Dal colpo di Batista al golpe a Evo

la stessa mano e la stessa intenzione

Tre giorni prima del golpe di Batista, era stato firmato un documento che delineava i modelli dell’attacco: l’Accordo di Mutua Assistenza per la Difesa, in conformità con il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR). Non è forse questo lo stesso il nomignolo della mostruosità che l’ OSA ha recentemente riattivato? Le parole avanzano

Raúl Antonio Capote  www.granma.cu

Era il 1952 ed il Partito del Popolo Cubano (Ortodosso) era il principale candidato alla vittoria per le elezioni che avrebbero avuto luogo quell’anno. Sembrava che, alla fine, un governo decente avrebbe posto fine ad un lungo periodo di resa, furto e corruzione.

Tuttavia, all’alba del 10 marzo un colpo di stato militare interruppe improvvisamente il governo di Carlos Prío, smantellò l’esercizio elettorale e tagliò, di un tratto, la possibilità della vittoria ortodossa.

Fulgencio Batista, autore dell’attacco, noto per la sua precedente opera sia a motivo del suo passato golpista sia per l’incondizionalità dimostrata a Washington dal 1933, ebbe il pieno sostegno del governo USA per intraprendere un’avventura sanguinaria che arrestasse l’avanzata delle forze progressiste ed il rafforzamento istituzionale del paese.

Il triste colpo si articolò seguendo un copione che in seguito avremmo visto ripetersi nella successiva storia dell’America Latina, dove si imitarono gli stessi metodi violenti provati da Batista a Cuba e Trujillo nella Repubblica Dominicana. Tanti punti comuni si ebbero ieri, con il colpo di stato contro Allende in Cile, come quelli che ci sono ancor oggi nei più recenti scontri contro dirigenti progressisti: Zelaya, Fernando Lugo, Lula, Dilma, Cristina, Correa, Maduro, Evo Morales…

Naturalmente, oltre al militare – che in modo subdolo o espresso non ha perso protagonismo in tali avventure – ci sono nuovi pretesti che alla fine perseguono lo stesso fine, sebbene ora si chiamino golpe giudiziari, elettorali, parlamentari, istituzionali, boicottaggio economico e, soprattutto ed in maiuscolo, mediatici.

Un ultimo elemento. Ciò che può dirci se dietro gli attuali travestimenti c’è o meno la stessa mano e la stessa intenzione: tre giorni prima del golpe di Batista, era stato firmato un documento che delineava i modelli dell’attacco: l’a

Accordo di Mutua Assistenza per la Difesa, in conformità con il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR).

Non è forse quello stesso nomignolo della mostruosità che l’OSA ha recentemente riattivato? Le parole avanzano.


Del zarpazo de Batista al golpe a Evo: la misma mano y la misma intención

Tres días antes del golpe de Batista se había firmado un documento que delineaba las pautas de la asonada: el Acuerdo de Asistencia Mutua para la Defensa, en cumplimiento del Tratado Interamericano de Asistencia Recíproca (TIAR). ¿No es acaso este mismo el nombrecito del engendro que la oea reactivó recientemente? Sobran palabras

Autor: Raúl Antonio Capote

Corría 1952 y el Partido del Pueblo Cubano (Ortodoxo) era el principal candidato al triunfo para las elecciones que se realizarían ese año. Parecía que, al fin, un gobierno decente acabaría con un largo periodo de entreguismo, latrocinio y corruptela.

Sin embargo, en la madrugada del 10 de marzo un golpe de Estado militar quebró sorpresivamente al gobierno de Carlos Prío, desmontó el ejercicio electoral y cortó de un plumazo la posibilidad de la victoria ortodoxa.

Fulgencio Batista, autor de la asonada, conocido por su anterior labor tanto en razón de su pasado golpista como de la incondicionalidad demostrada a Washington desde 1933, contó con total respaldo del Gobierno de Estados Unidos para emprender una aventura sanguinaria que detuviera el avance de las fuerzas progresistas y el adecentamiento institucional del país.

El triste zarpazo se articuló siguiendo un guión que luego veríamos repetirse en la historia sucesiva de América Latina, donde se remedaron los mismos métodos violentos ensayados por Batista en Cuba y Trujillo en Dominicana. Tantos puntos comunes hubo ayer, cuando el golpe contra Allende en Chile, como los hay hoy, todavía, en las más recientes escaramuzas contra líderes progresistas: Zelaya, Fernando Lugo, Lula, Dilma, Cristina, Correa, Maduro, Evo Morales…

Claro, además del militar -que solapado o expreso no ha perdido protagonismo en tales aventuras- existen pretextos nuevos que a la postre persiguen el mismo fin, aunque ahora se llamen golpes judiciales, electorales, parlamentarios, institucionales, de boicot económico, y sobre todo, y en mayúsculas, mediáticos.

Un último elemento. Uno que puede decirnos si detrás de los disfraces actuales hay o no la misma mano, y la misma intención: tres días antes del golpe de Batista se había firmado un documento que delineaba las pautas de la asonada: el Acuerdo de Asistencia Mutua para la Defensa, en cumplimiento del Tratado Interamericano de Asistencia Recíproca (TIAR).

¿No es acaso este mismo el nombrecito del engendro que la oea reactivó recientemente? Sobran palabras.

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