Angel Guerra www.jornada.com.mx
Il ministro degli esteri venezuelano, Jorge Arreaza, ha avvertito questa settimana, in un incontro con il corpo diplomatico accreditato a Caracas, che una nuova fase di aggressioni contro il suo paese prevede un blocco navale.
Si comincia a parlare di un blocco navale, un’azione riconosciuta dall’ONU come uso della forza, e tuttavia, si discute nell’Ufficio Ovale, nei dipartimenti della Difesa e dello Stato.
Arreaza ha affermato che al Pentagono ed al Comando Sud si sono sviluppate le ultime riunioni contro il Venezuela. Ha ricordato che il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha firmato accordi militari con il capo del Comando Sud, Craig Faller, dopo aver incontrato Trump -quando presumibilmente è stato infettato da Covid-19 – e che il Venezuela appare primo tra gli argomenti discussi.
Allo stesso modo, ha fatto riferimento ad un seminario realizzato all’OSA, a Washington, su come applicare misure coercitive al Venezuela, organizzato dal Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR). Ha osservato che il TIAR ha le sue presunte basi nella difesa da una minaccia extra-regionale, non per attaccare un paese della regione. Funzionari di Washington e membri del Gruppo Lima hanno partecipato al seminario ed hanno discusso di possibili attacchi al CLAP, programma governativo che distribuisce alimenti vitali a circa 6 milioni di famiglie venezuelane.
Il capo degli esteri ha anche fatto riferimento al recente tour internazionale dell’autoproclamato Juan Guaidó, dove ha chiesto di incrementare le sanzioni contro il suo paese. Ha citato ad esempio le immediate misure punitive USA contro la compagnia aerea venezuelana Conviasa e la filiale svizzera della società russa Rosneft Trading.
Ore prima dell’incontro di Arreaza con il corpo diplomatico, era iniziata la seconda fase dell’esercitazione Scudo Bolivariano 2020, con truppe regolari e miliziani dispiegati in punti strategici del paese. Funzionari bolivariani allertano sulla probabile intensificazione delle operazioni paramilitari condotte contro il Venezuela dalla Colombia e dal Brasile. Naturalmente, il blocco navale appare, permanentemente, nei conciliaboli della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono.