Il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha terminato il nuovo incontro che si è svolto sabato 18 con lo staff di lavoro che analizza diversi temi nell’Isola per appoggiare lo scontro al nuovo coronavirus, con parole di ringraziamento ai nostri specialisti che continuano ad aprire cammini nel mezzo di tante complessità e stanno aprendo strade di presente e di futuro.
Il mandatario, guidando con il Primo Ministro, Manuel Marrero Cruz, l’abituale riunione settimanale che si realizza con questo gruppo di accademici, ha sottolineato che varie linee che ora si sviluppano resteranno anche per un altro momento. Questo convalida ancora una volta l’applicazione di un metodo scientifico per affrontare contingenze. In questo senso si è riferito a quanto è stato possibile avanzare nello scontro alla pandemia con predizione, dopo il lavoro con i modelli. Ha posto come esempio tutto quello che i potrà anticipare in questione d’investigazione e controllo e nel trattamento ai pazienti.
Tutto questo, ha valutato, darà un apporto tremendo in funzione di una maggiore efficienza nello scontro alla COVID-19 e a future epidemie.
Nella riunione, che è stata guidata dal vice primo ministro Roberto Morales Ojeda e dal Dottor Pedro Más Bermejo, ha assicurato che modelli di predizione stanno funzionando e diversi danno risultati promettenti.
Il dottor Raúl Ginovar, decano della Facoltà di Matematica e Computazione, dopo una valutazione della malattia ha affermato che considerando il modello di predizione ci stiamo muovendo in uno scenario tra medio e favorevole nel comportamento della pandemia.
Anche quando questi modelli sono dinamici l’impegno è mantenerci in questa zona ben vicina allo scenario migliore e questo dipende da tutto quello che facciamo, da come lavoriamo, ha insistito.
A proposito di questo tema il dottore Más Bermejo ha considerato che si devono estendere ai territori i risultati delle investigazioni e gli strumenti sviluppati dal gruppo tecnico perché si applichino nella presa delle decisioni a livello municipale, in aree e consigli popolari.
Inoltre ha segnalato che i risultati delle investigazioni realizzate mostrano la necessità di porre una maggiore enfasi al lavoro nelle località per il controllo dei focolai, con il fine d’evitare i prolungamento nel tempo della COVID-19.
«I focolai vanno considerati come fossero il primo caso», ha precisato.
Il vice primo ministro Roberto Morales Ojeda ha insistito sulla certificazione di focolai e di eventi che permetterà di realizzare una maggior stratificazione dei rischi e processi. Questo modo d’agire, ha valutato, ci indica dove non possiamo smettere di controllare ogni giorno dove si deve insistere maggiormente, convinti dell’efficacia di quello che facciamo.
Raydel Montesino, vice rettore dell’Università di Scienze Informatiche (UCI) ha reso noti i primi risultati ottenuti partendo dall’applicazione del controllo virtuale di recente creazione della UCI con i ministeri di Salute Pubblica e delle Comunicazioni.
Dalla notte di venerdì 17 alle prime ore di sabato, si sono auto controllati 11237 persone nel paese i cui apporti costituiscono una preziosa informazione per uso del sistema di Salute Pubblica.
Uno degli aspetti più importante è che la popolazione vede che l’informazione che si sta offrendo giunge realmente al sistema di salute, ai municipi, alle comunità e si usa come strumento di lavoro.
Il Presidente Díaz-Canel ha sottolineato che ora si deve montare un sistema di Salute che permetta, partendo dal risultato di questo controllo, giungere a queste persone accrescendo l’attenzione differenziata per ognuno.
Durante lo scambio si è saputo che si sta realizzando un lavoro per il disegno di un apparato per diagnosi sierologica per misurare la presenza di anti corpi, utilizzando il Sistema Ultra Micro Analitico (SUMA), che permetterebbe di realizzare un controllo di massa e la ricerca di casi positivi tra la popolazione. Inoltre permetterà al paese di disporre di metodi diagnostici propri con una maggior efficienza.
Il dottor Mitchel Valdés ha offerto informazioni sulla produzione dei mezzi di protezione per il personale del Sistema di Salute Pubblica, come i protettori facciali, i camici e i grembiuli. Per tutto questo lavorano diverse istituzioni statali e lavoratori privati.
Ugualmente ha commentato i passi avanti fatti ottenendo la riparazione dei respiratori artificiali vitali per il funzionamento della terapia intensiva.
Po ha definito l’esperienza molto interessante e ha detto che è un onore lavorare con un gruppo tanto ampio, includendo varie istituzioni e industrie statali che hanno risposto immediatamente e hanno stabilito catene di produzione diverse a gran velocità. Ha accentuato la necessità di rinforzare e usare sempre più queste catene di produzione.
Con tutto quello che stiamo facendo, ha valutato, cerchiamo di risolvere i nostri problemi e creiamo anche una capacità per aiutare altri paesi.