L’odio degli yankee contro Cuba è malato

Arthur González  https://heraldocubano.wordpress.com

Qualsiasi persona che riveda le molteplici leggi approvate dagli USA per sanzionare Cuba, indipendentemente dalla ideologia che abbia, può rendersi conto che l’odio che sentono per la Rivoluzione è patologico, perché non esiste una situazione simile in tutta la storia dell’umanità.

60 anni di una spietata guerra economica, commerciale, finanziaria e biologica contro un intero popolo, con la crudele intenzione di ucciderlo per fame e malattie, è respinta dalla quasi totalità dei paesi rappresentati all’ONU, ma gli yankee con tale odio malato dimostrano l’assenza di umanità, solo per il fatto che Cuba non si inginocchia davanti alle loro pressioni.

Nel pieno sviluppo della pandemia di Covid-19, gli yankee intensificano le loro azioni di blocco economico, credendo che sia il momento opportuno affinché muoiano migliaia di cubani, s’incrementino le penurie e sorgano proteste popolari.

Ciechi a causa della loro animosità contro la Rivoluzione socialista, non si rendono conto delle azioni che il governo compie a favore del popolo, con un sistema sanitario forte e gratuito che garantisce l’assistenza di tutti i cittadini.

Allo stesso tempo, Cuba, con la sua tradizione solidale in materia di salute, appoggia altri paesi che hanno bisogno di medici ed infermieri cubani, qualcosa che gli yankee hanno voluto screditare con campagne mediatiche, solo con il marcato obiettivo di tagliare l’ingresso di valuta estera nel paese, sebbene intendano dargli una facciata di “preoccupazione” per il pagamento ricevuto dai professionisti sull’isola, pretesto che inventano per affogare l’economia cubana.

Quando Jair Bolsonaro è giunto alla presidenza del Brasile ha attaccato in maniera virulenta, sotto le pressioni di Washington, la presenza di medici cubani, seguito dal traditore ecuadoriano Lenin Moreno e dalla golpista della Bolivia, ma ora pagano quella decisione con la morte ed il contagio di migliaia di cittadini per Covid-19, facendo collassare i loro sistemi sanitari.

Nonostante tali campagne e pressioni USA, più di quaranta nazioni hanno richiesto aiuto cubano sottoforma di personale medico, per affrontare le migliaia di pazienti che oltrepassano le loro possibilità di assistenza, qualcosa di inaspettato per gli yankee che li ha sconcertati; da qui la loro reazione di ostilità per cercare, nuovamente, di offuscare l’opera umanista che, come missionari, realizzano gli specialisti di Cuba.

Gli USA hanno, attualmente, un’allarmante situazione di morti e malati a causa del Covid-19, perché, a causa della loro abituale arroganza, hanno minimizzato l’importanza della pandemia. I suoi ospedali collassano, non hanno la capacità di assistere tutti, nemmeno per attendere ai cadaveri e seppellire i loro morti, se non aprendo fosse comuni.

Di fronte a questo triste panorama pensano solo all’economia, ai profitti delle aziende ed al calo delle borse, invece di cercare soluzioni interne per evitare l’aumento di contagiati e decessi.

Tuttavia, non perdono tempo a ritornare alla carica, con il loro veleno, contro Cuba e prova di ciò sono le dichiarazioni su Twitter, di Mara Tekach, incaricata d’affari dell’ambasciata USA a L’Avana, che ha attaccato senza pietà la possibile partecipazione di medici cubani in Argentina ed in altri paesi, con la disgustosa menzogna che “l’esportazione degli stessi, per ottenere benefici dal loro lavoro, viola le norme internazionali sul lavoro”.

Gli yankee esibiscono assenza di vergogna e valori umani quando cercano di impedire l’assistenza medica, gli interessa solo continuare l’asfissia dell’economia cubana poiché se a loro realmente importassero i diritti umani proporrebbero di essere loro stessi a fornire tale collaborazione, ovviamente con salari che nessun paese potrebbe pagargli.

È noto che la medicina negli USA è un affare molto redditizio, dove un’operazione di ernia del disco costa quasi 60 mila $, una semplice ecografia addominale non meno di 900 $ ed un controllo per una colica nefritica quasi 2000 $.

Per la diplomatica USA, che afferma di “preoccuparsi” tanto per il diritto dei medici cubani, sembra che non le importi ciò che soffrono 28 milioni di suoi compatrioti che non hanno un’assicurazione sanitaria per mancanza di denaro, o i 46 milioni che vivono in estrema povertà, secondo dati ufficiali, e non vanno in ospedale davanti ai sintomi dell’infezione, poiché mancano delle risorse monetarie per pagare i 34 mila $, che, in media, vale il trattamento in un ospedale della maggior potenza economica del mondo.

Dove ha lasciato, la diplomatica, il suo “umanesimo” che non si pronuncia sul contagio che sta avvenendo tra i soldati ed i marine yankee all’interno delle loro navi, come il recente scandalo della portaerei nucleare USS Theodore Roosevelt, con 150 malati di Covid-19 che il Pentagono rifiutava di evacuare.

Gli USA sono il paese più colpito dalla pandemia di Covid-19, con circa 900000 contagiati, già molto vicini a 55000 morti, realtà che la diplomatica ignora, prova che per lei e per i suoi capi che ordinano le sue dichiarazioni, la vita umana è meno importante delle crociate mediatiche nel tentativo di i intorbidire l’immagine di Cuba.

La realtà s’impone e la differenza nell’agire prevale, poiché mentre gli USA inviano truppe e mezzi navali per fare la guerra in paesi a migliaia di miglia dal proprio territorio, Cuba va con i suoi medici per salvare vite umane, senza guardare tempo o denaro, qualcosa che non possono intendere quelli che solo pensano prima ai loro guadagni e poi, se gli rimane tempo, alla vita dei loro simili.

José Martí fu saggio quando affermò: “Le pietre dell’odio, poco dopo essere state al sole, puzzano e si sbriciolano, come masse di fango”.

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