Forze della polizia e militari appostati all’entrata dell’ambasciata del Messico a La Paz hanno aggredito il console e l’incaricata d’affari dell’ambasciata di Spagna accreditati in Bolivia.
I funzionari diplomatici spagnoli sono stati intercettati all’entrata dell’ambasciata messicana e si è saputo attraverso la denuncia realizzata nelle reti sociali dall’ambasciatrice messicana, Maria Teresa Mercado.
“Sono con l’incaricata d’affari e console della Spagna nell’ambasciata, hanno fermato la loro macchina con targa diplomatica, oltre ad averli aggrediti”, ha scritto Mercado nel suo account di Twitter.
Però, minuti dopo avere pubblicato il messaggio l’ha cancellato; nello stesso la diplomatica affermava che questo atto è una violazione alla Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche.
Alcuni mezzi hanno diffuso senza conferma che “uomini incappucciati hanno cercato di entrare all’ambasciata del Messico a La Paz”, e più tardi ha fatto dichiarazioni su questo incidente violento il comandante dipartimentale della Polizia di La Paz, Julio Cordero, ad ATB Digital.
Cordero ha detto che gli incappucciati erano in realtà agenti che proteggevano l’incaricata d’affari della Spagna in Bolivia, che alla fine è riuscita ad entrare nell’ambasciata messicana.
I diplomatici spagnoli rimangono protetti dentro la residenza messicana.
Dal 23 novembre, Messico ha denunciato un incremento nel numero di elementi di sicurezza e di intelligenza della Bolivia fuori dalla sede diplomatica e dalla residenza ufficiale dell’ambasciatrice del Messico in questo paese.
Nelle sedi diplomatiche si trovano nove ex funzionari che dal 10 novembre scorso, dopo il golpe di stato contro Evo Morales, hanno chiesto asilo al Messico, ed aspettano tuttora per i salvacondotti per uscire dal paese.
da Prensa Latina traduzione di Ida Garberi
Biasimato l’assedio all’Ambasciata messicana
31.12.2019 – Il Presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha condannato l’eccessivo Operativo di sicurezza di fronte all’ambasciata del Messico a La Paz, Bolivia, custodita le 24 ore da più di 90 effettivi della polizia e dove por volano droni per fotografare l’interno del recinto.
Nel suo account di Twitter il mandatario ha scritto: «L’operativo della polizia attorno all’ambasciata messicana della Bolivia è al disopra di ogni proporzione. Condanniamo l’aggressione all’ambascita messicana».
In un comunicato stampa, il Partito del Lavoro del Messico ha condannato categoricamente le aggresaioni e gli insulti del governo di fatto boliviano contro il presidente Andrés Manuel López Obrador ed ha biasimato la rottura dell’ordine istituzionale in Bolivia, condannata anche dal Governo messicano.
Il testo, firmato dal coordinatore nazionale del Partito del Lavoro, Alberto Anaya Gutiérrez, segnala: «Il nostro appoggio totale al presidente López Obrador. Gli insulti e le aggressioni contro un capo di Stato sono inammissibili, irresponsabili e mancano di ogni maturità diplomatica», e aggiunge: «È lamentevole che la destra del Messico sostenga, si burli e faccia eco agli insulti contro il Capo di Stato messicano, è indignante e meschino».
L’ambasciatrisce messicana, María Teresa Mercado, ha pubblicato in un tuit: «Sono con l’incaricata degli affari e con il console della Spagna nella mia residenza. Hanno fermato la loro automobile con targa diplomatica, oltre ad averli aggrediti».I diplomatici spagnoli sono rimasti custoditi nella sua residenza.
La Premio Nobel della Pace del 1992, la guatemalteca Rigoberta Menchú, in Twitter ha condannato l’assedio ai diplomatici messicani e ha convocato la rappresentazione dell’Unione Europea a La Paz perché insista e fermi senza condizioni questa e altre flagranti violazioni alle norme, ai trattati e alle convenzioni del Diritto Internazionale.
Pochi giorni fa il Messico ha denunciato un incremento nel numero di poliziotti e militari che custodiscono la sua Ambasciata in Bolivia e nella residenza dell’ambasciata.
Rimangono lì dal 11 novembre nove ex funzionari e dirigenti del Partito Movimento al Socialismo, che aspettano i salvacondotti per viaggiare dopo il colpo di Stato che ha obbligato a Evo Morales a rinunciare alla Presidenza della Bolivia.
Le autorità messicane hanno informato che i militari vigilano la sede diplomatica, conoscono le attività all’interno del recinto e perseguitano le automobili che entrano o escono dall’immobile.