di Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
Impegnato in un tour internazionale organizzato dai burattinai di Washington per rilanciare la sua immagine all’estero, decisamente offuscata in patria dove i suoi uomini sono invischiati in una sequela di scandali legati alla corruzione, il golpista al quadrato Juan Guaidò dopo Londra è sbarcato a Bruxelles dove ha incontrato Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea.
Ovviamente, come da copione già preparato oltreoceano (?), Borrell ha espresso il “forte sostegno dell’UE per l’Assemblea nazionale, come unica istituzione democraticamente eletta del Venezuela, e per Juan Guaido come suo presidente legittimo”.
Già qui vi sarebbero delle forti perplessità. Guaidò è ormai un semplice deputato dopo che ha perso la leadership della stessa opposizione in seno all’Assemblea Nazionale che ha deciso di eleggere alla presidenza Luis Parra. Di fatto, adesso, Juan Guaidò è un autoproclamato al quadrato.
Come dire al popolo venezuelano: è inutile che eleggiate i vostri rappresentanti e le vostre istituzioni. A Washington è dove si devono decidere i destini del vostro paese. L’Unione europea poi si accoderà alle decisioni prese negli Stati Uniti. Come inevitabilmente accade in questi casi. I media poi faranno il resto del lavoro provando a giustificare certe mosse agli occhi dell’opinione pubblica a cui si è dato in pasto ormai da anni il tiranno Maduro.
Infatti dall’Unione Europea arriva una nuova adesione alla volontà espressa dagli USA di inasprire il regime sanzionatorio contro Caracas. Misure illegali che hanno come unico obiettivo quello di strangolare l’economia del paese e di conseguenza rendere impossibile la vita del popolo venezuelano. Il maggiormente colpito dalla misure illegali avanzate da USA e UE.
Tutto molto democratico. Non c’è che dire. Nel pieno solco di quella democrazia coloniale e imperiale che tanto successo riscuote anche alle nostre latitudini dove le gesta dell’autoproclamato golpista al quadrato sono seguite con grande trasporto.
Questo è il caso di Antonio Tajani, uno che di fascisti se ne intende e porta avanti la visione democratica sopra esposta, che ha incassato il ringraziamento di Guaidò: «Presidente Tajani, grazie per il suo appoggio», parole a cui è seguito un abbraccio all’ex presidente del Parlamento Europeo che fu tra i primi a riconoscere Guaidò come presidente ad interim del Venezuela.
Insomma, nulla di nuovo. Solo che questa volta il fantoccio Guaidò appare ancora più debole visto che in Venezuela non ha più seguito e finanche l’opposizione ha smesso di andargli dietro.