Un anno duro e bello è rimasto indietro; un anno pieno di sfide ci sta davanti. Nel transito da uno all’altro, nelle giornate di resistenza e vittoria di ieri, oggi e domani, insieme a noi l’immagine, l’esempio e l’opera di José Martí si prodigano e stimolano.
Nei 61 anni trascorsi dalla vittoria di gennaio ad oggi ed anche prima, da quando Fidel nel suo fondamentale allegato del processo della Moncada quando proclamò che l’ Apostolo era l’autore intellettuale delle gesta, Martí è sempre stato il maggio riferimento, la guida imprescindibile.
Per quanto che i nemici e i senza patria hanno cercato di togliere la natura dei contenuti dei suoi precisi messaggi a favore della piena sovranità e dell’equilibrio de mondo, della giustizia sociale e della difesa della dignità umana, Martí si è sollevato sempre.
Come lo fa adesso, che l’assedio imperiale si stringe e i milioni di David che forgiano l’unità del nostro popolo si dispongono non solo a non lasciarsi vincere, ma a trasformare i sogni in realtà nonostante le aggressioni di questo Golia che tenta infruttuosamente d’imporre i suoi dictat all’Isola e al continente.
Siamo i David che capiscono la profondità del simbolo dell’identità che ci ha lasciato il Maestro con il suo legato: «Io non so che mistero di tenerezza ha questa dolcissima parola, né che sapore così puro quello della stessa parola dell’uomo che è già tanto bella, che se si pronuncia come si deve sembra che l’aria è come un nembo dorato ed è trono o cima di montagna la natura! Si dice Cubano e una dolcezza come una soave fraternità si sparge nelle nostre viscere».
Siamo la gente risoluta che con lui abbiamo lottato e fondato a petto nudo: «La vita dev’essere quotidiana, movibile, utile; e il primo dovere di un uomo di questi giorni è essere un uomo del proprio tempo ».
Martiani, fidelisti, instancabili e testardi firmiamo con la nostra voce e le nostre azioni queste parole del Presidente Miguel Díaz-Canel nelle prime dichiarazioni del 2020: «Noi cubani siamo vincitori dell’impossibile. Ed è un buon momento per proporci un altro anno d’eccezionalità positiva»