Miguel Díaz-Canel Bermúdez lo ha detto intervenendo nella Commissione di Industria, Costruzioni e Energia, che ha posto uno speciale interesse al compimento delle misure adottate nel paese per affrontare la complessa situazione energetica derivata dalla persecuzione degli USA.
«Di fronte alla crisi del combustibile, le risposta migliore l’ha offerta il popolo con solidarietà e comprensione, cercando e apportando soluzioni.
La gente è cresciuta ma dobbiamo continuare a seminare coscienza, perché così si agisce con responsabilità», ha assicurato ieri, martedì 17, il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, intervenendo nella sessione di lavoro della Commissione dell’Industria, Costruzioni e d’Energia.
Il mandatario si è riferito all’impatto, in questo contesto, dell’indurimento del blocco economico e dell’atteggiamento sempre più aggressivo del Governo USA che, tra le altre misure, ha tentato d’impedire che il combustibile arrivi a Cuba.
Il Presidente della Repubblica ha reiterato tre concetti che devono avere il primo posto: il lavoro ideologico, che anche se guidato dal Partito è patrimonio di tutti; la responsabilità dei quadri non è realizzare compiti, ma dirigere processi – ossia analizzare , implementare, proporre, retro alimentare – e le misure di risparmio implementate in questa tappa vanno mantenute.
«Risparmiare, essere efficienti, ha insistito, dà sempre un guadagno».
Díaz-Canel Bermúdez ha anche criticato determinate mancanze che non hanno nulla a che vedere con il blocco, ma con condotte inadeguate, come lo spreco e il furto di combustibile, citando solo due esempi.
Gli orientamenti erano chiari: cercare i punti d’efficienza in tutti i processi, controllare meglio il combustibile con gli strumenti creati per questo, ottimizzare i trasporti dei carichi, usare di più il cabotaggio, perfezionare gli investimenti relazionati alle fonti rinnovabili d’energia e sfruttare di più le possibilità di lavoro a distanza.
In accordo con i Capo di Stato «chi spreca non pensa a Cuba.
E con questo dibattito pubblico, dobbiamo giungere nelle comunità e anche alle case… Se continuiamo come paese, continueremo a vincere».
IL COMBUSTIBILE NELLA MIRA
I deputati della Commissione di Industria, Costruzioni e di Energia hanno prestato un particolare interesse al compimento delle misure prese nella nazione per affrontare la situazione energetica, in una sessione che ha contato con la presenza dei vicepresidenti del Consiglio dei Ministri, il Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez, membro del Burò Politico, e Inés María Chapman Waugh.
Elaine Moreno Carnet, direttrice generale dell’Ufficio Nazionale per il Controllo dell’Uso Razionale dell’Energia, ha parlato delle misure implementate per il controllo dell’energia elettrica ed ha informato che nelle 48.873 ispezioni realizzate sono state scoperte 22.666 irregolarità ubicate in 14.061 servizi.
A proposito delle azioni per affrontare il furto di combustibile, ha riferito che sino ad ottobre ne sono state realizzate 8231, con 208 irregolarità, e un’importante danno economico.
Ugualmente ha sottolineato il lavoro sviluppato con l’Organizzazione dei Pionieri José Martí, i Comitati di Difesa della Rivoluzione, la Federazione delle Donne Cubane, e con i consigli popolari per fomentare una cultura di risparmio.
Moreno Carnet, ha sostenuto che come risultato delle misure di risparmio implementate si è riusciti a diminuire il consumo negli orari di punta, di notte e di giorno, e si è mantenuta la tendenza all’incremento delle vendite di combustibile ai privati ai distributori.
Nonostante tutto dobbiamo intensificare le azioni che promuovono l’uso razionale de energia, soprattutto nel settore residenziale, ma persiste sempre una mancanza d’attenzione da parte delle amministrazioni.
Poi i deputati hanno esposto le iniziative locali intraprese per superare i deficit di combustibile ed hanno coinciso sulla necessità di continuare a produrre e soprattutto sull’importanza di mantenere le misure di risparmio adottate.
Eliminare gli anelli delle catene dei debiti
19.12 – Per l’importanza d’approfondire il tema dei debiti nel Commercio, la Gastronomia e i Servizi che oltre a danneggiare l’efficienza del sistema delle imprese cubano, e il Bilancio dello Stato, divengono un fattore che genera reati.
