Intervista a Irma Dioli – Presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia – Cuba.
di Davide Matrone https://italiacuba.it
Nel Consiglio dei Ministri nº 37 del 16 marzo del 2020 viene approvato il Decreto “Cura Italia “ (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 17 marzo) nel quale troviamo l’art. 13 che consente al personale medico straniero – con titolo professionale conseguito all’estero e riconosciuto nell’Albo gremiale del paese d’appartenenza – di poter temporaneamente prestare servizio in Italia per fronteggiare la crisi Coronavirus. Un cambiamento ad hoc per consentire l’arrivo dei medici cubani, tra gli altri.
1) Perché l’Italia e la Regione Lombardia chiedono aiuto a Cuba?
L’attenzione sulla possibile collaborazione delle Brigate mediche cubane, a sostegno della sanità italiana nella lotta al Covid-19, è stata posta dalla nostra Associazione con una lettera al Ministro della salute Roberto Speranza, il 6 marzo scorso.
In seguito sono state le istituzioni locali ad assumere l’iniziativa, a partire dalla Regione Lombardia, direttamente attraverso l’Ambasciata di Cuba in Italia e dopo pochissimo tempo dalla Regione Piemonte che, attraverso la sua Unità di Crisi si era rivolta all’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba sul percorso da seguire, e che a nostra volta abbiamo indirizzato all’autorità diplomatica cubana.
Il sistema sanitario cubano è noto in tutto il mondo per la sua eccellenza, sia dal punto di vista della qualità, preparazione e specializzazione del personale medico e paramedico, sia per la sua ricerca scientifica e l’industria biotecnologica.
Credo che la Regione Lombardia, la più colpita dall’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus, abbia tenuto conto proprio di questo nella sua richiesta di aiuto a Cuba.
Ricordiamo che già dal mese di febbraio la situazione negli ospedali era al collasso, con mancanza di personale sanitario e costretto a fare turni massacranti. I dati relativi al contagio e ai pazienti in terapia intensiva, così pure i decessi erano allarmanti e fonte di grande preoccupazione e angoscia.
Le strutture sanitarie italiane di fatto si sono trovate impreparate nella gestione di tale emergenza anche a causa della continua riduzione di personale sanitario, così come della spesa pubblica e a causa della pesante privatizzazione nel settore.
In data 23 marzo giunge all’aeroporto di Milano Malpensa la brigada medica cubana “Henry Reeve”.
2) Perché la Brigada medica cubana in Italia porta il nome Henry Reeve, già cittadino di New York?
Le due missioni mediche di Crema e di Torino fanno parte della Brigata Henry Reeve specializzata in situazioni di disastri e gravi epidemie. Porta il nome di Henry Reeve in memoria di un giovane combattente nordamericano che è morto lottando per l’indipendenza di Cuba nel 1876.
E’ una Brigata medica che nasce nel 2005 per volere del Comandante in capo Fidel Castro, a seguito dell’uragano Katrina in Lousiana per offrire sostegno e collaborazione agli Stati Uniti che però la rifiutarono.
La Brigata internazionale dei medici Henry Reeve è stata impegnata in diverse situazioni di emergenza, tremendi terremoti uragani e inondazioni e terribili epidemie in molte parti del mondo.
Nel 2017 ha ricevuto dall’OMS il premio Dr. Lee Jong-Wooh della salute pubblica quale riconoscimento della solidarietà e del lavoro svolto dal 2005, e per avere “disseminato un messaggio di speranza a tutto il mondo”.
I medici e infermieri che ci stanno aiutando in Italia sono altamente preparati e specializzati e con alle spalle anni di esperienza in altre missioni, tra le quali quella contro l’ebola in Africa occidentale nel 2015.
3) Dopo oltre un mese di lavoro nelle Regioni Lombardia e Piemonte, qual è il bilancio?
Il bilancio della collaborazione sanitaria cubana a Crema e a Torino è indubbiamente positivo da tutti i punti di vista e a detta dei soggetti coinvolti: da parte dei responsabili delle strutture ospedaliere, delle istituzioni, Regioni e Comuni interessati, cosi come è enorme la gratitudine dei pazienti guariti e dei loro familiari verso i medici e infermieri cubani.
Soddisfazione anche da parte dei due Capo Brigata: Carlos Ricardo Perez di Crema e di Julio Guerra di Torino per i risultati finora raggiunti insieme ai colleghi italiani.
