L’affare di Cuba in Argentina: pagare gli studi universitari di 1500 giovani ed operare gratuitamente 50000 persone

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion

1500 giovani argentini hanno studiato e si sono laureati in Medicina a Cuba, completamente gratis (1). 50 mila argentini/e senza risorse sono stati operati alla vista, grazie ad un programma di solidarietà di Cuba (2). Negli ultimi 15 anni, L’Avana ha stanziato diversi milioni di dollari per esso senza la minima pubblicità (3).

Ecco perché è ridicolo che ora la stampa argentina, che non ha mai informato di ciò, attacchi il possibile -non ancora confermato- arrivo di 200 cooperanti cubani a sostegno della lotta contro il Covid-19, su richiesta del governo provinciale di Buenos Aires.(4) (5).

Tra montagne di disinformazione, abbiamo selezionato ed analizzato un articolo, intitolato “L’assurdo piano argentino di portare medici cubani”, pubblicato, contemporaneamente, su titoli di testa di tutto il continente come La Nación (6), El Comercio (7) o The Miami Herald (8). In esso, Andrés Oppenheimer, giornalista argentino residente a Miami e presentatore della CNN (9), sintetizza le linee guida ed i messaggi che ripete l’intero sistema mediatico.

Messaggio 1. L’Argentina non ha bisogno di medici?

Assicura che l’Argentina non ha bisogno di personale medico, perché ha “quattro medici per ogni mille persone”, cifra superiore agli USA (10). Non dice che Cuba ne ha più del doppio, 9 per ogni mille abitanti (11). Ma questo non è il rilevante. L’importante è che le aree rurali e periferiche del paese sono trascurate. Il ministro della sanità della provincia di Buenos Aires lo ha spiegato perfettamente: “Tra 400 e 500 medici ci mancherebbero oggi. È semplice, lo abbiamo già detto a tutti gli attori che ci trovino questi medici: argentini o stranieri che stiano in Argentina e debbano fare la loro convalida. Se voi mi date i 500 il problema è finito. (…) È semplice, se tutti coloro che si lamentano mi danno subito i medici argentini, li prendiamo e la storia è finita “(12).

Messaggio 2. Cooperanti che non sono medici?

L’articolo assicura che il personale cooperante cubano, “in molti casi, non sono neppure professionisti della salute”, e molti “sono infermieri” o “agenti di sicurezza”. “Spie” e “commissari” li qualificava Laura Alonso, un membro del precedente governo di Mauricio Macri (13).

Le prove sarebbero fornite dal governo golpista della Bolivia, che, quando “ha espulso (…) 702 medici cubani, (…) rivelò che solo 205 (…) erano professionisti della salute” (14). Una menzogna assoluta. Perché c’erano 406 medici di 32 specialità e, inoltre, 258 tecnici/che di varie aree della salute (15). La cooperazione cubana ha effettuato, in 14 anni, 73 milioni di visite, 1,5 milioni di operazioni e 60 mila parti (16). Oggi sarebbe vitale contro il coronavirus in Bolivia. Ma di ciò non dicono una parola.

Messaggio 3. Cuba farà un affare?

Il terzo argomento è che “l’Argentina è in bancarotta” e, “sebbene non abbia rivelato ufficialmente quanto li pagherà, se (…) paga ciò che pagava il Brasile al regime cubano, dovrebbe pagare più di 8 milioni di dollari l’anno”. Innanzitutto, l’Argentina è “fallita” economicamente e socialmente, con tre milioni e mezzo di indigenti, grazie al neoliberalismo difeso dall’autore (17). In secondo luogo, questi riconosce di non avere la minima idea di quanto l’Argentina pagherà a Cuba, il che non gli impedisce di giungere a conclusioni senza prove.

Messaggio 4. La cooperazione cubana è schiavitù?

