L’estrema destra dell’ “Esilio Cubano” a Miami cerca di sabotare la normalizzazione delle relazioni tra Cuba e USA
Mariano Alvarez https://miradasencontradas.wordpress.com
Casa Bianca: “Non possiamo continuare a fare la stessa cosa e aspettarci un risultato diverso. Tentare di spingere Cuba nel baratro non beneficia gli USA né il popolo cubano. Facciamo levare l’ancora del passato, perché è necessario raggiungere un futuro migliore: per i nostri interessi nazionali, per le persone che vivono negli USA e per il popolo cubano “…
Sommo Pontefice: “Un esempio che ho particolarmente apprezzato di come il dialogo possa veramente edificare e costruire ponti è la recente decisione da parte degli USA e Cuba di mettere fine ad un silenzio reciproco, che è durato mezzo secolo e di avvicinarsi per il bene dei loro cittadini “…
Sacerdoti Yoruba cubani nella Lettera del 2015: “Ponti e dialogo: tutto ciò che abbbia questa funzione – creare ponti e favorire dialoghi – nelle sue ce il richiamo alla vittoria, colui che alzi muri e abbatte ponti è condannato al fallimento …”
Raùl Castro: “Ribadiamo la disposizione la dialogo rispettoso e reciproco sulle discrepanze … Non deve pretendersi che per migliorare le relazioni con gli USA, Cuba rinunci alle idee per le quali ha lottato per più di un secolo, per le quali il suo popolo ha versato molta sangue e ha corso i più grandi rischi”…
Secondo diverse fonti della comunità cubana in Florida, nonostante quanto affermato nei paragrafi precedenti, vari gruppi e figure dell’estrema destra di Miami dal minuto stesso in cui divennero pubblici gli accordi raggiunti dai Presidenti dei due paesi, non hanno smesso un attimo di orchestrare piani e azioni contro tali accordi, dimostrando ancora una volta, la loro irrazionalità e stagnazione politica.
Sono gli stessi reazionari che hanno puntato storicamente per lo scontro e la violenza, non per il dialogo e la comprensione pacifica.
Questi gruppi non agiscono solo contro i governi ei popoli di Cuba e degli USA, ma anche, contro la Chiesa Cattolica, il Papa e la comunità internazionale.
Alcuni, apertamente, e altre in privato, manifestano disinvoltamente che proveranno, con tutti i mezzi (comprese azioni militari e di disobbedienza civile), ad ostacolare il processo di normalizzazione delle relazioni, iniziato 17 dicembre 2014; che beneficia non solo i due paesi, ma anche l’intera regione latinoamericana e caraibica.
In questi giorni, l’interesse del chiamato esilio storico si è concentrato e si concentrerà sulla visita Roberta S. Jacobson, Segretaria di Stato Aggiunto per gli Affari dell’Emisfero Occidentale, a L’Avana il 21 gennaio, per iniziare i colloqui sul ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, tra le altre questioni nell’agenda bilaterale già in cartella.
L’estrema destra di origine cubana, in linea con quanto sopra, si sforza di ostacolare i progressi dei negoziati in corso, incaricando un gruppo di oppositori interni di chiedere alla funzionaria USA che si riunisca con loro, coll’obiettivo di trasferirle le loro note posizioni, che coincidono con quelle dei deputati e senatori, di origine cubana, Marco Rubio, Ileana Ros-Lehtinen, Robert Menèndez e figuranti. Non è inconcepibile pensare che tale richiesta sia accettata dalle autorità USA, e si concretizzi l’incontro della capa della diplomazia, con un piccolo gruppo di dissidenti, benché il più significativo possibile.
I politici di estrema destra anti-cubana e gli oppositori di Miami ed interni temono la rapidità con cui si stanno articolando gruppi favorevoli alle relazioni con Cuba, in particolare quelle di tipo commerciali. Così orchestrano fare qualcosa, altrettanto rapido, che sia drastico e che fermi il processo.
Per ora, il Direttorio Democratico Cubano, Il Consiglio per una Cuba Libera, il Partito Repubblicano di Cuba, la Federazione latinoamericana delle Donne Rurali, Miami Medical Team, Comuni di Cuba in Esilio, Alpha 66, i gruppi di Ex Prigionieri, Giunta Patriottica, Vigilia Mambisa, Movimento Democrazia, Movimento 30 Novembre, Cuba Indipendente e Democratica, Piantati fino alla Libertà e la Democrazia, con Eduardo Macaya, Santiago Alvarez e perfino Luis Posada Carriles girando intorno, sono in piena organizzazione di incontri, piani ed azioni.
