Le autorità dell’Isola hanno sequestrato una tonnellata e mezza di droghe nel 2019 in acque territoriali e in questo 2020 hanno sequestrato altri 300 chili come pacchi galleggianti.
Le truppe guardafrontiere di Cuba hanno impedito l’arrivo agli Stati Uniti di 30 tonnellate di droghe negli ultimi 10 anni, hanno informato le fonti ufficiali.
Il colonnello Ybey Daniel Carballo, capo dello Stato Maggiore delle Truppe Guardafrontiere del Ministero degli Interni ha detto che grazie a lavoro delle pattuglie notificano in tempo reale al servizio dei guardacosta statunitensi qualsiasi movimento irregolare.
In una dichiarazione alla televisione nazionale, il funzionario ha spiegato che Cuba ragguaglia le autorità dei paesi dell’area compresi gli Stati Uniti, sulle azioni scoperte in relazione al traffico di droga.
I motoscafi del narcotraffico navigano principalmente nel detto Passo dei Venti, a est dell’orientale provincia di Guantánamo, con direzione a nord, precisa il rapporto.
Inoltre ha indicato che nel 2019 Cuba ha sequestrato più di una tonnellata e mezza di droga nelle acque territoriali e che durante questo 2020 sono stati sequestrati altri 300 chili come pacchetti galleggianti, soprattutto di mariujana.
In accordo con Carballo, negli incontri operazionali con le autorità delle nazioni della regione si riconosce il lavoro dell’Isola nella lotta al traffico delle sostanze illecite, un’azione che si mantiene nel mezzo della pandemia della Covid-19.
Nel mese di aprile scorso la rivista Newsweek ha diffuso le dichiarazioni di un alto funzionario del Pentagono che ha chiesto l’anonimato e ha denunciato il presunto traffico di droghe tra l’Isola grande delle Antille e il Venezuela, del quale non ha presentato prove di sorta.
A questo proposito, la Cancelleria di Cuba ha presentato all’ambasciata degli Stati Uniti nell’Isola un comunicato nel quale respinge questa affermazione e sostiene che Washington conosce la politica di tolleranza zero della nazione delle Antille di fronte al narcotraffico.
Il governo degli Stati Uniti e le sue agenzie specializzate conoscono la partecipazione attiva di Cuba alle iniziative e nei programmi regionali e globali per affrontare il consumo dei narcotici, precisa il testo.
Il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, ha considerato le «accuse come calunnie, come un pretesto per altre aggressioni da parte dell’amministrazione del mandatario Donald Trump»