La quarta matrice è che la cooperazione medica cubana “è uno sfruttamento del lavoro che equivale alla tratta degli schiavi”, poiché parte dell’erogazione va al governo cubano. La spiegazione è chiara, per chi la voglia capire. Cuba è un paese socialista, che distribuisce ciò che ha e non ammette disuguaglianze come quelle che esistono in Argentina. I fondi ottenuti in alcuni paesi sono destinati a finanziare il sistema sanitario pubblico dell’isola, a sostenere la cooperazione nei paesi più poveri e, naturalmente, anche a migliorare il reddito e le condizioni di vita del personale cooperante (18). A Cuba, non sarà permessa la creazione di un’élite medica come quella rappresentata dalla Confederazione Medica Argentina, faccia visibile di tutta questa campagna (19).

Cosa c’è dietro la campagna?

Ma cosa c’è dietro questo attacco alla cooperazione cubana? Claudia Camba, presidente della Fondazione “Un mondo migliore è possibile”, che coordina, in Argentina, la già esistente cooperazione cubana, lo ha spiegato perfettamente: “Ci sono due forze che si sono unite per lottare contro la possibilità che entri questa brigata (cubana): da un lato, la destra (Argentina) che ha mercantilizzato la salute e, dall’altro, gli USA, con i suoi programmi per ostacolare la cooperazione medica nel mondo (…) Argentina e Brasile sono due paesi di riferimento, potenze -come appaiono- in America Latina. Sono riusciti a far uscire (la cooperazione medica cubana) dal Brasile. Se entra in Argentina sarebbe una sconfitta per gli USA ed una vittoria per ALBA e l’unità latinoamericana (20).

L’obiettivo, quindi, va oltre l’arrivo o meno del personale cubano: è quello di distruggere qualsiasi schema di integrazione latinoamericana ed, allo stesso tempo, colpire il governo progressista di Alberto e Cristina Fernández (21).

Qualche giorno fa, il principale stratega contro la cooperazione cubana, il senatore USA Marco Rubio, ha chiesto al suo governo di continuare ad “avvertire” -cioè minacciando- i paesi che hanno ricevuto o studiano ricevere brigate cubane contro la pandemia, come Italia, Andorra, Qatar o Sudafrica (22).

Ora vi è un pò più chiaro?

El negocio de Cuba en Argentina: pagar la carrera de 1.500 jóvenes y operar gratis a 50 mil personas

José Manzaneda, coordinador de Cubainformación

1.500 jóvenes de Argentina estudiaron y se graduaron de Medicina en Cuba, completamente gratis (1). 50 mil argentinas y argentinos sin recursos fueron operados de la visión, gracias a un programa solidario de Cuba (2). En los últimos 15 años, La Habana ha destinado varios millones de dólares a ello, sin la menor publicidad (3).

Por eso es de risa que ahora la prensa argentina, que jamás ha informado de ello, ataque la posible –aún no confirmada- llegada de 200 cooperantes de Cuba en apoyo a la lucha contra el Covid-19, a solicitud del gobierno provincial de Buenos Aires (4) (5).

Entre montañas de desinformación, hemos seleccionado y analizado un artículo, titulado “El disparatado plan argentino de traer médicos cubanos”, publicado, de manera simultánea, en cabeceras de todo el continente como La Nación (6), El Comercio (7) o The Miami Herald (8). En él, Andrés Oppenheimer, periodista argentino residente en Miami y presentador de CNN (9), resume las pautas y mensajes que repite todo el sistema de medios.

Mensaje 1. ¿Argentina no necesita médicos?

Asegura que Argentina no necesita personal médico, porque tiene “cuatro médicos por cada mil personas”, cifra mayor que EEUU (10). No dice que Cuba tiene más del doble, 9 por cada mil habitantes (11). Pero eso no es lo relevante. Lo importante es que las zonas rurales y periféricas del país están desatendidas. El ministro de salud de la provincia de Buenos Aires lo explicaba a la perfección: “Entre 400 y 500 médicos nos faltarían hoy. Es sencillo, ya se lo dijimos a todos los actores que nos consigan esos médicos: argentinos o extranjeros que estén en la Argentina y tengan que hacer su conválida. Si usted me consigue los 500 se termina el problema. (…) Es sencillo, si todos los que se quejan me consiguen los médicos argentinos ya mismo los tomamos y se terminó la historia” (12).

