Leticia Martínez Hernández
Quando comincia una nuova settimana della battaglia contro la COVID-19 a Cuba, la cui prima giornata ha apportato la buona notizia di 20 casi confermati e 24 dimessi nello stesso giorno, il Governo prosegue l’analisi quotidiana della situazione nel territorio nazionale, che continua sulla curva favorevole ed esige per questo di non abbassare la guardia nemmeno un secondo.
Con questa premessa, il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, e il primo ministro, Manuel Marrero Cruz, ieri lunedì 27, hanno guidato dal Palazzo della Rivoluzione la riunione del gruppo di lavoro temporaneo per la prevenzione e il controllo del nuovo coronavirus, malattia che già conta nel mondo con 2 milioni 844.000 casi; dei quali 1 389 a Cuba.
Facendo un’attualizzazione del contesto nazionale il ministro di Salute Pubblica, José Ángel Portal Miranda, ha dettagliato che 9.229 persone sono ricoverate per attenzione e vigilanza . Di loro 1573 sono pazienti di ospedali e 973 di centri per sospettati con minor rischio, Intanto altri 5.509, definiti “contatti” rimangono nei luoghi d’isolamento.
Un fattore essenziale nello scontro che Cuba sferra alla pandemia, radica nella ricerca e investigazione nella comunità, definita “ attiva” perché la sua essenza radica nell’andare a cercare i casi e non nell’aspettare che giungano negli ospedali. In questo modo e come ha informato il Ministro, nell’ultima giornata la cifra dei controllati è giunta a 4 milioni 94 566 persone, delle quali 1 milione 396.588 corrisponde ad anziani, i più vulnerabili in questa lotta.
Nella riunione si è parlato dell’auto controllo attraverso i cellulari, strumenti di grande valore le cui cifre sono calate dai più di 8.000 auto controllati nel prime giornate della messa in marcia a circa 3000.
Il vice primo ministro Roberto Morales Ojeda ha considerato che «non si sta usando questa piattaforma come lo abbiamo proposto all’inizio».
Per auto controllarsi non si devono osservare necessariamente sintomi.
«Uno dei benefici è che anche se lei riporta che non ha sintomi e poi in un momento li riporta, ci permette d’identificare qual’è la data d’inizio, e questa è essenziale per il successivo trattamento medico.
Nella sua presentazione alla direzione del paese, il titolare di Salute Pubblica ha considerato che in 12 province e nell’Isola della Gioventù si mantengono 39 eventi aperti di trasmissione della COVID – 19, cifra stabile negli ultimi giorni.
Prima della fine d’aprile quattro devono chiudersi: quello della comunità Camilo Cienfuegos, a Consolación del Sur; della comunità La Ruda, a San José de las Lajas; quello del Naranjal, a Matanzas, e di Turiguanó, a Morón.
Come succede abitualmente in questi incontri quotidiani, vari territori rendono conto del loro lavoro.
In questa occasione sono state le più alte autorità dei Consigli di Difesa de L’Avana, Villa Clara e il municipio speciale Isola della Gioventù, che hanno informato sulla situazione epidemiologica di questi territori: la capitale con la maggior quantità di casi nel paese (577), seguita dalla provincia centrale (189), e poi l’ultimo territorio con 39 casi, e il più alto tasso d’incidenza per ogni 100.000 abitanti.
In ogni riunione attraverso videoconferenze, la direzione del paese ha incitato a mantener tutte le misure adottate per contenere la pandemia e a non smobilitare, anche se i numeri stanno risultando più speranzosi nell’Isola grande della Antille.
Cuba ha garantito il ritorno di più di 2000 cubani bloccati in 15 paesi
Dall’inizio della propagazione della pandemia i Consolati di Cuba hanno offerto informazioni opportune ai nazionali cubani all’estero sull’evoluzione della malattia nell’Isola e sulle documentazioni consolari.
Dall’annuncio dei regolamenti dei viaggi da e per Cuba, misura adottata dalle autorità cubane come parte del Piano Nazionale di Prevenzione e Scontro alla COVID – 19, partendo dallo scorso 20 marzo sono tornati in territorio nazionale più di 2.000 cubani per via marittima o aerea, provenienti da una dozzina di paesi tra i quali : Germania, Angola, Barbados, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Italia, Nicaragua, Perù, Portogallo, Repubblica Dominicana, Messico, Panama e Guinea Equatoriale, ha informato Cubaminrex.
Questi voli di ritorno dei cittadini cubani stranieri residenti nell’Isola sono stati organizzati tra le autorità cubane competenti e le loro controparti in ogni paese implicato, rispettando strettamente le norme stabilite internazionalmente.
Dall’inizio della propagazione della pandemia i Consolati di Cuba hanno offerto informazioni opportune ai nazionali cubani all’estero sull’evoluzione della malattia nell’Isola e sulle documentazioni consolari.
Parallelamente, le autorità cubane mantengono un controllo permanente della situazione dei connazionali bloccati in differenti paesi e si realizzano sforzi per – sempre che ci siano possibilità – assicurare il loro ritorno nel nostro paese.
Ugualmente meritevole è il comportamento dei cubani residenti e membri delle organizzazioni di solidarietà con Cuba che hanno offerto alimenti, medicinali e gestiscono alloggi economici per i cittadini cubani che stanno aspettando di poter ritornare nel nostro territorio nazionale.