Le Commissioni dei Temi Economici e d’Attenzione ai servizi hanno realizzato insieme una fiscalizzazione a questo tema come parte dei lavori precedenti il IV Periodo Ordinario de sessioni della IX Legislatura.
Erano presenti all’analisi i membri del Burò Politico Esteban Lazo Hernández, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare; Ulises Guilarte de Nacimiento, segretario generale della Centrale dei Lavoratori di Cuba.
Hanno partecipato anche Ricardo Cabrisas Ruiz, vicepresidente del Consiglio dei Ministri; Beatriz Johnson Urrutia, vicepresidente del Consiglio di Stato e dei Ministri; Jorge Luis Tapia Fonseca, vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba e Gladys Bejerano Portela, Controllore Generale della Repubblica.
In varie opportunità il Governo ha esaminato le cause che generano le catene dei debiti che hanno origine nel commercio al minuto.
Il Ministero di Finanze e Prezzi (MFP) ha condotto con il Ministero del Commercio Interno (Mincin), un lavoro incamminato ad approfondire le vere cause che generano un fenomeno che incide sui risultati e l’immagine di un settore chiave per la soddisfazione delle necessità della popolazione, sull’equilibrio finanziario interno, generatore d’importanti risorse finanziarie per il Bilancio dello Stato
I due ministeri hanno proposto un gruppo di misure di carattere finanziario che una volta approvate si applicheranno nelle imprese che concludano le azioni indicate organizzative e di controllo.
È previsto anche sottomettere all’approvazione del livello superiore misure che permettano di fare ordine nelle operazioni commerciali e finanziarie tra il sistema del commercio all’ingrosso e del commercio al minuto.
In accordo con la relazione presentata dai deputati alla fine di settembre del 2019, i conti e gli effetti da incassare del settore del commercio, la gastronomia e i servizi, includono i litigi e i processi giudiziari.
Il personale scarso nelle aree contabili provoca ritardi nei processi, nel flusso delle informazioni tra le unità, e danneggia la qualità delle informazioni, aspetto segnalato con forza a L’ Avana a cui si aggiunge il basso livello tecnico degli specialisti e dei dirigenti.
La vendita di debiti ha permesso di rompere le catene dei mancati pagamenti ma non costituisce la soluzione definitiva, dato che le imprese al minuto si capitalizzano solo temporaneamente e si generano obblighi a medio termine di queste con il Banco, e spese finanziarie delle imprese implicate.
Ugualmente è stato riconosciuto il lento processo d’installazione dei terminali dei punti di vendita (POS) e la bassa efficacia di quelli installati nell’interesse di minimizzare l’uso del denaro contante nel commercio. Si è saputo che sino ad oggi ne sono stati installati 325 nel 77% dei negozi di vendita di materiali per la costruzione, ma senza dubbio si riportano attrezzature installate senza uso.
Desideriamo costruire più case, realizziamo questo sogno
«La Politica della Casa ha compiuto un anno dalla sua implementazione con risultati palpabili grazie allo sforzo realizzato da ogni territorio del paese e questo dimostra che nel 2020 potremo fare d più e meglio», ha assicurato il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, durante la seconda giornata di lavoro in commissioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare.
Anche se le lacune da superare sono molte, i successi hanno avuto un doppio merito, essendo il 2019 un anno atipico.
Abbiamo avuto grandi tensioni perchè la produzione del cemento è stata danneggiata da problemi tecnologici e l’assenza di combustibile ha impedito il trasferimento dalle fabbriche ai punti di vendita.
Ci sono state anche difficoltà per acquistare tutto l’acciaio che si necessitava per il piano, tra i diversi contrattempi», ha risaltato Díaz-Canel.
Però, grazie all’implementazione della Politica –che si applicherà per un periodo di dieci anni – stiamo eliminando con un ritmo maggiore il deficit della casa nell’Isola, il principale problema sociale accumulato che Cuba affronta, ha aggiunto.
