Nel mezzo dell’agguato del nuovo coronavirus, la decisione del nostro governo è stata mantenere la collaborazione medica, e in quelle nazioni dove esistono internazionalisti cubani, fare di loro bastioni d’avanguardia per far fronte alla pandemia e contribuire ai piani di misure dettati dai loro governi.
Leidys Labrador Herrera
#CubaSalva è diventata in questi giorni un’etichetta molto diffusa nelle reti sociali ed è utilizzata anche nell’argot popolare al di fuori d’internet, per riferirsi alla posizione della nostra Isola, nel mezzo della complessa situazione che vive il mondo di fronte all’esplosione della pandemia del Covid-19.
Questo non è frutto della casualità, ma della più palpabile delle verità, dato che più di 400.000 figli di questa terra hanno portato al mondo un messaggio di speranza per mezzo del nobile impegno di salvare vite.
Da 56 anni, 164 nazioni possono testimoniare quella che è una prodezza di solidarietà, se si considera che si tratta di un’Isola che lotta costantemente contro l’asfissia economica di un blocco arbitrario e genocida.
Nel mezzo dell’agguato del nuovo coronavirus, la decisione del nostro governo è stata mantenere la collaborazione medica, e in quelle nazioni dove esistono internazionalisti cubani, fare di loro bastioni d’avanguardia per far fronte alla pandemia e contribuire ai piani di misure dettati dai loro governi
Se a qualcuno restano dei dubbi, qui ci sono i dati della nostra risposta positiva di fronte alla richiesta d’aiuto di altri paesi.
Venezuela
Dallo scorso 16 marzo un piccolo gruppo di specialisti cubani ha raggiunto questo paese con il fine d’offrire consulenza per un effettivo controllo della malattia nella nazione bolivariana. Questo fine settimana 136 membri della Brigata Medica dell’Isola hanno raggiunto il territorio di questa fraterna nazione per rinforzare l’assistenza primaria nelle comunità, come spazio primordiale nello scontro al Covid-19.
Nicaragua
Come aveva già annunciato la vice presidente di questa nazione, Rosario Murillo, Cuba ha dato la sua disposizione di collaborare con la fraterna Repubblica del Nicaragua nel mezzo di questa complessa situazione che colpisce il mondo. Obbedendo al loro impegno e alla parole data, cinque professionisti dell’Isola hanno raggiunto il loro paese il 18 marzo.
Suriname
Nel dicembre del 2019, nel mezzo delle commemorazioni per i 40 anni di relazioni tra le due nazioni, i governi di Cuba e Suriname hanno mantenuto la loro ferma volontà di collaborazione e il 20 marzo, 51 membri della brigata Henry Reeve sono giunti nel paese con l’obiettivo di combattere il nuovo coronavirus.
Granada
Esaltando tutti i valori della donna cubana e il suo coraggio di fronte alle difficoltà , cinque licenziate in Infermeria, specialiste in Terapia Intensiva, del contingente Henry Reeve, sono partite per Granada il 20 marzo, per affrontare la pandemia che ha portato il lutto in migliaia di case nel mondo.
Giamaica
140 membri della brigata Henry Reeve sono partiti il 21 marzo per la Giamaica, con l’obiettivo di combattere i nuovi coronavirus e il Covid – 19 la malattia che ne deriva. Belle e commoventi le mostre d’affetto e ammirazione di questo popolo ai nuovi arrivati.
Italia
L’Europa è divenuta la regione del pianeta più colpita dal Covid- 19 e la situazione in Italia è senza dubbio la più caotica e disperante. La Lombardia, focolaio dell’infezione, registra un grave numero di morti ogni giorno di fronte alla realtà di un sistema di salute collassato e un personale esausto. Anche lì per la prima volta nella storia, sabato 21 è arrivata una brigata di 52 medici e infermieri appartenenti al contingente Henry Reeve, in un’azione di umanismo incomparabile.
Attualmente, dei 59 paesi dove prima dell’esplosione del nuovo coronavirus esisteva già la collaborazione cubana nel settore della salute, più di 30 hanno confermato la presenza di questo virus. Senza dubbio i medici cubani continuano con due armi essenziali, le loro sicure capacità professionali e il loro elevato senso del dovere.
Son varie le nazioni che reclamano l’appoggio cubano, ma altre, che soffrono per l’instabilità politica, il neoliberismo allo stato più puro e l’odio per il nostro sistema sociale hanno rifiutato l’aiuto. Deve constare però che la nostra politica come paese di fronte a questa situazione è stata ben chiarita con la nota ufficiale che ha informato il popolo sulla decisione d’aiutare la nave da crociera ms Braemar: «Sono tempi de solidarietà, d’intendere la salute come un diritto umano di rinforzare la cooperazione internazionale, per far fronte alle nostre sfide comuni, valori che sono inerenti alla pratica umanista della Rivoluzione e del nostro popolo».