McCarthy canta o stona?

Pedro de la Hoz

Se non fosse per i torbidi interessi che si muovono dietro il progetto – un insieme di politica sporca e chiacchiere –, la convocazione, a Miami, al primo «concerto anticomunista» per il prossimo mese d’aprile non meriterebbe neanche una parola.

È tanto ridicolo e patetico il richiamo dei suoi organizzatori che neanche allo stesso senatore  Joseph McCarthy, paladino dell’ anticomunismo e la caccia alle streghe sino alla metà del secolo scorso, era mai venuto in mente di proporlo.


Cantare a favore di una presunta  «resistenza» contro la Rivoluzione Cubana e affermare che questa «sta crescendo» è una tipica /fake news/ (notizia falsa) destinata ad attrarre incauti o a soddisfare le domande di un circolo che manovra da più di mezzo secolo nel sud della Florida, con lo stimolo e l’approvazione di un settore politico negli Stati Uniti.

Le evidenze sono chiarissime. Il sindaco di  Miami, Francis Suárez, cha ceduto con piacere il locale a un’organizzazione chiamata  Direttorio Democratico Cubano (DDC), che incasserà le entrate al centro James L. Knight a non meno di 54 dollari.  Il gruppuscolo se ne approprierà per coprire le spese operative, sostenere il Direttorio e finanziare un apparato denominato Giustizia Cuba i cui fini non sono molto chiari.

Suárez, il capoccia del DDC, Orlando Gutiérrez e i dirigenti di Giustizia Cuba si sono mesi d’accordo in quella che sembra, ed è ben evidente  una macchinazione fraudolenta per riempire le loro tasche e nello stesso tempo suggerire all’opinione pubblica l’idea che la società cubana si trova in uno stato critico terminale e giustificare l’indurimento delle misure adottate dall’attuale amministrazione  statunitense contro coloro che viviamo nell’arcipelago.

Gutiérrez è un personaggio associato al terrorismo.  Tre anni fa ha cercato di organizzare sabotaggi al trasporto pubblico e all’ordine costituzionale.

Seminare il caos è stato sempre uno dei suoi obiettivi,  ovviamente falliti.

L’anno scorso ha chiamato a boicottare il referendum costituzionale.

Di fronte ai ripetuti fallimenti delle sue gestioni  anticubane –per le quali non ha smesso d’intascare denaro-  in una data non lontana ha aspirato a internazionalizzare la sua scalata e si è fatto ricevere da Jair Bolsonaro, poco prima che questi assumesse la presidenza del Brasile e desse un giro di vite a 180 gradi nelle relazioni tra il paese sudamericano e la nazione delle Antille.

Nell’ottobre del 2019 finse un attacco di nervi per criticare la visita dei Re di Spagna a L’Avana.

Dietro a “Giustizia Cuba” si trova un avvocato messicano, René Bolio, intimo di Luis Almagro nell’Organizzazione degli Stati Americani.

Il soggetto è diventato un esperto a procurare fondi con il pretesto di contrattare colleghi che lo aiutino ad aprire cause internazionali contro personalità cubane. Tra le riunioni di durata bizantina, redazione di enormi sommari e inutili  negoziati in privato, hanno spese il denaro che ricevono e raccolgono.

Con il concerto sperano d’ irrobustire la fonte.

Non sono neanche 20 gli artisti impegnati con il concerto in cui Cuba non è il solo bersaglio: l’attacco punta anche su Nicaragua e Venezuela.

Ma la questione non è nei numeri. Pochi tra i partecipanti mostrano esecuzioni artistiche rispettabili.  Solo due o tre sono conosciuti al di fuori dell’ambito di Miami. Nessuno può mostrare nemmeno una media statura morale.

Gli uni e gli altri hanno dichiarato che desiderano fare storia…

La faranno, non ci sono dubbi, perché saranno storiche le stonature e le difficoltà.

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