«Il programma mostra passi avanti, ha detto ancora, e se possiamo realizzare il piano in un anno tanto complesso come questo, potremo fare di più negli anni a venire .Quando ci sensibilizziamo con il problema, quando giungiamo a tutti i fattori comunitari, si soluziona tutto».
Il Presidente della Repubblica ha riconosciuto che il Piano deve essere concepito «secondo le necessità e le priorità di ogni territorio, perchè al contrario non risolveremo mai i problemi. Dobbiamo essere realisti: la situazione della casa non la potremo risolvere in un anno».
« Ma se facciamo le cose con più qualità e costruiamo case forti saremo meno vulnerabili di fronte ai danni del clima, un aspetto che in cui Cuba sarà sempre vulnerabile.
Se il fondo abitativo migliora saremo più preparati per resistere alla furia dei cicloni.
Ci saranno più crolli parziali e meno crolli totali, perché le case saranno più resistenti» ha commentato
COSA È STATO FATTO E COSA RESTA DA FARE?
L’ insoddisfazione popolare si concentra soprattutto nell’iter delle documentazioni delle case, ha spiegato il mandatario. È un iter molto laborioso e la gente denuncia reiteratamente casi di corruzione.
«Non possiamo permettere che un Programma come questo si blocchi per l’atteggiamento corrotto di alcuni funzionari. I soli beneficati devono essere coloro che si trovano nel piano.
«Non possiamo ammettere alcun tipo di condotta nociva. Non può essere che dovunque si fa una documentazione ci siano persone che approfittano della loro posizione nel sistema della Casa. Non è ammissibile. Inoltre persistono inquietudini sulla qualità delle opere», ha aggiunto Díaz-Canel.
«Siamo nemici della negligenza. prima di riabilitare o costruire una nuova casa va considerata prima di tutto la sua tipologia e poi si deve assicurare che non manchino la bellezza e il confort… la cosa più importante oltre alla durata è che quello che facciamo cambi la vita dei necessitati e che migliori a sua volta l’ambiente urbano.
Anche se abbiamo fatto passi avanti nella costruzione di cellule di base per abitazioni con ritardo,«resta pendente un numero importante di queste senza chiari motivi», ha deplorato.
«È urgente realizzare una revisione immediata per risolvere questa situazione, il prossimo anno, nel minor tempo possibile. Queste possono essere una soluzione più degna e permanente per le famiglie danneggiate da fenomeni del clima», ha spiegato.
Durante il suo intervento il Capo di Stato ha risaltato l’impulso che ha avuto nel 2019 il lavoro per sforzo proprio nella rianimazione del settore della Casa in Cuba.
«Ma questa è una cosa che dobbiamo seguire stimolando (…). Dobbiamo avere coscienza che la soluzione al problema della casa non può ricadere completamente sullo Stato. La riparazione dev’essere tra tutti, dalle comunità».
«Anche se nel 2019 abbiamo lavorato più di quanto si era previsto nel piano di recupero delle case, nel 2020 facciamo di più con più confort, resistenza e solidità», ha risaltato dopo aver chiamato a stimolare ancora di più l’eliminazione dei pavimenti di terra.
«Non possiamo nemmeno restare indietro nell’eliminazione dei “solares” (detti formicai), un tema che è restato indietro in questo primo anni di implementazione della Politica della Casa.
«È un tema difficile e duro Ci sono ancora 9000 casi pendenti e a questo ritmo tarderemo almeno cinque anni per dare una soluzione», ha commentato il Presidente della Repubblica.
«È un tema pendente anche la ristrutturazione degli edifici. Dobbiamo lavorare in modo differente da come abbiamo fatto sino adesso e dobbiamo appoggiarci alla partecipazione popolare», ha detto.
«Va considerato che il clima di Cuba è umido e le sue città e gli abitanti sulle coste soffrono molto per la salinità, e quindi sciupiamo tempo e risorse in vernici che durano poco tempo sule facciate delle case e degli edifici. Necessitiamo soluzioni costruttive pensate nel disegno, che permettano d’abbellire le comunità, come l’uso di pietre jaimanitas e mattoni a vista», ha aggiunto.
«Aspiriamo a costruire più case e anche più di quelle che necessitiamo oggi. Realizziamo questo sogno», ha concluso.
