La CEPAL (Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi) prevede un calo del 5,3 % del PIL regionale per il 2020 L’indice supera anche il calo del 1930, quando la gran depressione economica del 1929 lo fece cadere del 5%
Sino a domenica 10 maggio la COVID-19 aveva già infettato 251577 persone in America Latina e ne aveva ucciso circa 15 000, poco più di 11000 in Brasile, dove il governo di Bolsonaro disdegna la pandemia.
Tutto indica che le cifre devono essere più alte, data la possibilità di pubblicare cifre inferiori, oltre alla possibilità di applicare test al totale della popolazione.
Attualmente il nostro continente ha 613 milioni di abitanti. Inoltre presenta la più accentuata disuguaglianza sociale del mondo.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro – OIT- sostiene che il 53% della nostra popolazione sopravvive con lavori informali.
La CEPAL (Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi) prevede un calo del 5,3 % del PIL regionale per il 2020. L’indice supera anche il calo del 1930, quando la gran depressione economica del 1929 lo fece cadere del 5 %.
Quindi avremo un aumento della crisi sociale. Quasi 29 milioni di latinoamericani cadranno in povertà. E 16 milioni in miseria.
Il tasso di disoccupazione giungerà al 11,5 %, danneggiando 37,7 milioni di persone, con una crescita di 3,4 punti percentuali in relazione al 2019.
L’anno scorso vari paesi sono stati scossi da manifestazioni popolari contro le misure economiche neoliberali e le frodi elettorali, com’è avvenuto in Ecuador, Perù, Colombia, Bolivia, Haiti e Cile. Quando terminerà la pandemia è molto probabile che le proteste ritornino con maggior forza.
In Brasile, il presidente Bolsonaro, trattando con negligenza gli effetti della COVID-19, ha ottenuto che alla crisi sanitaria ed economica si sia sommata la politica, la cui evoluzione è imprevedibile.
Merita una citazione il ruolo di Cuba in questa congiuntura di pandemia.
Come risalta Ignacio Ramonet, in Le Monde Diplomatique, Cuba è una potenza medica. Oggi conta con circa 100.000 medici, e questo equivale a nove medici per ogni mille abitanti.
È il tasso più alto del mondo. In Germania, Svizzera e Spagna, è di 4/1 000 e, in Francia, Israele e USA è di 3/1 000.
Attualmente Cuba assiste in 66 paesi, dove ci sono circa 30.000 medici e infermieri delle Brigate Internazionaliste cubane.
Creandole, Fidel dichiarò : «Un giorno dovranno riconoscere che il nostro paese non ha mai promosso attacchi preventivi o a sorpresa contro nessun paese del mondo, ma che al contrario il nostro paese è stato capace d’inviare medici solidali nelle più oscure regioni del mondo. Medici e non bombe, e nemmeno armi intelligenti».
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