di Geraldina Colotti
Intervista esclusiva al professor Adán Chávez
Il professor Adán Chávez Frías, fratello maggiore di Hugo, leader storico della Rivoluzione Bolivariana, non ha bisogno di presentazioni. Vicepresidente degli affari internazionali del Partito socialista unito del Venezuela (PSUV), attualmente è ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela nella Repubblica di Cuba e dirige l’Istituto di studi superiori Hugo Chávez. Lo ringraziamo per aver accettato di rispondere alle nostre domande dall’Avana.
Come vedi da Cuba questa pandemia?
Stiamo vivendo una situazione molto complessa per l’umanità, che ha motivato gli sforzi in tutto il mondo per affrontare questo nuovo coronavirus, Covid-19. Ora, quando si valutano i diversi modi in cui è stata affrontata la lotta contro la pandemia, possiamo affermare che è stata dimostrata l’inefficienza e la non praticabilità di un modello di esclusione e di ingiustizia, che sta agonizzando: il capitalismo, che è finito insieme ai sistemi sanitari di quei paesi che l’hanno assunto.
Al contrario, il modello socialista, che mette chiaramente l’accento sulle persone e usa la solidarietà come strumento per combattere Covid-19, ha dimostrato la validità dei suoi principi, anteponendo ai calcoli economici la preservazione della vita.
Uno dei casi da evidenziare, oltre a paesi come Cina e Russia, è quello della sorella Repubblica di Cuba; un paese che nonostante sia vittima, come il Venezuela, di un blocco criminale economico, finanziario e commerciale dell’imperialismo USA, continua ad essere un esempio di umanesimo e internazionalismo.
Finora, Cuba ha inviato 23 brigate di professionisti della salute, del contingente “Henry Reeve”, a unirsi agli sforzi nazionali e locali condotti in 20 paesi del mondo per combattere il Covid-19. Questa cifra si aggiunge a quella delle brigate di collaborazione medica che Cuba mantiene in 60 paesi, che a loro volta hanno aderito all’impegno per combattere questa malattia. Tutto questo senza minimamente trascurare la responsabilità di proteggere il popolo cubano.
Lo stesso fa il governo bolivariano nei confronti dei venezuelani e delle venezuelane, senza differenza alcuna e ovunque si trovino. Ad esempio, qui a L’Avana, nell’esercizio delle responsabilità che competono al rappresentante diplomatico del nostro paese sull’isola, abbiamo fatto fronte alle richieste di quei nostri connazionali che, per motivi diversi, sono ancora a Cuba. In buona parte, sono riusciti a tornare a casa, grazie all’impegno del compagno presidente Nicolás Maduro, figlio di Chávez, per garantire il ritorno dei nostri compatrioti e delle compatriote.
Perché il Venezuela, nonostante tutte le persecuzioni che ha dovuto subire e che subisce sta riuscendo a contenere con successo il Covid-19?
Noi, venezuelani e venezuelane, abbiamo deciso di affrontare questa battaglia con responsabilità, disciplina e coscienza del dovere sociale, come ha fatto in modo permanente il leader storico della Rivoluzione Bolivariana fin dai primi momenti in cui il nostro progetto rivoluzionario ha iniziato a prendere forma.
Pertanto, il nostro popolo ha risposto con civiltà e profondo amore alla Patria alla richiesta di quarantena sociale, e ha seguito alla lettera tutte le linee guida emanate dal governo bolivariano. Il compagno Maduro, in prima linea, non ha esitato a prendere misure energiche per salvaguardare l’integrità del nostro popolo, in linea con le raccomandazioni formulate da istituzioni come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Questo è andato di passo con l’adozione di una serie di iniziative volte a garantire che i vari settori strategici del Paese rimanessero operativi e potessero fornire una risposta tempestiva e immediata alla pandemia. Così abbiamo dimostrato che, nel socialismo, l’essere umano è al centro di tutte le politiche progettate e attuate.
Oggi possiamo dire che l’azione del governo bolivariano per il contenimento di Covid-19 è stata esemplare ed è un riferimento per altri Popoli della Nostra America Latinocaraibica e del mondo. Per adempiere a questo compito abbiamo avuto il sostegno inestimabile di paesi come la Cina, la Russia e la sempre coerente Cuba.