La collaborazione dei professionisti della salute cubana si conferma come un aiuto forte e decisivo in prima linea e da intere settimane a sostegno del personale sanitario locale nella lotta contro il covid-19.
4) La città in cui hanno maggiormente operato i 52 cubani è stata la città di Crema, perchè?
Credo che la scelta della Regione sia stata proprio quella di andare a supportare le realtà e province più pesantemente colpite dalle conseguenze dell’espansione della pandemia. Tra queste il territorio cremasco che viveva una situazione drammatica.
Crema, in provincia di Cremona, era uno degli epicentri dove il covid 19 ha messo in crisi il sistema sanitario.
Non a caso la Sindaca Stefania Bonaldi del Comune dichiarò in quell’occasione che avrebbe accolto la Brigata Cubana a braccia aperte.
In questi giorni, il sindaco della città di Crema Stefania Bonaldi ha ricevuto il ministro consigliere Jorge Alfonzo e il segretario degli Affari Consolari Féliz Gonzalez.
5) Ci può dire com’è andato quest’incontro e perchè si è tenuto?
Si è trattato di un incontro importante a un mese esatto dall’arrivo della Brigata a Crema, durante il quale oltre ai ringraziamenti per la splendida ospitalità ricevuta dalla città, l’Ambasciata ha ribadito l’impegno della Brigata nella cura dei malati di Covid-19.
Di fronte alla migliorata situazione rispetto alla fase inziale dell’ arrivo dei medici e infermieri cubani si è proposta la loro destinazione verso la cura dei pazienti post-ricovero che necessitano di riabilitazione e verso la cura e prevenzione domiciliare. Si tratta di nuove forme di assistenza legate alla cosiddetta “fase 2”. Il lavoro dei sanitari cubani continuerà sempre nel solco della solidarietà internazionale, dell’umanità e dell’altruismo fino a quando le autorità italiane lo riterrà necessario.
6) Fin qui, quali sono i riconoscimenti istituzionali?
Finora vi sono stati importanti riconoscimenti sul lavoro solidale svolto a livello delle istituzioni locali, e da parte dei Governatori della Regione Lombardia e Piemonte.
Importante è stato il messaggio dal Gruppo di Amicizia e Solidarietà con il popolo di Cuba nel Parlamento Europeo di ringraziamento e gratitudine per il grande lavoro umanitario dei professionisti della salute, in soccorso all’Italia, (Andorra e nei dipartimenti francesi d’oltremare) per il contenimento della diffusione della pandemia di Covid-19.
Due Ministri del Governo italiano: il Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale Luigi di Maio e la Ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone hanno ringraziato, attraverso i social il gesto di solidarietà e generosità di Cuba per l’aiuto medico dato all’Italia, in occasione del loro arrivo a Torino.
Auspichiamo che alla fine della loro esperienza in Italia possano aggiungersi altri formali e autorevoli riconoscimenti istituzionali.
Il nostro impegno futuro sarà quello di continuare a tenere vivo il legame instaurato attraverso tale cooperazione internazionale tra le rispettive istituzioni nazionali, regionali e locali, tra quelle sanitarie e soprattutto tra i due popoli.
In questo momento l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba si unisce alle campagne in atto a livello internazionale a sostegno della candidatura per l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace alla Brigata medica Henry Reeve.
Cuba da oltre 60 anni ha esportato i suoi medici in tutto il mondo con il suo spirito internazionalista e solidale.
7) Cosa ci dice al riguardo?
La collaborazione medica è una delle espressioni più nobili della solidarietà e della vocazione internazionalista di Cuba.
Cuba ha puntato subito, con il trionfo della Rivoluzione, alla salute universale gratuita per tutte e tutti e il principale artefice è stato il comandante Fidel Castro, attraverso lo sviluppo di un sistema sanitario nazionale che ha portato la salute, quale diritto umano in ogni parte dell’isola, ma anche in ogni luogo del mondo che ne avesse bisogno. Secondo il principio di “non dare ciò che avanza ma di condividere ciò che si ha”.
