di Geraldina Colotti
Rodbexa Poleo, segretaria generale della gioventù del Partito Socialista Unito del Venezuela (JPSUV), illustra l’agenda politica di questo “febbraio ribelle”, che vede in prima linea le giovani generazioni. Un’agenda che rinnova nel presente le radici fondanti della rivoluzione bolivariana, rilancia lo spirito e la lettera del “primo grido contro il neoliberismo” (il Cracazo del 1989), smaschera la democrazia camuffata della IV Repubblica e quella che persiste nel presente nei paesi capitalisti, al servizio delle élite e dell’imperialismo nordamericano nel suo attacco frontale contro il socialismo bolivariano.
La Gran Marcia della Gioventù di questo 12 febbraio commemora i 206 anni dalla Battaglia della Vittoria, che ebbe luogo nello stato Aragua durante la Guerra d’indipendenza. Allora, il militare patriota José Felix Ribas e il colonnello Vicente Campo Elias guidarono una truppa composta principalmente da giovani inesperti, in maggioranza seminaristi e studenti dell’Università di Caracas. Oggi, dice Poleo, la “truppa” che si organizza nelle fila del PSUV, in unione civico-militare, esprime lo stesso coraggio, a cui si aggiunge “una coscienza profonda e unitaria” nell’applicazione delle 7 linee strategiche proposte dal presidente Maduro.
Una gioventù “determinata a essere libera e a costruire il proprio futuro”, respinge una volta di più l’arroganza imperialista che colpisce direttamente lavoratori e lavoratrici della compagnia nazionale Conviasa e la libera circolazione dei cittadini venezuelani, attraverso le nuove “sanzioni” imposte alla repubblica bolivariana da Donald Trump, su richiesta dell’estrema destra di Guaidó e compari.
Per questo, la Gran Marcha della Gioventù rinnova lo spirito della Battaglia dei Ponti, che ha avuto luogo il 23 febbraio dell’anno scorso alla frontiera tra Venezuela e Colombia. Un grande atto d’indipendenza nazionale che – ha annunciato il presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, Diosdado Cabello – verrà ricordato specificamente questo mese anche attraverso l’omaggio “agli eroi e alle eroine” che hanno respinto in quel frangente la pretesa imperialista di camuffare da “aiuto umanitario” l’invasione militare del paese.
Per contrastare e isolare “la destra apatrida e golpista”, Poleo ribadisce l’appoggio della gioventù rivoluzionaria al processo di dialogo testardamente portato avanti dal presidente Nicolas Maduro con quella parte dell’opposizione che accetta la dialettica democratica, e che ha respinto l’ingerenza USA nella conferenza stampa che si è tenuta in questi giorni all’Hotel Melia Caracas alla presenza del mediatore spagnolo José Rodriguez Zapatero.
“Se lavoriamo con unità e coscienza di classe – dice Poleo -, non vi sarà attacco dell’imperialismo che potrà piegare la gioventù venezuelana. Per questo, in tutti i forum, in tutte le manifestazioni, stiamo convocando i fratelli e le sorelle del Gran Polo Patriottico (GPP) per costruire insieme una sola linea, quella della rivoluzione voluta da Chavez e Maduro”.
Per questo, nell’ultima conferenza stampa della JPSUV, le rappresentanti e i rappresentanti del GPP, delle organizzazioni e dei movimenti che compongono la gioventù socialista, hanno fatto atto di presenza visibile, allegra e determinata nel gridare lo slogan più frequentato in questo febbraio ribelle: Leali sempre, traditori mai.
“La rivoluzione, se non è femminista, non è rivoluzione – afferma Rodbexa –. Le donne non rappresentano un settore, la nostra agenda si esprime in modo trasversale a tutti i soggetti della rivoluzione e della società: siamo operaie, contadine, studenti, sportive… Chavez ha indicato agli uomini la necessità di organizzarsi intorno all’agenda femminista”.
In questo febbraio ribelle, la commissione di donne giovani del partito “è attivata in modo permanente sia a livello statale che territoriale per organizzare dibattiti e seminari. Rivolgiamo soprattutto un appello al popolo venezuelano, a quello latinoamericano e del mondo per il rispetto dei diritti e della libertà delle donne, rifiutiamo i femminicidi che sono l’ultimo stadio della violenza patriarcale, condannata dalle nostre leggi nelle sue molteplici forme. Rivolgiamo un appello a quante e quanti non intendono la lotta femminista, e dobbiamo alzare la voce per questo”.
Allo stesso tempo, però, si deve “constatare con allegria che l’80% delle donne che animano il fronte di questa battaglia è composto da donne. Le donne hanno un ruolo d’avanguardia nella rivoluzione bolivariana: nelle istituzioni, nei ministeri, nella difesa integrale della nazione, nei movimenti, nelle comunità, nelle Unità di Battaglia Bolivar e Chavez. Le donne muovono il voto, guidano i Comitati di rifornimento e produzione, sostengono il paese…”.