Sono sicuro che questa disciplina, quell’alto grado di coscienza e quello spirito coraggioso dell’eroico popolo venezuelano, continueranno a manifestarsi, perché noi venezuelani e venezuelane, nelle avversità siamo sempre cresciuti e ci siamo rafforzati. Così abbiamo fatto sconfiggendo, con l’unione civico-militare e in difesa dell’eredità del comandante Hugo Chávez, storico leader della rivoluzione bolivariana, ogni tentativo intrappreso dall’estrema destra venezuelana, con il sostegno dell’imperialismo USA, per cercare di distruggere il progetto di grandi trasformazioni che ha preso avvio nel nostro paese dal 1999.
Quindici anni fa, il comandante Chávez, con il sostegno di Fidel, creò la Misión Barrio Adentro, che oggi è fondamentale nell’affrontare il coronavirus. Cosa può insegnare all’Europa?
La Misión Barrio Adentro, che il 16 aprile ha compiuto 15 anni, è un chiaro esempio della stretta relazione esistente tra i nostri popoli, dalla firma dell’accordo globale sulla cooperazione Cuba-Venezuela, firmato su iniziativa dei Comandanti Fidel Castro e Hugo Chávez il 30 ottobre 2000.
La Misión Barrio Adentro è, senza dubbio, una delle più importanti politiche sociali promosse dal governo bolivariano e ha significato l’accesso del nostro popolo a cure mediche gratuite, di prevenzione e di qualità. Politiche rivolte anche a quelle comunità che, prima che la Rivoluzione Bolivariana andasse al potere, nel 1999, ne erano escluse, in conseguenza del modello neoliberista imposto al paese nella Quarta Repubblica, che ci ha tenuto nella povertà e nella desolazione per decenni.
Oggi, come prevede la Costituzione bolivariana, la salute è un diritto sociale fondamentale nel Paese, essendo obbligo dello Stato venezuelano garantirla come parte del diritto alla vita del nostro Popolo. La Misión Barrio Adentro svolge quindi un ruolo importante, come strumento fondamentale per rafforzare un sistema pubblico nazionale che oggi è in grado di affrontare la pandemia, con grande efficienza e gratuitamente.
Questa è una possibilità che gli abitanti e le abitanti dell’Europa generalmente non hanno oggi, dato che i sistemi sanitari dei loro paesi hanno dimostrato di essere in crisi e incapaci di servire efficacemente contro il Covid-19. L’Europa ha distrutto il cosiddetto modello di welfare che, con alti e bassi, era stato adottato con successo su quel Continente. Una conseguenza che oggi è pagata dai cittadini e dalle cittadine europei, che devono affidarsi a sistemi sanitari sopraffatti dalla realtà della pandemia, e che mostrano la profonda crisi in cui versano, prodotto del modello neoliberista che hanno assunto.
Le autorità europee hanno privatizzato i loro sistemi sanitari, il cui mantenimento è stato considerato un onere per lo Stato e non, come accade per esempio in Venezuela, un investimento necessario a beneficio del popolo. Da noi, per il 2020, la percentuale del budget annuale destinato agli investimenti sociali ammonta al 75,9%. E questo malgrado le pesanti limitazioni che il criminale blocco economico, finanziario e commerciale imposto dall’imperialismo USA infliggono al paese.
In Europa, anziché prendere decisioni tempestive per proteggere la vita dei propri connazionali, i governi hanno dato la priorità al profitto, al calcolo delle conseguenze socio-economiche. In Venezuela e in altri paesi, al contrario, sono state prese misure drastiche a favore delle persone, incluso il rafforzamento costante dei propri sistemi sanitari, che hanno dimostrato la loro efficacia nello scenario attuale.
Nell’aprile 2013, celebrando la vittoria elettorale nel Palazzo di Miraflores, mentre lo sconfitto Capriles stava già invitando i suoi a “sfogare l’incazzatura”, il presidente Maduro denunciava che l’oligarchia gli aveva proposto un accordo, ma che lui lo aveva respinto. Cosa è successo dopo? Qual è stato il peso dell’oligarchia e cosa ha ottenuto finora?
