Lunedì arriva la quinta petroliera iraniana in Venezuela

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L’ultima petroliera iraniana inviata da Teheran in aiuto a Caracas, di nome Clavel, entrerà nelle acque territoriali del Venezuela il prossimo lunedì, come riportato dal corrispondente della rete televisiva locale Telesur, Madelein García, sul suo account Twitter.

Tutte le imbarcazioni sono state scortate dall’esercito e dall’aviazione del paese caraibico, dopo che gli USA hanno minacciato di usare la forza per impedire alle navi iraniane di raggiungere le coste venezuelane.

In totale le cinque petroliere iraniane sono partite per il Venezuela con 1,5 milioni di barili di benzina. Con la Faxon sono ora già quattro in Venezuela: “Fortune”, che è attraccata lunedì scorso nel porto della raffineria di El Palito ; “Forest”, la secondo, martedì nel porto di Punta Cardón, e la terzo, “Petunia”, attraccato mercoledì nel porto di Cabello, situato nello stato di Carabobo.

È la prima volta che l’Iran esporta carburante in America Latina e lo fa nel quadro dell’alleanza tra Teheran e Caracas, che cerca di aiutare il Venezuela di fronte misure coercitive statunitensi che mirano rovesciare il governo del legittimo presidente del Paese sudamericano, Nicolás Maduro.

L’obiettivo di questa straordinaria operazione umanitaria – che gli Usa non hanno osato disturbare – è quello di aiutare la nazione sudamericana a superare la profonda crisi causata dall’embargo che ha paralizzato quasi completamente le capacità del Venezuela, pur ricchissimo di petrolio, di raffinare il proprio prodotto, bloccando l’intero settore energetico e causando una grave crisi di carburante.

L’Iran più volte, durante la crisi sanitaria dovuta alla pandemia, ha definito le sanzioni imposte dagli Usa una violazione di tutti i principi umanitari e delle leggi internazionali.

Le dichiarazioni da parte della stampa statunitense che, citando fonti dell’esercito, avevano definito “non gradite” le petroliere iraniane nella regione, erano apparse come una concreta minaccia, mentre la flotta statunitense schierata del mar dei Caraibi e l’invio di alcune pattugliatrici dell’Uss Navy in esercitazione erano apparse come una concreta minaccia dissuasiva alla missione iraniana, a cui Teheran, tuttavia, ha risposto con fermezza e determinazione.

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