Ed è così che Cuba dal ‘60 ha attivato la Collaborazione Medica internazionale, mandando oltre 400.000 professionisti della salute in oltre 164 paesi al mondo a cui si aggiunge recentemente la Brigata Henry Reeve, impegnata contro il covid-19, di cui fanno parte le due missioni di Crema e Torino, è che è presente in 24 paesi, con circa 2000 sanitari in Europa, Africa, Medio Oriente e America Latina.
Il modello della sanità cubana, di cui i professioniti della salute sono un pilastro fondamentale è minato, oggi più che mai e proprio nel mezzo di una pandemia, dall’inasprimento del blocco e delle sanzioni imposte dall’amministrazione Trump. Sono immensi i danni provocati in questo settore: cito soltanto le navi a cui viene impedito di arrivare sull’isola con il prezioso carico di medicinali e apparecchiature sanitarie o di aziende che si rifiutano di vendere i respiratori a Cuba.
Nonostante l’illegale e crudele blocco economico finanziario e commerciale da parte degli Stati Uniti da quasi 60 anni, Cuba continua ad essere esempio per tutti i popoli del mondo.
8) Qual è stato il ruolo dell’Associazione Nazionale d’Amicizia Italia – Cuba in questo periodo di partecipazione attiva dei cubani nel nostro paese?
All’indomani della diffusione della nostra lettera al Ministro della Salute Speranza vi è stata da parte della popolazione italiana una grande aspettativa verso il sostegno dei medici cubani, così come dei loro farmaci, quali l’interferone Alfa 2B ricombinante.
Siamo felici di aver contribuito a realizzare quello che fino ad allora sembrava un obiettivo irraggiungibile: si è trattato di un fatto storico così rilevante che rimarrà sempre nella nostra memoria.
Sono 91 i medici e infermieri cubani, arrivati prima a Crema il 23 marzo e poi a Torino il 12 aprile per aiutare a combattere il Covid-19
Queste 2 Brigate hanno suscitato in Italia un profondo impatto politico ed emotivo. L’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, è diventata in tale situazione un importante punto di riferimento. Alla posta dell’Associazione continuano ad arrivare centinaia e centinaia di attestati di stima, gratitudine, solidarietà e vicinanza ai medici e infermieri cubani , così come alla casella mail dedicata presso il Comune di Crema con il quale, su nostra proposta, realizzeremo in merito una specifica pubblicazione.
Sono stati effettuati alcuni incontri tra l’Associazione e le due rispettive Brigate, alla presenza delle autorità cubane e locali. In particolare a Crema sta sorgendo un nuovo Circolo dell’Associazione anche quale azione concreta e testimonianza del legame di amicizia instaurato tra i paesi.
In un momento in cui la pandemia continua a minacciare tutto il mondo, la presenza attiva delle Brigate cubane ci impone anche di rilanciare il fronte della solidarietà con l’Isola per contrastare innanzitutto le menzogne e le campagne immorali e offensive di discredito sul loro lavoro offerto disinteressatamente e in forma volontaria, come parte della storica solidarietà internazionale.
Per ricambiare l’impegno altruista e solidale dimostrato verso il nostro Paese, abbiamo lanciato da inizio aprile una campagna di raccolta fondi, insieme a Medi-Cuba Europa, per la lotta al covid-19 a Cuba da destinare all’IPK Istituto di Medicina Tropicale Pedro Kourì, centro scientifico cubano di fama internazionale. Crediamo che si possa definire un gesto di riconoscenza e solidarietà per una piccola isola e un grande popolo.
Il nostro principale obiettivo è sempre e comunque la battaglia per la rimozione totale e immediata del blocco degli Stati Uniti contro Cuba. In questo senso va la richiesta dell’Associazione al Presidente del Consiglio dei Ministri per un intervento urgente. Mantenere il blocco contro Cuba e altri paesi, soprattutto durante la crisi determinata dal Covid-19, è una conferma della crudeltà e disumanità del governo degli Stati Uniti.
Solo con uno sforzo globale, con l’unione di tutti i popoli e mettendo al centro la salute come diritto umano, e non il profitto e gli interessi di parte, si potrà frenare la pandemia.
Oggi un grande esempio viene proprio da Cuba, un paese che costruisce ponti, che non invia armi ma medici, che ama il suo popolo e il mondo e lo dimostra quotidianamente attraverso la sua politica di umanesimo e di solidarietà internazionalista.
Ė proprio la solidarietà e la cooperazione tra i popoli che può far rinascere la speranza in un mondo migliore.