Il 2013 è stato un anno molto difficile per la rivoluzione bolivariana. Avevamo appena sepolto il comandante Hugo Chávez e dovevamo affrontare le elezioni presidenziali. Elezioni in cui ancora una volta le forze della Patria hanno trionfato, seppur nel mezzo della grande tristezza collettiva che il popolo venezuelano stava soffrendo per la perdita del leader. Risultati che, come tu ben dici, non sono stati riconosciuti dall’opposizione venezuelana.
Questo atteggiamento non era e non è una novità. Non c’è stato praticamente alcun processo elettorale in cui, dopo aver perso, l’opposizione abbia riconosciuto i risultati, nonostante il Venezuela abbia uno dei sistemi elettorali più affidabili al mondo. L’opposizione riconosce i risultati solo quando vince, com’è accaduto alle elezioni parlamentari del 2015. Una vittoria, tra l’altro, riconosciuta immediatamente dalle forze patriottiche.
Pertanto, l’oligarchia senza-patria venezuelana ha sempre fatto appello alla “scorciatoia” del colpo di stato, data l’impossibilità di sconfiggere la rivoluzione bolivariana nelle urne elettorali. Una situazione che ha indotto il nostro popolo a prepararsi alla difesa, nell’unione civico-militare, dell’eredità del comandante Hugo Chávez, affrontando con determinazione tutti i tentativi di golpe che hanno avuto luogo in modo permanente in questi 21 anni: incluso il tentativo di Capriles nel 2013. Dopo ogni fallimento, l’opposizione venezuelana si è logorata e, praticamente, l’unica cosa che la sostiene oggi è l’appoggio diretto del governo degli Stati Uniti.
Non c’è stato, non c’è e non ci sarà nessun patto con l’oligarchia per tradire l’eroico popolo venezuelano, che è fermo in difesa della sua rivoluzione.
In Europa comanda il mercato, le cui regole rischiano di continuare a imporsi durante la recessione post-pandemia attraverso i diktat dell’Unione Europea. Cosa succederà in Venezuela?
Mi sembra che, sebbene vi sia chi persiste ostinatamente nell’adozione di processi decisionali che si sono rivelati parte del problema e non della soluzione, una volta controllata la pandemia, il mondo non sarà più come prima.
Certamente, questo necessita l’impegno di tutte e tutti noi, la mobilitazione delle organizzazioni politiche e sociali del mondo, la forza di quel che facciamo ora per rendere il pianeta un luogo più giusto, più sicuro e più dignitoso. L’impegno, soprattutto, della classe operaia, che il Primo Maggio celebra la Giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici.
In ogni modo, paesi come Cina, Cuba e Venezuela, tra quelli che hanno posto l’accento sulle persone, sulla salvaguardia delle loro vite, diverranno più forti. Al contrario, i paesi capitalisti che hanno mostrato una grande inettitudine nell’affrontare questa complessa situazione, saranno indeboliti, nonostante la grande forza economica e militare che hanno, come nel caso degli Stati Uniti e di un’Europa, che certamente ha poco da mostrare come esempio di unità e cooperazione.
Nel caso del Venezuela, avremo anche convalidato il nostro modello di welfare sociale, il Sistema di missioni e Grandi missioni socialiste, così come lo schema di integrazione che abbiamo sviluppato nel corso degli anni, che poggia, com’è noto, negli ideali di integrazione continentale del nostro Padre Liberator Simón Bolívar.
In Europa la propaganda di guerra contro il governo bolivariano è molto forte. Come spiegheresti cosa sta succedendo adesso con la benzina che scarseggia, e con la speculazione dei prezzi?
Il Venezuela è vittima di un attacco criminale imperiale, che si esprime nelle sfere politico-diplomatica ed economico-finanziaria. Siamo oggetto di forti misure coercitive unilaterali, adottate extraterritorialmente dal governo suprematista degli Stati Uniti, almeno dal 2014.