E come si organizza la lotta antipatriarcale nella Rete di Articolazione e Azione Socio-politica (RAAS), il nuovo metodo di organizzazione delle basi popolari con il PSUV? Come si combattono le gravidanze precoci, la violenza di genere, come si organizza il piano di Parto umanizzato a fronte della guerra economica che colpisce soprattutto le donne delle classi popolari?
“La RAAS – spiega Poleo – è uno strumento importante di organizzazione perché non solo ci consente di conquistare voti nel territorio, ma anche di farci un’idea, sul piano nazionale e territoriale, della presenza giovanile, della percentuale effettiva di studenti, del numero di gravidanze precoci. Possiamo così andare incontro alle ragazze e ai ragazzi per far capire la grande responsabilità che hanno nella costruzione della donna e dell’uomo nuovo, perché saranno loro a dover prendere in mano le redini del paese. Dobbiamo territorializzare la politica, portare attività e coscienza nei licei, nelle università. La gioventù non è solo futuro, ma anche presente, ed è nel presente che si rompono vecchi paradigmi per costruirne di nuovi, per costruire la rivoluzione di Chavez e di Maduro”.
Questo significa “lotta alla corruzione, alla burocrazia, al patriarcato, ai modelli che il vecchio sistema ci ha imposto e che noi oggi possiamo cambiare. I giovani dei paesi capitalisti non possono permettersi il lusso di essere ascoltati, consultati, come nella rivoluzione bolivariana, dove hanno un ruolo da protagonisti, sanno che il loro apporto è necessario e che conta. Com’è stato per Chavez, Nicolas crede profondamente nella gioventù, ci invita costantemente ad accompagnarlo nella costruzione della rivoluzione”.
Durante la conferenza stampa, Poleo ha messo l’accento sulla necessità della formazione giovanile all’interno del PSUV. Le chiediamo di spiegarci come si articola e su quali tematiche. “L’organizzazione del partito- risponde – è disposta ad ascoltare le diverse proposte di tutti i settori della nostra gioventù per seminare valori e aumentare la coscienza rivoluzionaria. La formazione si articola in quattro principali livelli, a partire dalla scuola quadri di studi superiori Antonio José de Sucre, del PSUV. Nel nostro anniversario numero 11, a settembre del 2019, il presidente ci ha dato questo compito, che si è messo in moto il 3 di febbraio, giorno di nascita di Sucre. Gli altri tre livelli sono organizzati intorno ai circoli di studio per l’attenzione alla militanza, vi sono distinti corsi di formazione nei quali il Cuatro F, il giornale del partito che ci informa costantemente su quel che accade sia a livello nazionale che internazionale, gioca un ruolo importante. C’è un livello di attenzione ai nostri e alle nostre dirigenti. Il partito impartisce corsi di formazione ai responsabili politici nei licei, ai portavoce della Federazione nazionale degli studenti universitari, alle dirigenti giovani della classe operaia, dei movimenti e delle organizzazioni come il Frente Francisco de Miranda, il movimento Robert Serra, a quelle e a quelli che hanno ruolo direttivo nelle comunità, nelle UBCH, nelle strade”.
Un altro importante livello della scuola di formazione “ è quello rivolto ai giovani che oggi hanno un ruolo di potere nelle istituzioni. Per noi – afferma Poleo – il potere è la capacità di poter fare, di trasformare la realtà. Per questo ci occupiamo di formare i nostri ministri e ministre giovani, i nostri giovani costituenti, i sindaci e i governatori giovani, che sono molti in Venezuela. Quando diciamo che la gioventù rivoluzionaria ha un ruolo da protagonista, non stiamo mentendo. Le cifre parlano: su 545 costituenti, 200 sono giovani, 160 dei 335 sindaci sono giovani, 8 governatori sono giovani, 5 ministri sono giovani, e così 30 viceministri. Il presidente Maduro ci chiede di accompagnarlo nella lotta contro la corruzione e la burocrazia per un nuovo modello di gestione, un nuovo modello produttivo”.
In Venezuela, il 60% della popolazione è giovane e ha meno di 35 anni, “formarli perché assumano adeguatamente la conduzione del paese mantenendo la continuità della rivoluzione bolivariana, è fondamentale”. Dunque, sintetizza la dirigente, “tre livelli per formarci, tre livelli per continuare a elevare la coscienza e una scuola che apre la porta a tutte le organizzazioni a tutti i movimenti, e naturalmente ai nostri fratelli del GPP come ci ha chiesto Nicolas e come ci siamo impegnati a fare: per lavorare in profonda unità e consapevolezza di chi sia il nostro nemico storico, ovvero l’imperialismo nordamericano, contro il quale dobbiamo concentrare i nostri sforzi, evitando le sterili polemiche interne. Solo così saremo invincibili, e non ci sarà nessun imperialismo che potrà mettere in ginocchio la gioventù rivoluzionaria venezuelana”.