Cancelliere di Cuba: il cambio climatico una minaccia per la sopravvivenza

Il cancelliere cubano, Bruno Rodríguez, ha chiamato ieri, mercoledì 22, ad agire contro il cambio climatico considerandolo una minaccia per la sopravvivenza e cui effetti sono già irreversibili.

«L’ultimo decennio è stato il più caldo registrato sino ad oggi e il 2019 si è confermato come il secondo anno più caldo da quando si eseguono registrazioni», ha precisato il ministro delle Relazioni Estere in Twitter.

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha avvisato che le ondate di calore negli ultimi anni sono state le più letali e hanno danneggiato tutti i continenti e stabilito registrazioni record di temperature a livello nazionale.

Gli incendi di grandi proporzioni e altri eventi devastatori come i cicloni tropicali, le inondazioni e la siccità, hanno colpito lo sviluppo socio-economico e l’ambiente, ha riferito l’agenzia Prensa Latina.

La relazione Uniti nella Scienza, pubblicata nella pagina web della ONU, spiega che nell’estate del 2019 ci son stati incendi senza precedenti nell’Artico che, solo nel mese di giugno, hanno emesso 50 mega tonnellate di carbonio nell’atmosfera.

Questo è più di tutti i fuochi uniti in questa regione dal 2010 al 2018. Inoltre ci sono stati molti incendi nella selva tropicale dell’Amazzonia, soprattutto in agosto.

I nostro paese svolge un lavoro sostenuto per progettare politiche che mitighino gli effetti dal cambio climatico. La Tarea Vida, il Piano dello Stato che prevede un gruppo d’azioni indirizzate ad arrestare i danni nelle zone più vulnerabili, sono chiari esempi.

Alcune delle principali azioni di Tarea Vida:

Identificare le zone, le aree e i luoghi dov’è più urgente agire oggi e dirigersi a questi immediatamente con sforzi e risorse. Dare priorità al recupero delle spiagge e delle coste, alle misure per affrontare la siccità e con questo realizzare altre azioni dove corrisponda.

Non permettere le costruzioni di nuove case negli insediamenti costieri minacciati, perchè si pronostica la loro scomparsa per inondazioni permanenti nei più vulnerabili. Ridurre la densità demografica nelle zone basse delle coste.

Ridurre le aree di coltivazioni vicine alle coste o danneggiate dall’intrusione salina. Differenziare le coltivazioni, migliorare le condizioni dei suoli, introdurre e sviluppare varietà resistenti al nuovo scenario delle temperature.

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