Queste misure costituiscono un crimine contro l’umanità, come previsto dallo statuto di Roma. Hanno lo scopo di impedire al nostro Paese di effettuare transazioni per accedere a prodotti alimentari e medicinali che servono al nostro popolo, ottenere finanziamenti internazionali. Questo divieto include: obbligazioni, prestiti, estensioni di prestiti, garanzie di prestito, lettere di credito, fatture o note di sconto e documenti commerciali, fino al blocco delle attività finanziarie della Banca centrale del Venezuela (BCV) e al divieto delle operazioni di Petróleos de Venezuela (PDVSA), da cui dipendono gran parte delle entrate del paese. La filiale CITGO, con sede negli Stati Uniti, è stata confiscata e le forniture necessarie per produrre carburante non arrivano nel Paese. Inoltre, ci è stato proibito di effettuare qualsiasi transazione con oro e criptovalute.
Tutte queste misure di soffocamento economico, come quelle attuate all’epoca in Cile contro il presidente martire Salvador Allende, insieme ad azioni di cyber-terrorismo volte a fissare un tasso di cambio parallelo e illegale, come il caso di Dollar Today, hanno influito senza dubbio sull’economia venezuelana, esacerbando le pressioni inflazionistiche, diminuendo il potere d’acquisto di venezuelani e venezuelane e minando l’autorità della nostra Banca centrale.
Come se ciò non bastasse, recentemente il governo degli Stati Uniti ha rubato 342 milioni di dollari dal nostro Paese, che la Banca centrale del Venezuela (BCV) aveva depositato nella Citybank. Denaro che è stato “trasferito” alla Federal Reserve statunitense. Un saccheggio che mostra la gravità dell’attacco di cui il popolo venezuelano è vittima.
Attacchi sostenuti da un’aggressiva campagna anti-bolivariana, attuata con la complicità delle grandi imprese di informazione del mondo. Queste coordinano linee editoriali che evidenziano permanentemente mezze verità e palesi bugie sulla realtà venezuelana, al fine di offuscare l’immagine del compagno presidente Nicolás Maduro e il governo bolivariano. Campagne che mettono in discussione l’autonomia dei poteri pubblici della Repubblica e minano il morale di coloro che militano e / o simpatizzano con la rivoluzione bolivariana.
Dopo la scomparsa fisica del Comandante, il tuo messaggio in cui riprendevi lo zaino del fratello caduto, ha commosso il paese. Cosa c’è in quello zaino? Qual è l’eredità concreta di Hugo Chávez oggi in Venezuela?
Il comandante Hugo Chávez ci ha lasciato un sacco di sogni e progetti, alcuni dei quali dobbiamo continuare a consolidare. Come ho detto in quel triste giorno, è uno zaino infinito, che non ha dimensioni, perché accoglie tutti i desideri e le aspirazioni dell’America Latinocaraibica, e dei popoli del mondo. Quello zaino non lo portano solo le mie spalle, ma quelle di tutto il popolo venezuelano, le spalle dei valorosi uomini e donne che lavorano instancabilmente per la prosperità della Patria, quelli che difendono la propria sovranità e indipendenza, quelli che combattono instancabilmente per la vera unità della nostra Patria Grande.
Come sappiamo, il nostro leader eterno era un fervente e coerente difensore della dignità nazionale e nostramericana, permanentemente minacciata dal nemico storico dei nostri popoli. In tempi così complessi come quelli attuali, in cui continuiamo a essere oggetto della furia imperiale da parte di coloro che insistono nel vederci come il loro cortile di casa, è allora che diventa più forte questo sentimento. È il momento in cui diventiamo pienamente coscienti, a livello continentale, dell’impegno che abbiamo con quello zaino, che non è altro che l’eredità di Chávez.
Vi sono, sotto gli occhi del mondo, gli innegabili risultati in diverse aree del lavoro nazionale: salute, cultura, sport, attività ricreative, alloggi, sicurezza sociale e difesa nazionale, tra i molti altri a beneficio del popolo venezuelano.
Non sono stati in grado e non saranno in grado di farcela contro il Venezuela, proprio a causa dell’immensa eredità del leader storico della Rivoluzione Bolivariana, con la quale abbiamo recuperato la nostra indipendenza nazionale, il bene più prezioso che abbiamo riconquistato dopo 200 anni, come ha scritto lo stesso Chávez nel Plan de la Patria, una parte fondamentale della sua eredità. Un’indipendenza che noi venezuelani e venezuelane siamo disposti a difendere a ogni costo.
Esiste la possibilità che Trump possa attaccare militarmente il Venezuela? E cosa può fare Cuba?
