Fabio Marcelli www.altrenotizie.org
L’aggressione politica, diplomatica e commerciale al Venezuela ha nel disconoscimento dei suoi organi istituzionali uno dei punti di maggior pressione. Aver riconosciuto un impostore come Presidente e disconoscere invece il Presidente eletto è uno dei passaggi più ridicoli di una campagna di per sé vergognosa. L’Assemblea Costituente è lo strumento che il popolo venezuelano ha eletto per garantire la funzionalità istituzionale del Paese e martedì scorso, presso l’Ambasciata della Repubblica Bolivariana di Venezuela,
il dottor Escarrà, presidente della Commissione Affari Costituzionali dell’Assemblea Costituente venezolana, ha tenuto una conferenza magistrale sul tema della Costituzione bolivariana e dei lavori in corso per il suo approfondimento.
Escarrà ha usato espressamente questo termine (“approfondimento”) per sottolineare come resta vigente nelle sue linee portanti l’impianto contenuto nella Costituzione del 1999. Del resto è questa stessa a prevedere la possibilità di una sua riforma mediante lo strumento dell’Assemblea Costituente, salvi i valori essenziali attinenti alla forma repubblicana e al rispetto della democrazia e dei diritti umani.
Gli ultimi articoli della Costituzione del 1999 sono dedicati proprio all’Assemblea Costituente. Si tratta degli articoli 347, 348, 349 e 350, che costituiscono il Capitolo III, dedicato all’Assemblea Nazionale Costituente del Titolo IX della Costituzione in questione, dedicato alla riforma costituzionale. L’art. 347 afferma solennemente che il popolo del Venezuela è il depositario del potere costituente originario. Tale potere si esplica mediante la convocazione di un’ Assemblea Nazionale Costituente con un triplice oggetto: a)trasformare lo Stato; b) creare un nuovo ordinamento giuridico; c) redigere una nuova Costituzione. L’art. 348 attribuisce il potere di convocarla a vari soggetti istituzionali tra cui il Presidente della Repubblica e l’art. 349 stabilisce a sua volta il rango superiore della nuova Costituzione.
In difesa dei valori essenziali non assoggettabili ad alcuna revisione e che rappresentano limiti invalicabili anche per l’Assemblea Costituente, l’art. 350 della Costituzione venezolana vigente attribuisce direttamente al popolo un vero e proprio diritto di resistenza. Tale disposizione che si può considerare una vera e propria norma di chiusura ha il testo seguente, che è di chiarezza cristallina: “Il popolo del Venezuela, fedele alla sua tradizione repubblicana, alla sua lotta per l’indipendenza, la pace e la libertà, rifiuta qualunque regime, legislazione o autorità che sia contraria ai valori, principi e garanzie democratiche o diminuisca i diritti umani”.
Il procedimento di elezione dell’Assemblea costituente ha previsto, nella salvaguardia del principio dell’uguaglianza, libertà e segretezza dei voti espressi, la configurazione di rappresentanze elettorali specifiche da parte di categorie di popolazione come le donne, i popoli indigeni, i lavoratori e i contadini. Escarrà ha sottolineato come i settori più estremisti della destra abbiano attaccato, tentando di demonizzarle, entrambe le Assemblee costituenti, sia quella del 1999 che quella del 2017.
La seconda, in particolare, venne eletta con il fine precipuo di garantire la pace nel momento in cui la destra estremista metteva in scena una strategia semi-insurrezionale, che culminava con l’assassinio per le strade di 29 persone, bruciate vive dai fascisti perché presentavano tratti somatici “chavisti” ovvero provenivano da settori sociali poveri, in genere meticci o afrovenezolani.
L’Assemblea costituente eletta nell’agosto 2017 rappresentava quindi da un lato un antidoto alla violenza, che di fatto venne a scemare e poi a cessare totalmente in quel periodo. D’altronde bisognava risolvere la situazione di crisi istituzionale determinata dal fatto che l’Assemblea Nazionale, dove l’opposizione aveva raggiunto la maggioranza in seguito alle elezioni del dicembre 2015, era stata accusata di oltraggio al tribunale supremo per non avere ottemperato agli ordini di quest’ultimo a seguito dell’indagine sulla compravendita di voti nello Stato di Amazonas.
Nata con questo duplice intento fondamentale, l’Assemblea Costituente ha avuto inoltre ad oggetto altri problemi importanti, quali la salvaguardia delle attività sociali rappresentate dalle misiones, la diversificazione produttiva ed economica per uscire dall’estrattivismo petrolifero e la lotta alla corruzione.
Nonostante le continue aggressioni, la promozione della sovversione all’interno e lo strangolamento economico che avviene mediante veri e propri atti di pirateria come il sequestro dei conti bancari e altre sanzioni unilaterali da parte del governo statunitense ed altri governi ad esso allineato, il Paese sta vivendo una stagione di intensa partecipazione democratica oggi imperniata proprio sull’Assemblea Costituente, della cui Commissione affari costituzionali il dottor Escarrà é Presidente.
Come constatato da un osservatore certamente super partes come l’attuale ambasciatore d’Italia in Venezuela, nonostante questi attacchi di grande intensità da parte del Paese più potente del mondo, la Repubblica bolivariana e il Presidente Maduro mantengono un forte consenso, mentre sta declinando vertiginosamente l’appeal dell’”autoproclamato” Guaidò, oramai apertamente avversato anche da settori crescenti dell’opposizione.