di Geraldina Colotti
Accompagnando a Barcelona la ministra Asia Villegas, abbiamo incontrato Dinorah Requena, vicepresidenta del Consiglio legislativo dello Stato Anzoategui e vicepresidenta delle donne del PSUV. “Il sindaco José Marcano – dice Dinorah – è il nostro grande alleato nelle politiche femministe. Il municipio Simon Bolivar ha dichiarato la sua intenzione di essere libero dalla violenza di genere e dal modello patriarcale”.
Qui – spiega Requena – “stiamo iniziando un processo per rivitalizzare la storia delle donne nello Stato Anzoategui. A Barcelona è morta combattendo Eulalia Buroz, un riferimento storico insieme a molte altre donne indigene e negre che fanno parte della nostra lotta per l’indipendenza e della nostra genealogia insieme a Juana Ramira la Avanzadora, Josefa Joaquina Sánchez…”
Il progetto è quello di coniugare la storia ribelle del movimento delle donne con il socialismo femminista, che si esprime nelle Comunas: “Lavoriamo quotidianamente per costruire lo Stato comunale – spiega Dinorah – secondo le direttive di Chavez, confermate dal presidente Maduro”. Per questo, il 28 luglio dell’anno scorso, giorno di nascita del Comandante, “mentre a Caracas si svolgeva il Foro di Sao Paolo, qui il nostro sindaco ha indetto un referendum popolare per sapere se le Comunas approvassero il trasferimento di competenze per lo smaltimento dei rifiuti solidi e per il riciclaggio: per aumentare quella coscienza ecologica che Chavez ha sempre avuto e che fa parte delle linee strategiche della rivoluzione. Il nostro sindaco sta cercando di governare il territorio attraverso la partecipazione delle comunas. La coscienza ecologica, la coscienza del limite delle risorse è un asse centrale del lavoro. Grazie alla collaborazione con il Ministero di Ecosocialismo, Barcelona si sta trasformando in un riferimento internazionale. Per questo, José Marcano ha promosso vari incontri con altri giovani sindaci e governatori che si stanno ponendo sulla stessa linea”.
Ecofemminismo come antidoto alla guerra economica. Lo si è visto durante il micidiale sabotaggio elettrico del 7 marzo 2019. “Il nostro Stato – aggiunge Dinorah – è uno di quelli che distribuisce energia elettrica nell’Oriente. Quando ci hanno attaccato, abbiamo immediatamente fatto un piano di distribuzione in modo che l’elettricità fosse equamente distribuita in alcune ore della giornata. Ci siamo attivate nel territorio per spiegare la necessità di fare uno sforzo collettivo e per far capire di chi fosse la responsabilità di quella situazione. Anche quella è stata un’occasione per acquisire una maggior coscienza ecologica circa una risorsa come l’acqua, che non è infinita e che dobbiamo preservare”.
Dinorah ci illustra anche un altro progetto, promosso dalle donne con l’aiuto del sindaco “che – dice – sta con noi in tutti gli incontri, perché si vede che è davvero convinto della necessità che le donne condividano da protagoniste alla pari la gestione della società”. Il progetto si chiama Todas, “una piattaforma di incontro e condivisione per rendere visibile la partecipazione protagonica delle donne nel campo economico, politico, militare, nella milizia e nelle comunas, ma anche in quelle aree che, tradizionalmente, non hanno favorito la partecipazione femminile. Abbiamo cominciato qui, ma poi il progetto è piaciuto e si è diffuso ad altri Stati. Adesso ci sono Todas Falcon, Todas Miranda, e stiamo crescendo verso la piattaforma… Todas Venezuela”.