di Marco Teruggi – Pagina|12 – www.lantidiplomatico.it
Il tour internazionale di Juan Guaidó ha nuovamente acceso le aspettative dei settori golpisti all’interno del Venezuela. La serie di fotografie, prima con il presidente della Colombia, Iván Duque, e poi con il segretario di Stato nordamericano, Mike Pompeo, e il responsabile della questione venezuelana, Elliott Abrams, tornano a far capolino per mostrare un Guaidó con un forte sostegno internazionale.
La sua partenza dal paese è avvenuta in uno dei suoi momenti peggiori, caratterizzato dalla perdita della presidenza dell’Assemblea Nazionale (AN), dall’incapacità di generare mobilitazioni e dalla mancanza di credibilità con la sua base sociale a causa dei suoi annunci / promesse a cui non sono seguiti fatti concreti dopo quasi un anno di autoproclamazione.
La costruzione di una scenografia di supporto internazionale è stata quindi una boccata di ossigeno politico in una situazione di difficoltà prolungata. Il tour è stato montato per mostrare il suo riconoscimento come presidente incaricato da parte di diversi governi, posizionandolo per alcuni giorni su un piedistallo sul quale non stava più in piedi negli ultimi mesi.
L’agenda, organizzata dal governo degli Stati Uniti, aveva due obiettivi: primo, mostrarlo dalla Colombia, piattaforma centrale di operazioni di destabilizzazione contro il Venezuela, per accusare il governo Maduro di essere complice dell’organizzazione Hezbollah che, ha detto Pompeo, sarebbe in Venezuela.
In secondo luogo, portalo in Europa, in Gran Bretagna, dove ha già incontrato il ministro degli Esteri, Dominic Raab, nonché al Forum di Davos e a un incontro con Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri.
Il tour in Europa obbedisce alle dichiarazioni fatte più volte dal governo degli Stati Uniti che ha sostenuto che l’Unione Europea non ha fatto tutto il possibile per isolare il governo venezuelano. Portare Guaidó in determinati punti sulla mappa europea sembra essere una strategia per ottenere un maggiore sostegno diplomatico e misure, ad esempio, per il blocco economico.
Le immagini di Guaidó sono state completate a loro volta con l’annuncio della realizzazione di esercitazioni congiunte in Colombia tra il Comando meridionale degli Stati Uniti e le forze armate colombiane tra il 23 e il 29. L’addestramento conterà su 75 paracadutisti e 40 membri dell’esercito nordamericano che realizzeranno esercizi aerei.
Le notizie del Comando Sur e del tour di Guaidó hanno alimentato le aspettativa golpiste e interventiste di settori della destra venezuelana in un contesto in cui, parallelamente alla debolezza di Guaidó, si è consolidato un settore dell’opposizione venezuelana rappresentato nell’AN presieduta Luis Parra e la Mesa Nacional de Diálogo a cui partecipano il governo e settori dell’opposizione.
I progressi di questa opposizione hanno nel suo programma di discutere e concordare, insieme al governo, la modifica dell’attuale conformazione del Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) in vista delle elezioni legislative previste per il 2020.
La posizione degli Stati Uniti su quella road map è rimasta ferma allo stesso punto: non riconosceranno l’AN presieduta da Parra, né il CNE che emergerà a seguito di un accordo e, di conseguenza, non riconosceranno le prossime elezioni, la loro realizzazione e risultato. Gli Stati Uniti sostengono che la soluzione passa per la formazione di un governo di transizione, ossia, l’uscita di scena di Maduro, e la successiva convocazione di elezioni.
Il tour di Guaidó è quindi una risposta agli avanzamenti dell’opposizione che non risponde direttamente agli Stati Uniti, ovvero alla possibilità sempre più vicna che lo scenario elettorale operato dal governo dallo scorso anno si svolgerà in vista della contesa prevista per quest’anno.
È un’iniziativa per ridare la carica presidenziale a Guaidó nei paesi alleati, consolidare la diplomazia del governo parallelo, dimostrare che continua vigente la scommessa statunitense in Venezuela.
Tuttavia, gli annunci su quali misure saranno adottate da Washington sono stati pochi. Pompeo non ha riferito di nuovi passi al di fuori di quelli già noti come gli attacchi economici e ha lasciato campo libero alla speculazione della destra venezuelana che chiede apertamente un intervento.
I prossimi giorni forniranno maggiori indicazioni su possibili risultati concreti del viaggio Guaidó. Il suo ritorno sarà un nuovo momento di tentata costruzione di un evento politico da parte dell’opposizione. Nell’occasione precedente, quando aveva attraversato la Colombia a febbraio, mano nella mano con il gruppo paramilitare Los Rastrojos, il suo ritorno è avvenuto senza problemi all’aeroporto internazionale.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)