Ma la realtà è che si tratta di gruppi molto deboli, con un debole o nullo sostegno in territorio cubano, con il finanziamento che ristagna, e specialmente perché quasi tutti i leader più reazionari hanno molti anni sulle spalle. Non possiamo non menzionare il ruolo protagonista che sta svolgendo il Comune di Miami, con Tomas Regalado alla testa, con l’approvazione del Governatore dello Stato.
Il 20 dicembre scorso, chiudendo l’anno 2014, il comune di Miami ha investito più di 500.000 dollari nell’ organizzazione di una protesta, presso il Parco José Martí, contro gli accordi bilaterali, la cui presenza è stata molto inferiore al previsto, ciò che ha mostrato il basso livello di convocazione che possiedono i gruppi di estrema destra. Quello che si è risaltata è stata la presenza delle bandiere di gruppi paramilitari come Alpha 66, ex detenuti, Giunta Militare e Commando F-4. L’evento ha avuto una ripercussione quasi nulla nei media internazionali perché, al posto delle migliaia di partecipanti annunciati ha assistito solo una manciata di persone.
La Fondazione Nazionale Cubano Americana, nel frattempo, mantiene una posizione ambigua e d’aspettativa per non “bruciarsi”. La stessa ha ringraziato il Papa per il ruolo svolto, che diffonde elenchi di presunti prigionieri che Cuba deve rilasciare immediatamente, che continua i negoziati con l’amministrazione per ottenere più finanziamento per il suo lavoro sovversivo interno. In realtà, la sua linea d’azione è simile a quella dell’ estrema destra, ma temperata dai suoi forti legami con la Casa Bianca ed essere parte importante della macchina progettata per raggiungere il “golpe soave” a Cuba.
Dobbiamo capirli tutti, la situazione è di disperazione, perché lo storico esilio cubano è sull’orlo della disfatta totale. Ci sono altri gruppi importanti che sono anche interessati a promuovere un cambiamento di sistema sull’isola, ma composto da diverse generazioni di cubani, molti più giovani, ma le loro proposte per raggiungerlo sono diverse, d’altro taglio, “più pulito”, più contemporaneo. D’altra parte, politica a parte, proprio i più giovani e gli emigrati recenti – che costituiscono la maggioranza – sono quelli che favoriscono una nuova politica nei confronti di Cuba; quello che Obama ha appena iniziato.
La preoccupazione non è solo una sconfitta strategica a Cuba, ma anche, e qui è il loro problema più serio: mantenere, a partire da ora, il sistema medievale che per anni sono riusciti ad installare nel piccola Avana.
Le proteste pubbliche organizzate a Miami contro gli accordi hanno fornito una pessima immagine al mondo del cosiddetto esilio. Se insistono finiranno per dare ragione a coloro che sostengono la tesi che l’ “esilio politico storico” è finito.
La verità vera, come dicono alcuni, è che i congressisti anti-cubani, sia repubblicani che democratici, e i leader politici della comunità cubana di Miami sono stati totalmente ignorati e lasciati fuori dai negoziati. Obama prendendo l’iniziativa ha valutato nella giusta misura il potere politico di questo gruppo, e i problemi che possono causargli nel Congresso – nelle mani dei repubblicani – nei prossimi due anni.
I più retrogradi pretendendo creare una nuova crisi, sostenuti dai media di Miami che controllano, si sono praticamente appellati ad un esodo di massa di potenziali emigranti; dicendo che la Legge di Aggiustamento Cubano subirà modifiche e che gli accordi migratori saranno modificati. Davanti a tale irresponsabilità, sconfinando nell’illecito, l’Amministrazione e il Servizio della Guardia Costiera hanno dovuto intervenire per smentire tali manipolazioni.
Internamente, l’opposizione ha realizzato anche diversi reclami dove hanno espresso il loro disaccordo, soprattutto perché non sono state consultate nel corso dei negoziati. Così, sia la dissidenza interna, sia quella stabilita all’estero, sono rimaste spiazzate con gli annunci del ripristino dei rapporti diplomatici, cosi come con lo scambio di prigionieri. Questi disaccordi e fastidi potrebbero materializzarsi in atti di disobbedienza civile che tanto desiderano i loro colleghi del nord.
Privatamente, i più intelligenti riconoscono che l’estrema destra è isolata e contro il mondo come non mai, e che tali misure hanno mostrato una divisione antagonista nella diaspora cubana, disfacendo ciò che era rimasto del mito dell’unità esistente nella emigrazione cubana.
La verità è che ogni volta, fino ad oggi, che c’è stato un riavvicinamento tra i due governi è emerso un piano per farlo deragliare. Per questo risulta particolarmente importante che l’Amministrazione USA faccia di tutto in suo potere per impedire che le note organizzazione ed elementi terroristici, con le loro azioni violente e provocatorie, facciano abortire l’attuale processo di normalizzazione delle relazioni bilaterali, come è successo in altri momenti noti negli anni ’60 e ’90.