Nella sua disperazione di porre fine alla Rivoluzione Bolivariana, e di fronte al fallimento di precedenti tentativi, l’attuale amministrazione degli Stati Uniti ha assunto direttamente la leadership dell’opposizione venezuelana e l’esecuzione di piani volti a cercare di raggiungere questo obiettivo. Si è spinta effettivamente fino al punto da minacciare l’intervento militare contro il nostro paese, per rovesciare il governo bolivariano e impossessarsi delle nostre ricchezze naturali, nonché per punire il popolo di Bolivar e Chávez per la loro audacia di voler essere solidali, sovrani e indipendenti. A tutto questo, si aggiunge ora un’infame accusa contro il compagno presidente Nicolás Maduro e altri dirigenti, per cercare di collegarli al traffico di droga, ovviamente senza alcuna prova.
Una minaccia che rivela la natura irrazionale e irresponsabile delle azioni che Donald Trump sta intraprendendo contro il nostro Paese da una posizione apertamente bellicosa. Il nobile popolo venezuelano ha reagito in difesa della Patria e della sua indipendenza. Come ho detto prima: siamo pronti a difendere la nostra Patria su qualunque terreno sia necessario.
Inoltre, in tutto il mondo, si è manifestata la solidarietà con il nostro Paese, in difesa della pace, della sovranità e della democrazia bolivariana. Uno scenario in cui Cuba, come sempre, si è posta in prima linea, esprimendo il suo costante impegno nei confronti dei venezuelani e delle venezuelane, in qualunque scenario.
Che cosa può cambiare questa pandemia negli eventi politici del Venezuela come lo svolgimento delle elezioni parlamentari o nell’atteggiamento dell’opposizione golpista?
Il compagno presidente Nicolás Maduro ha recentemente dichiarato, in un’intervista con una radio argentina, che sarebbe irresponsabile da parte sua dire che quest’anno ci saranno elezioni a tutti i costi. Uno scenario che sembra improbabile per ora, in un momento in cui la priorità è combattere la pandemia di Covid-19. In ogni caso, qualunque sia la data delle elezioni, si dimostrerà la crescita di consenso del popolo nei confronti della gestione del governo bolivariano. Anche gli indifferenti e le indifferenti finiranno per rendersi conto che non esiste altra strada da quella del socialismo bolivariano.
Nei congressi mondiali dopo il Forum di San Paolo, è stata stabilita un’agenda internazionale di lotta. Come dovrebbe essere aggiornata in questa pandemia in base all’attività internazionalista del PSUV?
Il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) sviluppa le sue relazioni internazionali in base alla politica estera del Paese, governata, tra l’altro, com’è noto, dai principi di indipendenza, uguaglianza, autodeterminazione, cooperazione, rispetto dei diritti umani e solidarietà tra i popoli.
In questo contesto, dalla Vicepresidenza degli affari internazionali – istanza settoriale del nostro partito che ci corrisponde dirigere attualmente – abbiamo approfondito le nostre relazioni: con diverse organizzazioni politiche, sociali e dei lavoratori e delle lavoratrici in tutto il mondo; così come con parlamentari e deputate, operatori e operatrici della comunicazione alternativa, alcuni dei quali sono riuniti nel Consiglio nazionale e internazionale della comunicazione popolare (Conaicop) o membri della Rete di intellettuali, artisti e movimenti sociali in difesa dell’umanità. Solo per citare alcuni esempi.
Questo approfondito agire internazionale pone il suo accento, come è normale, sulla Nostra America Latinocaraibica e, in particolare, nei rapporti con le organizzazioni che fanno parte del Forum di San Paolo (FSP), il cui XXV Incontro abbiamo celebrato in Venezuela nel 2019. Un incontro da cui è emerso un Piano di lotta, assunto dalle forze progressiste del Continente e di altre parti del mondo che hanno partecipato all’evento.
Questo piano si è sviluppato in modo soddisfacente, anche se logicamente dovrà essere adattato alla luce della nuova realtà internazionale che si presenta a seguito della pandemia di Covid-19. In ogni caso, i necessari aggiustamenti implicherebbero l’adozione di nuovi metodi per continuare il lavoro che, sulla scena internazionale, abbiamo sviluppato per la difesa delle grandi cause dell’umanità. E per la lotta contro il capitalismo depredatore, la causa dei grandi mali del mondo di oggi.
