Celia: La custode dei documenti dell’insurrezione

Oggi è possibile ricostruire l’andamento minuzioso e autentico della guerra e degli inizi della Rivoluzione al potere, grazie in gran misura alla precisa visione di Celia Sánchez, e al suo acuto senso della storia

Celia divenne la custode della memoria storica della Rivoluzione. Oltre agli importanti impegni che svolgeva ogni giorno nella lotta, si dedicò a salvare i documenti che testimoniavano quella battaglia.

Oggi è possibile ricostruire l’andamento minuzioso e autentico della guerra e degli inizi della Rivoluzione al potere, grazie in gran misura alla precisa visione di Celia Sánchez, e al suo acuto senso della storia, alla sua gelosia e passione profonda per conservare i documenti su questa storia.

Quando Celia s’incorporò definitivamente alla Sierra Maestra, nell’ottobre 1957, si rese conto della necessità di conservare e custodire i documenti della lotta armata. Il suo zaino cedeva spazio a questi documenti e mentre altri li custodiva in luoghi sicuri.

In una lunga lettera scritta a Fidel, il 13 maggio del 1958, alle  2.20 della notte, in uno dei suoi paragrafi leggiamo: «Ci sono molte carte senza importanza per oggi, ma per un futuro e per la storia saranno di grande valore. Il mio interesse per questo è dovuto a che quando si scriverà questa storia si scriva quello che è stata realmente e non si tralascino queste carte per scrivere fantasie. I documenti provano più di tutto quello che importerà dopo».

Queste carte mostrano due cose: fiducia nel trionfo della Rivoluzione e la coscienza della storia. Alcun mesi dopo, l’8 ottobre del 1958 scrisse al Comandante Almeida, che dirigeva il Terzo Fronte, e gli disse: «Prima di tutto molte felicità per tutti i tuoi trionfi, che non mi sorprendono perchè da te me li aspettavo. Fidel  ora, ti scrive una lettera lunga e interessante, che lo sarà anche dopo,  lettera della quale mi piacerebbe avere una copia, ma con il poco tempo che ho mi è impossibile. Non voglio che la lettera  parta senza che tu sappia che non ho una copia, ma che ho fiducia che tu non ti stanchi di conservare le carte e le conservi ».

Applicava un controllo minuzioso dell’entrata e dell’uscita dei documenti e faceva copie a mano, esigendo la restituzione dai capi.

Due mesi e mezzo dopo il trionfo, il 15 marzo, Celia scrisse a Camilo, con queste parole:

«Ho cominciato a mettere nelle cartelline tutto l’archivio della guerra, gli originali.

Poi filmeremo questo archivio, che sarà quello d’uso, per il nostro museo.

Dato che io mi occuperò di questo, lo voglio fare completo, ossia, cominciando da prima della Moncada.

Tutto quello che è di Fidel, tutti i suoi discorsi, tutti i suoi scritti, le sue lettere, sino all’ultimo fogliettino, li voglio a parte. In questo potete aiutare consegnando tutto, perché questo sarà di tutti.  Se sei d’accordo e dato che voi non avete tempo, puoi delegare a me tutto quello che hai».

Anni dopo il compagno Fidel, nel suo libro /La vittoria strategica. Per tutti i cammini  della Sierra/, scrisse che grazie all’iniziativa di Celia Sánchez, un gruppo di storiografi «percorse ogni angolo della Sierra Maestra, dove erano avvenuti i fatti e raccolsero informazioni fresche dalle persone in tutte le case e nei luoghi dov’eravamo stati, archiviando dati senza i quali nessuno, e ovviamente nemmeno, io avrebbe potuto responsabilizzarsi con ogni dettaglio che autentifica quello che espongo qui».

Realmente Celia riuscì a riprendere questa attività solo nel 1963, iniziando la localizzazione, l’organizzazione e la preservazione dei documenti in molti luoghi, soprattutto nella provincia orientale.

Con l’aiuto di un minuscolo gruppo cominciò nel suo appartamento.

Poi al principio del 1964, dato che l’attività superava le possibilità di spazio di casa sua, fu necessario trovare un luogo vicino all’angolo tra calle 10 e calle 11, nel Vedado.

Nel maggio del 1964 finalmente la stessa Celia annunciò la decisione di dare un carattere ufficiale alla struttura organizzativa della Segreteria della Presidenza, al lavoro di conservazione dei documenti.

Il 4 maggio dello steso anno si creò l’Ufficio dei Temi Storici del Consiglio di Stato, (oggi della Presidenza della Repubblica).

Vent’anni dopo, il 4 maggio del 1984, nelle sue felicitazioni ai lavoratori dell’Ufficio, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, scrisse: «Nato dalla forte volontà e dalla sensibilità preveggente dell’indimenticabile Celia Sánchez Manduley, questo Ufficio è il culmine del suo tenace sforzo  iniziato e mantenuto da lei nelle dure condizioni della lotta guerrigliera sulle montagne della Sierra Maestra, destinato a preservare i documenti della lotta insurrezionale. È stata un vostro impegno, affidato da Celia, l’alta missione di salvaguardare per le generazioni presenti e future della Patria questo prezioso tesoro storico.

I documenti che Celia ha conservato con tanto amore, passione rivoluzionaria e dedizione  sono uno dei legati più importanti della Rivoluzione, un omaggio perpetuo di rispetto, affetto e onore del nostro popolo.

Questo compito non solo è un onore e un privilegio: comprende anche una responsabilità eccezionale. […] che questo Ufficio dei Temi Storici sia sempre un monumento vivo all’opera feconda e all’eterna memoria di Celia».

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