Aeroporto Internazionale Josè Martì de L’Avana. Entrata al paese ed uscita di viaggiatori verso altri destini del mondo. Una routine normale, quotidiana in questo punto di frontiera della geografia cubana. Solo che in questi giorni, da quando gli allarmi internazionali sono aumentati spaventosamente per la rapida propagazione del COVID-19, lavoratori ed autorità di salute compiono strettamente le misure di vigilanza epidemiologica ed il controllo sanitario internazionale (CSI).
Prima linea: All’arrivo dell’aereo
La dottoressa Rosa Maria Torres, medico di frontiera dell’Aeroporto Internazionale Josè Martì, è già preparata prima che atterri qualsiasi aereo in suolo cubano. Ha la missione di dirigersi all’equipaggio e realizzare una conversazione per indagare nello stato del volo e dei passeggeri a bordo e se c’è stata qualche incidenza di salute. I passeggeri non possono uscire verso il check-out migratorio senza passare prima questo passo, il primo di molti che cercano un controllo sanitario rigoroso.
“Se si scoprisse qualche persona con i sintomi del COVID-19, si preleva il viaggiatore dal flusso migratorio e si porta alla sala di isolamento preparata dentro l’aeroporto, per poi seguire il piano di azione in questi casi”, espone la dottoressa Torres.
Josè Antonio Gonzalez Rodriguez, è tecnico in igiene ed epidemiologia dell’Aeroporto Internazionale Josè Martì, del CSI ed il suo ruolo è essenziale nel controllo igienico ed epidemiologico degli aerei quando approdano sul territorio nazionale. “L’ispezione degli aerei comprende un esame accurato per quanto riguarda il risanamento, tanto delle sostanze solide come di quelle liquide. In questo passo si stimano tutte le deficienze che potremmo trovare, si controlla l’aereo e si verifica se è stato disinfettato prima dell’arrivo in territorio nazionale.
Seconda linea: Scanner di temperatura
Una volta che escono dall’aereo verso al check-out di immigrazione, la temperatura dei passeggeri è comprovata da scanner installati nell’aeroporto.
“Questi sensori sono ubicati nella seconda linea di vigilanza. Una laureata in infermeria ed una tecnica di scanner monitorano gli apparecchi 24 ore, e sono in attesa di vedere se lo stesso segna una temperatura corporale elevata (superiore ai 37 gradi), ma anche osservano attentamente la presenza di un segnale o di un sintomo che possa avere qualche passeggero per scoprire una possibile malattia trasmissibile”, ha detto Maitè Mas Roig, capa della sezione del CSI dell’Aeroporto Internazionale Josè Martì.
“Se si scopre una persona in quello stato, si separa o si isola dal flusso dei passeggeri, si trasferisce verso la sala di isolamento, si misura la temperatura con un termometro digitale o ascellare e nel caso in cui sia positivo si sollecita un’ambulanza e si trasporta nei centri designati per questo. Se risulta negativo, il passeggero continua il suo flusso normale di check-out in immigrazione”, ha detto.
Terza linea: Dichiarazione di sanità del viaggiatore
Nella terza linea di vigilanza sono ubicati i medici di frontiera ed è il passo dove è sollecitata al passeggero una dichiarazione di sanità del viaggiatore.
Secondo Mas Roig, ogni viaggiatore deve scrivere i suoi dati, numero di passaporto, direzione dove starà a Cuba, sia cubano o straniero, e dichiara se ha avuto sintomi di qualsiasi malattia trasmissibile: febbre, tosse, espettorazione, tra le altre; e dove ha viaggiato negli ultimi 30 giorni anteriori all’entrata al nostro paese.
Detta informazione che si ritira giornalmente, passa al sistema di vigilanza del viaggiatore che arriva fino alle aree di salute, dove la persona si farà un check-up con il medico di famiglia e sarà vigilato per 14 giorni se arriva da uno dei paesi a rischio. Anche in hotel ed in altre istituzioni ci sono autorità sanitarie, ha detto.
Per il tenente colonnello Alexander Alvarez Aldama, capo-area dell’ufficio dell’aeroporto, “gli ispettori nelle aree di ufficio realizzano domande a tutti i passeggeri che entrano al territorio nazionale, col proposito di sapere se negli ultimi 15 giorni sono stati nei paesi di maggiore rischio: Cina, Giappone, Iran, Italia e Corea del Sud”, ha concluso.
di Lisandra Fariñas Acosta
da Cubadebate traduzione di Ida Garberi