Mensaje 2. ¿Cooperantes que no son médicos?

El artículo asegura que el personal cooperante cubano, “en muchos casos, ni siquiera son profesionales de la salud”, muchos “son enfermeros” o “agentes de seguridad”. “Espías” y “comisarios”, los calificaba Laura Alonso, miembro del anterior gobierno de Mauricio Macri (13).

La prueba la aportaría el gobierno golpista de Bolivia que, cuando “expulsó a (…) 702 médicos cubanos, (…) reveló que solo 205 (…) eran profesionales de la salud” (14). Una mentira absoluta. Porque eran 406 médicos de 32 especialidades y, además, 258 técnicos y técnicas de diversas áreas de la salud (15). La cooperación cubana realizó, en 14 años, 73 millones de consultas, millón y medio de operaciones y 60 mil partos (16). Hoy sería vital frente al coronavirus en Bolivia. Pero de eso no dicen una palabra.

Mensaje 3. ¿Cuba hará negocio?

El tercer argumento es que “la Argentina está quebrada” y, “si bien, no ha revelado oficialmente cuanto les pagará, si (…) paga lo que pagaba Brasil al régimen cubano, tendría que abonar más de 8 millones de dólares al año”. Primero, Argentina está “quebrada” económica y socialmente, con tres millones y medio de indigentes, gracias al neoliberalismo defendido por el autor (17). Segundo, este reconoce que no tiene la menor idea de cuánto pagará Argentina a Cuba, lo que no le impide llegar a conclusiones sin pruebas.

Mensaje 4. ¿La cooperación cubana es esclavitud?

La cuarta matriz es que la cooperación médica cubana “es una explotación laboral que equivale al tráfico de esclavos”, ya que una parte del desembolso va al gobierno cubano. La explicación es clara, para quien la quiera entender. Cuba es un país socialista, que reparte lo que tiene y no admite desigualdades como las que existen en Argentina. Los fondos que obtiene en algunos países son destinados a financiar el sistema de salud pública de la Isla, a sostener la cooperación en países más pobres y, por supuesto, también a mejorar los ingresos y condiciones de vida del personal cooperante (18). En Cuba no se va a permitir la creación de una élite médica como la que representa la Confederación Médica de la Argentina, cabeza visible de toda esta campaña (19).

¿Qué hay detrás de la campaña?

Pero ¿qué hay detrás de este ataque a la cooperación cubana? Claudia Camba, presidenta de la Fundación “Un Mundo Mejor es Posible”, que coordina en Argentina la ya existente cooperación cubana, lo explicaba a la perfección: “Hay dos fuerzas que se han unido para luchar contra la posibilidad que entre esta brigada (cubana): por un lado, la derecha (argentina) que mercantilizó la salud y, por otro, EEUU, con sus programas de obstaculización de la cooperación médica en el mundo (…) Argentina y Brasil son dos países referentes, potencias –así se ven- en América Latina. Lograron sacar (la cooperación médica cubana) de Brasil. Si entra en Argentina sería una derrota para EEUU y una victoria para el ALBA y la unidad latinoamericana (20).

El objetivo, por tanto, va más allá de la llegada o no de personal cubano: es destruir cualquier esbozo de integración latinoamericana y, a la par, golpear al gobierno progresista de Alberto y Cristina Fernández (21).

Hace unos días, el estratega jefe contra la cooperación cubana, el senador estadounidense Marco Rubio, pedía a su gobierno continuar “advirtiendo” –es decir, amenazando- a los países que han recibido o estudian recibir brigadas cubanas contra la pandemia, como Italia, Andorra, Qatar o Sudáfrica (22).

¿Ahora les queda un poco más claro?

Edición: Esther Jávega.