sopportare nemmeno fino al momento della cerimonia presidenziale ed ha inoltre cancellato la sua riunione col Presidente Fernandez e con il suo ministro di Relazioni Estere.
“Sfortunatamente, dovuto ad alcuni inviti ed ad alcune sorprese che abbiamo ricevuto arrivando, ho deciso di non andare e vado via presto. Non parteciperò alle riunioni di lavoro che avevo programmate per domani”, ha detto a Clarin il funzionario yankee, prima della sua partenza intempestiva.
Carone ha segnalato che ha trasmesso il suo dispiacere ed il suo messaggio e quello di Trump al nuovo segretario dei Temi Strategici dell’Argentina, Gustavo Beliz.
Il rappresentante dell’Imperatore non poteva ammettere simili sfide al suo potere. Era già di per sé abbastanza il percorrere migliaia di chilometri per rendere onori ad un binomio presidenziale che ha sconfitto chiaramente il delfino di Washington nella lite elettorale.
Benché non l’abbia detto pubblicamente -sarebbe stato umiliante-, il tale Carone deve avere considerato un pugno in faccia, la presenza di successo e molto seguita del Presidente cubano Miguel Diaz-Canel e l’evocazione frequente dello storico viaggio di Fidel in Argentina nell’anno 2003.
Carone, di origine cubana, è uno dei furibondi macchinatori della raffica di misure anti-cubane promosse dal 2017 per l’amministrazione Trump. Il suo odio viscerale contro la Rivoluzione Cubana l’ha versato con accanimento contro il nostro popolo.
“…Abbiamo le migliori intenzioni di avere una relazione produttiva per aiutare Argentina a progredire ed affinché lui abbia successo (cioè il presidente Fernandez). Tuttavia, queste distrazioni non portano nessun beneficio all’Argentina”, ha dichiarato il funzionario imperiale, tra il contrariato ed il minacciante. “Jorge Rodriguez e Maduro non portano nessun beneficio all’Argentina. Evo Morales non porta nessun beneficio all’Argentina. Rafael Correa non porta nessun beneficio all’Argentina. Al contrario. Tolgono beneficio all’Argentina, e sfuocano quello che deve essere la priorità dell’Argentina, che è il benessere del popolo, e mi chiedo come possono lavorare bilateralmente con noi e con altri alleati”.
Carone, che è stato rappresentante statunitense nel vilipeso Fondo Monetario Internazionale, aveva offerto i suoi favori per propiziare la relazione di Alberto Fernandez con l’organismo finanziario. “Ma credo che debba sapere (sempre Fernandez) che, o ci mettiamo a fuoco nella relazione bilaterale, per aiutare i due paesi a prosperare, a promuovere la democrazia, i diritti umani e la crescita economica, o permettiamo che tutti questi dittatori di seconda e terza categoria continuino a minacciare ed a sequestrare l’emisfero e la politica dell’emisfero”, ha ammonito.
Per la Washington di Trump non è tempo di cerimonie. O si sta con lui o si sta contro di lui. Claver-Carone è un buon riflesso dei vigneti dell’ira che imperano nelle proprietà dell’impero. Dicono che ieri mattina l’hanno visto col viso rosso ed i denti stretti quando è atterrato in Argentina l’aeroplano che trasportava Evo Morales, ricevuto come rifugiato politico in questo paese. Ci sono governi genuflessi nella regione, eccome se ci sono!, ma rimane anche dignità ed una buona saggezza per questi lari.
di Randy Alonso Falcon
da Cubadebate traduzione di Ida Garberi