Si approvarono gli Statuti e la Politica di formazione, selezione, ubicazione, promozione e specializzazione dei quadri e, nell’ordinamento del paese, si approvarono la nuova divisione Politico Amministrativa, gli organi del Potere Popolare e la Piattaforma Programmatica. Fidel sottolineò anche l’importante ruolo della politica estera di Cuba, basata nella fermezza dei principi e la subordinazione delle posizioni cubane alle necessità internazionali della lotta per il socialismo.
Pedro Rioseco
Sono passati 44 anni e sembra sia stato ieri.
Il teatro Karl Marx ristrutturato sembrava brillare con quella moltitudine di donne e uomini sorridenti, perché in pochi minuti sarebbe cominciato il Primo Congresso del Partito Comunista di Cuba.
Già seduti tutti i delegati e gli invitati, l’attesa era piena d’emozione, e una molla fece alzare tutti in piedi e nel mezzo di un applauso scrosciante, quando entrarono i dirigenti storici della Rivoluzione con Fidel Castro al fronte, accompagnati da personalità di vari paesi.
Cominciava così la mattina del 17 dicembre del 1975, il più grande evento dei comunisti cubani che a 16 anni dal trionfo delle armi ribelli sulla dittatura di Fulgencio Batista, e a dieci dalla costituzione del suo primo Comitato Centrale, significava un passo trascendentale nell’istituzionalizzazione della Rivoluzione e della sua forza motrice incaricata di dirigerla, come stabilì per il Partito nel 1976 la prima Costituzione approvata in un referendum nazionale.
Molte emozioni scossero i 5000 delegati e invitati sino alla chiusura, il 22 dicembre, con una manifestazione di massa in Piazza della Rivoluzione, anche se forse una delle più grandi fu quando Fidel diede la notizia della morte in combattimento come internazionalista in Angola, del comandante Raúl Díaz Argüelles. Alcuni giorni prima, l’11 dicembre, in difesa del fraterno paese africano invaso dalle truppe sudafricane e in appoggio al Movimento per la Liberazione dell’Angola – MPLA – e al suo popolo, era morto Díaz Argüelles.
La lunga relazione centrale letta da Fidel senza che si perdesse da parte dei delegati nemmeno un minuti di concentrazione, iniziò con l’analisi storica della Rivoluzione come continuità delle prime lotte per l’indipendenza, e continuò con la rassegna dello sviluppo economico ottenuto in diversi rami.
Non poteva mancare in quel Congresso l’analisi degli errori commessi in quegli anni, la proiezione del Sistema di Direzione dell’Economia, la rotta prevista per il futuro nei piani quinquennali, e si discusse ampiamente dello sviluppo sociale, educazione, cultura, sport, investigazione scientifica, attenzione all’ infanzia, sicurezza sociale, politica del lavoro e del Sistema Giudiziario.
Fidel spiegò la trascendenza nell’ordine politico, istituzionale e giuridico della prossima Costituzione della Repubblica come la base di un esercizio superiore della legalità socialista, e segnalò il ruolo nel processo delle organizzazioni di massa e sociali, delle Forze Armate Rivoluzionarie, del Ministero degli Interni, dell’Unione dei Giovani Comunisti e del Partito.
In quanto al funzionamento del Partito, si approvarono gli Statuti e la Politica di formazione, selezione, ubicazione, promozione e specializzazione dei quadri e nell’ordinamento del paese, si approvarono la nuova divisione Politico Amministrativa, gli organi del Potere Popolare e la Piattaforma Programmatica.
Fidel sottolineò anche l’importante ruolo della política estera di Cuba, basata nella fermezza dei principi e la subordinazione delle posizioni cubane alle necessità internazionali della lotta per il socialismo e la liberazione nazionale dei popoli e, chiamò all’unità delle forze progressiste.
Al termine di quei sei giorni, il sentimento condiviso di noi che abbiamo avuto il privilegio d stare è che siamo cresciuti come rivoluzionari e quello che ci corrispondeva per il resto della nostra vita era rendere una realtà le parole e lo spirito do quanto accordato in quello storico e indimenticabile Primo Congresso.