Sessioni solenni delle assemblee provinciali del Potere Popolare

Sabato 11 si sono riunite in tutto il paese con carattere solenne le assemblee provinciali del Potere Popolare nella loro possibile ultima sessione, come risultato delle trasformazioni nello Stato cubano che cedono il passo alle nuove forme di governi locali, più efficienti a livello provinciale e più rilevanti nel municipale.

I delegati provinciali hanno analizzato il lavoro di quattro decenni, dopo i quali lasciano uno fonte inestimabile di esperienze per il lavoro delle nuove istanze.

I loro servizi prestati li rendono meritevoli del riconoscimento del popolo e del Partito, ragione per cui in queste sessione è stato reso un giusto omaggio alla loro dedizione al lavoro del Potere Popolare.

Le assemblee provinciali erano sorte come parte del processo d’ istituzionalizzazione del paese che terminò con la costituzione nel dicembre del 1976 dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, quando si trasferirono a questa le funzioni costituenti e legislative che aveva esercitato il Consiglio dei Ministri durante 18 anni, periodo nel quale erano avvenute, come segnalò Fidel, «le più radicali e profonde trasformazioni politiche e sociali nella vita della nostra Patria».

Una nuova divisione politico-amministrativa, che cambiava l’esistente da quasi un secolo e dava il passo a province più piccole, a municipi più grandi e alla soppressione delle regioni, con cui guadagnavano i municipi, le province e la nazione.

Le esperienze del Potere Popolare ottenute durante due anni a Matanzas ebbero nel Generale d’Esercito Raúl Castro un ispiratore esigente nel compimento degli accordi del Primo Congresso del Partito al rispetto.

La continuità rivoluzionaria plasmata in quei cambiamenti, fu circondata da un grande simbolismo patriottico, perché le assemblee provinciali del Potere Popolare furono costituite nel 1976 con cerimonie solenni che si svolsero simultaneamente in scenari molto significativi della nostra storia, come La Demajagua, Jimaguayú, Mal Tiempo, Girón, Cacahual e Mangos de Roque.

La data scelta quella volta fu il 7 novembre, giorno che evocava il carattere internazionalista e antimperialista dei combattenti cubani, rendendo omaggio anche alla prima Rivoluzione degli operai e dei contadini de modo nel 1917, guidata da Lenin.

La democrazia socialista si approfondiva senza fermarsi in Cuba, in un anno nel qual eravamo vittime del terrorismo del Governo degli Stati Uniti; e furono anche i giorni eroici in cui i combattenti cubani lottavano per assicurare l’indipendenza dell’Angola e per liberare il cammino verso la fine del Apartheid nel sud dell’Africa.

Fidel, in quell’opportunità disse a La Demajagua, che le province non sparivano ma che si moltiplicavano. Possiamo parafrasare le sue parole, segnalando oggi che il potere popolare in questi territori non scompare ma si trasforma per un impegno migliore.

«Lavorate con entusiasmo, dedicate il massimo sforzo alle vostre responsabilità!», chiese il Comandante in  Capo ai nuovi delegati; precisamente, per aver  compiuto quella missione sono stati omaggiati quelli che hanno terminato e quelli che continueranno come membri dei nuovi Governi Provinciali.

Lo scenario, dopo la costituzione dei governi provinciali del Potere Popolare non sarà meno complesso e importante di quando sorsero le prime assemblee locali; lo stesso nemico di sempre, spietato e senza scrupoli cerca inutilmente di distorcere il cammino storico del popolo cubano e di far fallire i sistema eonomico-sociale che si è dato liberamente e che ha ratificato nella nuova Costituzione.

Il compimento stretto dei tempi per implementare le disposizioni transitorie della nostra Carta Magna, come l’elezione dei governatori e dei vice governatori e la costituzione dei Governi Provinciali– porta con sè l’approfondimento della democrazia socialista, la promozione della maggior partecipazione cittadina al loro sviluppo e alla difesa del paese.

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