La ultraderecha del “Exilio cubano” en Miami pretende sabotear la normalización de relaciones entre Cuba y Estados Unidos
Mariano Álvarez
Casa blanca: “No podemos seguir haciendo lo mismo y esperar obtener un resultado diferente. Intentar empujar a Cuba al abismo no beneficia a Estados Unidos ni al pueblo cubano. Vamos a levar las anclas del pasado porque es necesario alcanzar un futuro mejor: para nuestros intereses nacionales, para las personas que viven en Estados Unidos y para el pueblo cubano”…
Sumo Pontífice: “Un ejemplo que aprecio particularmente de cómo el diálogo puede verdaderamente edificar y construir puentes es la reciente decisión de los Estados Unidos de América y Cuba de poner fin a un silencio recíproco, que ha durado medio siglo y de acercarse por el bien de sus ciudadanos”…
Sacerdotes Yorubas cubanos en La Letra del año de 2015: “Puentes y diálogo: todo el que tenga esa función –crear puentes y fomentar diálogos- en sus manos está llamado al triunfo, el que levante paredes y derrumbe puentes está condenado al fracaso…”
Raúl Castro: “Reiteramos la disposición al diálogo respetuoso y recíproco sobre las discrepancias… No debe pretenderse que para mejorar las relaciones con los Estados Unidos, Cuba renuncie a las ideas por las que ha luchado durante más de un siglo, por las que su pueblo ha derramado mucha sangre y ha corrido los mayores riesgos”…
Según diversas fuentes de la comunidad cubana en La Florida, a pesar de lo expresado en los párrafos anteriores, varios grupos y figuras de la extrema derecha en Miami desde el mismo minuto en que se hicieron públicos los acuerdos tomados por los Presidentes de ambos países, no han dejado ni un momento de orquestar planes y acciones contra ellos, demostrando una vez mas, su irracionalidad y estancamiento político.
Son los mismos reaccionarios que han apostado históricamente por la confrontación y la violencia, no por el dialogo y el entendimiento pacífico.
Estos grupos no están actuando solo contra los gobiernos y los pueblos de Cuba y Estados Unidos, sino también, contra la Iglesia Católica, el Papa y la comunidad internacional.
Unos, de forma abierta, y otros de manera privada, manifiestan desenfadadamente que intentarán, por todos los medios (incluye acciones bélicas y de desobediencia civil) entorpecer el proceso de normalización de las relaciones, iniciado el 17 de diciembre de 2014; que no solo beneficia a ambos países sino a toda la región latinoamericana y caribeña.
Por estos días, el interés del llamado exilio histórico se ha centrado y se centrará en la visita de Roberta S. Jacobson, Secretaria de Estado Adjunto para Asuntos del Hemisferio Occidental, a La Habana el 21 de enero, para iniciar las conversaciones sobre el restablecimiento de relaciones diplomáticas entre los dos países, entre otros temas de la agenda bilateral que ya estaban en cartera.
La extrema derecha de origen cubano, en línea con lo dicho, se esfuerza por entorpecer el progreso de las negociaciones en curso, instruyéndole a un grupo de opositores internos que exijan a la funcionaria norteamericana que se reúna con ellos, a fin de trasladarle sus conocidas posiciones, que coincidentes con las de los congresistas y senadores, de origen cubano, Marco rubio, Ileana Ros-Lehtinen, Robert Menéndez y comparsa. No es descabellado pensar que dicha petición sea aceptada por las autoridades norteamericanas, y se concrete la reunión de la Jefa de la diplomacia con un grupito de disidentes, aunque lo más significativo posible.
Los políticos de la extrema derecha anticubanos y los opositores miamenses e internos temen lo rápido que se están articulando grupos favorables a las relaciones con Cuba, particularmente las de índole comercial. De manera que orquestan hacer algo, igualmente rápido, que sea drástico y que paralice el proceso.
De momento, el Directorio Democrático Cubano, El Consejo para una Cuba Libre, el Partido Republicano de Cuba, la Federación Latinoamericana de Mujeres Rurales, Miami Medical Team, Municipios de Cuba en el Exilio, Alpha 66, los grupos de Ex Presos, Junta Patriótica, Vigilia Mambisa, Movimiento Democracia, Movimiento 30 de Noviembre, Cuba Independiente y Democrática, Plantados hasta la Libertad y la Democracia, con Eduardo Macaya, Santiago Álvarez y hasta Luis Posada Carriles dándoles vueltas, están en plena organización de reuniones, planes y acciones.