Il popolo cubano è il vero protagonista della nostra politica estera
Il ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla, al termine della riunione ordinaria della Commissione Permanente di Lavoro delle Relazioni Internazionali dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, ha sostenuto che non ci sono dubbi che il protagonista della politica estera della Rivoluzione è il popolo cubano.
In attesa del 60º anniversario della fondazione del Ministero delle Relazioni Estere (MINREX) il prossimo 23 dicembre, il Cancelliere cubano ha aggiunto che: « Il nostro popolo è uno dei più informati del pianeta sui temi internazionali.
Il MINREX è quello di Girón, dove lavoravano i compagni della Colonna 1 – diretta da Fidel- e di altre forze rivoluzionarie. Quello della Crisi d’ottobre, quello del raccolto di canne da zucchero, della mobilitazione popolare, delle grandi battaglie delle masse per il ritorno di Elián e dei Cinque Eroi.
«È il MINREX della lotta contro il debito estero e contro il terrorismo, dell’epopea del nostro popolo nel sud dell’Africa, per l’indipendenza dell’Angola e la Namibia , è quello che accompagna il personale medico cubano nei luoghi remoti, difficili e a volte rischiosi, dove realizzano una prodezza costante.
Cosa sarebbe della politica estera se qualcuno la volesse ridurre a una nota diplomatica? Il popolo cubano è il vero protagonista della nostra diplomazia».
Gli impegni nel contesto attuale
Alle porte di un nuovo anniversario del trionfo della Rivoluzione, in un complesso scenario internazionale, Rodríguez Parrilla ha indicato che in epoche difficili, Cuba ha sempre dimostrato la sua indipendenza , la capacità di resistenza e di vittoria.
«Il mondo riconosce il ruolo della Rivoluzione Cubana in materia di fermezza, di rispetto dei principi e della sua attitudine epica a tale punto che gli Stati Uniti sono obbligati in questo contesto a dare la colpa di tutti i mali a Cuba e al Venezuela.
«Oggi il mondo avanza inevitabilmente verso un sistema di relazioni internazionali più multilaterale, di fronte al tentativo degli USA di imporre un ordine unilaterale di supremazia che la storia ha già fatto uscire dal gioco.
Nessuno può minimizzare la forza dei popoli, nè l’importanza di quello che è accaduto in America Latina e nei Caraibi negli ultimi decenni
Non si tratta di sottovalutare la forza dell’imperialismo statunitense, ma invece di considerare la forma della denuncia della verità e dell’esempio. Vediamo nelle strade di quella che José Martí chiamò Nuestra America, la protesta sociale, la ribellione dei popoli che ha rotto la vetrina del neoliberalismo nella regione e nel mondo. Nella congiuntura internazionale complessa c’è una tendenza progressista irreversibile, in cui la Rivoluzione Cubana continuerà ad avere un peso al di fuori della nostra Isola».
Lo scorso 17 dicembre sono stati commemorati cinque anni dal ristabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti e del ritorno in Patria dei Cinque Eroi. A proposito dello stato attuale delle relazioni bilaterali, ha considerato che quel giorno iniziava un lungo cammino pavimentato da molte difficoltà verso la normalità delle relazioni tra i due governi, nonostante le enormi e profonde differenze tra l’imperialismo statunitense e la Rivoluzione cubana, che sono inconciliabili.
«Noi continuiamo a pensare oggi che i due governi possono convivere nonostante le differenze.
Senza dubbi il blocco non è mai stato eliminato e l’elemento al centro delle relazioni tra Cuba e gli USA è determinato dall’applicazione brutale di un blocco genocida del sistema di sanzioni più lungo e più integrale nella storia contro qualsiasi popolo.
Oggi s’indurisce fortemente il blocco, si applicano misure non convenzionali contro i nostri fornitori di combustibile e si ritorna ai tempi di una crociata contro la cooperazione medica cubana in diversi luoghi. Azione infame per cercare di privare decine di milioni di persone dei servizi medici.
Comunque anche in queste circostanze di maggior confronto non speriamo in questo momento una rottura dei vincoli con gli Stati Uniti. Ma è chiaro che così come non ci intimorisce nessuna minaccia di nessuna natura, non ammetteremo nemmeno ricatti sul piano diplomatico», ha concluso il Ministero.