Tutte le battaglie future in difesa della specie umana continueranno a trovare noi, il popolo, il governo venezuelano e il Partito socialista unito del Venezuela (PSUV), nella prima linea di combattimento, insieme alle altre organizzazioni progressiste della Nostra America e del mondo.
Puoi parlarci dell’attività dell’Istituto di studi superiori Hugo Chávez?
L’Istituto di studi superiori del pensiero dell’eterno comandante Hugo Rafael Chávez Frías, è stato creato dal governo bolivariano nel 2013, al fine di preservare e diffondere l’eredità del leader storico della rivoluzione bolivariana. Questo umile servitore è stato nominato per per dirigerlo, per decisione del compagno presidente Nicolás Maduro.
Attualmente, l’Istituto sviluppa e incoraggia diversi tipi di lavori creativi e concettuali per adempiere al suo scopo. Presuppongono lo studio, l’indagine, la compilazione, la protezione e la diffusione degli ideali del nostro Comandante eterno, nel campo politico, ideologico, scientifico, sociale e culturale.
In questo senso, solo per citare alcuni dei programmi progettati a tal fine, migliaia di documenti che spiegano l’ideologia politica del comandante Hugo Chávez sono stati resi disponibili a tutti i cittadini del mondo e fanno parte della sua eredità scritta e orale. Documenti inseriti nel portale “todochavezenlaweb”, classificati nelle categorie “discorsi e indirizzi”, “Aló Presidente”, “interviste e dichiarazioni”, “riunioni e allocuzioni”, “scritti” e “tutto Chávez in ordine cronologico”. Tutte queste informazioni sono accessibili tramite un motore di ricerca molto semplice, che facilita il lavoro di coloro che visionano la pagina.
Allo stesso modo, e tra le altre iniziative che abbiamo sviluppato nell’area della formazione, l’Istituto rilascia, in diverse entità federali del paese, il diploma “Visione generale dell’eredità del comandante Hugo Chávez”, in cui i partecipanti conoscono diversi aspetti dell’eredità del leader storico della Rivoluzione Bolivariana, di cui abbiamo già parlato.
Inoltre, abbiamo avanzato un intenso programma editoriale, dal quale sono stati stampati un buon numero di testi che raccolgono diversi elementi relativi all’ideologia del nostro Comandante eterno, con la sua visione e prassi. Alcuni di questi, i più recenti, sono stati presentati nel febbraio di quest’anno a L’Avana, nell’ambito della XXIX Fiera Internazionale del Libro di questo Paese fratello.
Il programma “La Huella Incandescente” merita una menzione speciale. Include le testimonianze di persone legate alla vita e al governo del leader storico della Rivoluzione Bolivariana, dalla sua giovinezza ai suoi ultimi giorni di esistenza fisica, registrate in modo videografico.
Oltre a quello che abbiamo fatto a livello nazionale, l’Istituto ha interagito con altre istituzioni prestigiose simili nel mondo, come il Centro Studi Che Guevara a Cuba; l’Istituto Schafik Hándal di El Salvador, e il Centro culturale per la cooperazione “Floreal Gorini”, in Argentina. Con alcune di queste istituzioni sono stati firmati accordi di cooperazione, il cui sviluppo dobbiamo continuare ad approfondire sempre di più ogni giorno. Dobbiamo sottolineare, in maniera autocritica, che questo è un campo in cui abbiamo ancora molto da fare.
Quindi, nonostante ciò che è stato fatto finora, la dimensione del compito da svolgere è gigantesca, come l’eredità di Chávez. Al momento stiamo sviluppando un progetto su larga scala, che richiederà diversi anni di lavoro: la pubblicazione delle opere complete del pensiero del nostro eterno Comandante, così come le iniziative per poter impartire la nostra offerta di formazione in modo virtuale, avanzare in una più grande relazione internazionale dell’Istituto, e la compilazione e registrazione di nuovi titoli relativi alla vita e all’opera del leader storico della Rivoluzione Bolivariana, la storia contemporanea del Venezuela, il ruolo della sinistra nel mondo e i processi di integrazione attualmente in corso. Tutti faranno parte di un grande centro di documentazione che stiamo sviluppando da diversi anni.