Pero la realidad es que se trata de grupos muy débiles, con un efímero o nulo respaldo en el territorio cubano, con el financiamiento estancado y en especial porque casi todos los cabecillas más reaccionarios tienen muchos años en sus costillas. No podemos dejar de mencionar el papel protagónico que está jugando la alcaldía de Miami con Tomas Regalado a la cabeza, con el visto bueno del Gobernador del Estado.
El pasado 20 de diciembre, finalizando el año 2014, la alcaldía de Miami invirtió más de 500 mil dólares en la organización de una protesta, en el parque José Martí, en contra los acuerdos bilaterales, cuya asistencia quedó muy por debajo de lo previsto, muestra el bajo nivel de convocatoria que poseen los grupos de la extrema derecha. Lo que si resaltó fue la presencia de las banderas de grupos paramilitares como Alpha 66, Ex presos, Junta Militar y Comandos F-4. El evento tuvo una repercusión casi nula en los medios internacionales porque en lugar de los miles de asistentes anunciados solo asistió un puñado de gente.
La Fundación Nacional Cubano Americana, por su parte, mantiene una posición ambigua y a la expectativa para no “quemarse”. Lo mismo agradece al Papa por el papel jugado, que circula listados de supuestos presos que Cuba debe liberar de inmediato, que sigue haciendo gestiones con la administración para conseguir más financiamiento para su labor subversiva interna. En realidad, su línea de acción se parece la de la extrema derecha pero atenuada por sus fuertes vínculos con la Casa Blanca y ser parte importante de la maquinaria diseñada para lograr el “golpe suave” en Cuba.
Tenemos que comprenderlos a todos, la situación es de desespero, pues el exilio histórico cubano esta al borde de la derrota definitiva. Hay otros grupos mayoritarios que también están interesados en promover un cambio de sistema en la isla, pero integrados por diferentes generaciones de cubanos, muchos más jóvenes, pero sus propuestas para alcanzarlo son diferentes, de otro corte, “más limpio”, mas contemporáneo. Por otro lado, política aparte, precisamente los más jóvenes y los emigrados recientes- que conforman la mayoría- son los que favorecen una nueva la política hacía Cuba; lo que acaba de comenzar Obama.
La preocupación no solo se reduce a una derrota estratégica en Cuba, sino también y he aquí su problema mas serio: mantener a partir de ahora el sistema medieval que por años han logrado instalar en la pequeña habana.
Las protestas públicas organizadas en Miami contra los acuerdos han ofrecido una muy pobre imagen al mundo del llamado exilio. Si insisten terminarán dándole la razón a los que plantean la tesis de que “exilio político histórico” esta acabado.
La verdad verdadera, como dicen algunos, es que los congresistas anticubanos, tanto republicanos como demócratas, y los líderes políticos de la comunidad cubana en Miami fueron totalmente ignorados y mantenidos al margen de las negociaciones. Realmente Obama al tomar la iniciativa valoró en su justa medida el poder político de este grupo, y los problemas que pueden causarle en el congreso- en manos de los republicanos- en los dos años que siguen.
Los más retrógrados pretendiendo crear una nueva crisis, apoyados en los medios de difusión en Miami que controlan, han estado llamando prácticamente a un éxodo masivo de potenciales emigrantes; diciendo que la Ley de Ajuste Cubano va a sufrir cambios y que los acuerdos migratorios serán modificados. Ante tamaña irresponsabilidad, rayando con lo ilícito, la Administración y el Servicio de Guardacostas han tenido que intervenir negando tales manipulaciones.
A lo interno, la oposición también realizó diversos reclamos donde expusieron su desacuerdo, sobretodo porque no fueron consultados durante las negociaciones. De manera, que tanto la disidencia interna, como la asentada en el exterior, se quedó descolocada con los anuncios del restablecimiento de los vínculos diplomáticos, así como con el intercambio de prisioneros. Estas inconformidades y molestias podrían materializarse en acciones de desobediencia civil que tanto ansían sus colegas del norte.
En privado, los más inteligentes reconocen que la extrema derecha está aislada y contra el mundo como nunca antes, y que estas medidas han puesto de manifiesto una división antagónica en la diáspora cubana, deshaciendo lo que quedaba de mito de la unidad existente en la emigración cubana.
Lo cierto es que cada vez, hasta ahora, que ha habido un acercamiento entre ambos gobiernos ha surgido un plan para descarrilarlo. Por ello resulta particularmente importante que la Administración norteamericana haga todo lo que esté a su alcance para impedir que las reconocidas organizaciones y elementos terroristas, con sus acciones violentas y provocadoras, aborten el actual proceso de normalización de las relaciones bilaterales, como sucedió en otros momentos conocidos en las décadas de los 60 y 90.