Il III Vertice CELAC, Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, si è concluso a San José, capitale del Costrarica, con l’impegno di garantire l’unità basata sul rispetto della diversità della regione e con la consegna della presidenza pro tempore di questo organismo all’Ecuador.
Durante la giornata finale dell’appuntamento, i capi di Stato e di Governo e gli altri rappresentanti dei 33 paesi membri hanno approvato la dichiarazione politica dell’incontro, il piano d’azione per il 2015, e altre dichiarazioni speciali su diversi temi, come l’appoggio ai dialoghi per la pace in Colombia, e la necessità di mettere fine al blocco degli Stati Uniti contro Cuba, considerata chiave di volta per l’avanzamento del processo di ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni.
Dopo aver ricevuto la presidenza pro tempore della CELAC, Rafael Correa, primo mandatario ecuadoriano, ha confermato che quest’anno l’organismo regionale lavorerà nella riduzione della povertà; nell’aumento degli investimenti per la scienza, tecnologia e innovazione; così come nelle infrastrutture e connettività; nel modo di affrontare il cambiamento climatico e nella creazione di una struttura finanziaria regionale.
Inoltre, ha richiamato a consolidare la CELAC come un blocco unito che sia lo spazio per risolvere conflitti regionali, stabilire alleanze con altri soci del mondo e che manifesti le posizioni comuni dei suoi paesi membri negli organismi internazionali.
Il primo mandatario della Bolivia, Evo Morales, ha partecipato a San José all’Incontro per la Patria Grande, forum sociale che si tiene parallelamente al Vertice presidenziale della CELAC, Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici.
Nel suo intervento il giorno precedente, davanti a centinaia di studenti, attivisti e leader sindacali riuniti nell’Università statale del Costa Rica, Morales ha detto che la vera politica è la scienza di servire il popolo e che gli avanzamenti economici e sociali del suo paese si basano su questo principio e sulla decisione di tutti i boliviani di costruire una patria nuova.
Tra applausi e le grida dei partecipanti di “Mare per la Bolivia”, il governante ha fatto riferimento a quella giusta richiesta del suo popolo e alle politiche di rifondazione, nazionalizzazione delle risorse naturali e distribuzione della ricchezza che si attuano nella nazione sudamericana.
L’incontro sociale latinoamericano ha emanato una dichiarazione che sarà consegnata ai primi mandatari e capi delegazione dei 33 paesi membri della CELAC, nella quale si richiede ai paesi della regione di lavorare per consolidare i meccanismi di partecipazione cittadina.
L’intervento del leader indipendentista portoricano, Rubén Berríos, al III Vertice della CELAC, Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, viene considerato di grande valore per la causa di Portorico.
Il Movimiento Independentista Nacional Hostosiano e il Frente Socialista de Portorico hanno manifestato la loro gratitudine al presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, per aver reso possibile che Berríos si potesse rivolgere al plenum dell’appuntamento.
A giudizio del Frente portoricano, il dirigente indipendentista ha offerto una sintesi precisa e puntuale sulla causa dell’autodeterminazione e indipendenza di Portorico, e ha elogiato che si chiedessero azioni concrete di solidarietà da parte dell’organizzazione regionale.
Il Frente ha anche ringraziato il primo mandatario di Cuba, Raúl Castro, e il suo omologo del Venezuela, Nicolás Maduro, per il loro appoggio per la libertà del prigioniero politico Óscar López Rivera che è detenuto negli Stati Uniti da 33 anni.
“L’unità del popolo cubano e di tutti i paesi della regione ha influito sulla decisione del Presidente degli Stati Uniti di ristabilire le relazioni con Cuba”, così ha affermò il presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, Evo Morales Ayma, in una conferenza stampa effettuata nell’ambito del III Vertice della CELAC che si è tenuto a San José di Costa Rica.
“Un giorno alle Nazioni Unite si dovrebbe approvare un documento dove si riconosca che Cuba è il paese più solidale del mondo”, ha enfatizzato il mandatario boliviano… “Ho imparato da Fidel che si dà quello che si ha e non quello che avanza”, ha sottolineato il mandatario sudamericano.
In rispetto al diritto sovrano del territorio cubano manifestò la sua aspirazione a che il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, arrivi a Panama, al Vertice delle Americhe, col blocco rimosso e con la decisione di restituire la Base Navale di Guantánamo.
Morales Ayma ha fatto queste dichiarazioni poco prima dell’approvazione della Dichiarazione Finale del Vertice, del suo Piano di Azione e delle Dichiarazioni speciali.
Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha affermato che l’America Latina e i Caraibi vivono una nuova era storica, contraria alle divisioni che ci sono state nella regione nel secolo XIX.
“Bisogna veramente dire: Grazie alla vita che ci dà questa possibilità di vivere intensamente una nuova era storica che si è aperta in America Latina e i Caraibi, e che è costata varie generazioni!”, ha detto il Capo di Stato, nella riunione plenaria del III Vertice della Celac che si realizza in Costa Rica.
Inoltre, il mandatario ha indicato che il secolo XIX ha implicato la divisione del grande sogno di unione tra i paesi latinoamericani.
“Come diciamo sempre nel nostro concetto bolivariano e chavista, di quello che avrebbe dovuto essere e nascere: una grande unione di repubbliche, una grande nazione di repubbliche, lì nel secondo e terzo decennio secolo XIX, di prima, dell’America spagnola, invece che nascere una potente grande unione di repubbliche, nacquero divise, decimate,10-15 repubbliche che guardavano verso luoghi diversi”, ha affermato il mandatario venezuelano.
Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha fatto un appello oggi all’ unità nella Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) per ottenere una presenza solida nello scenario internazionale.
Solo l’unità farà grande questa regione, ha affermato nel discorso pronunciato davanti a presidenti ed agli alti funzionari che partecipano al vertice della Celac, sviluppato in Costa Rica, in rappresentazione dei 33 paesi membri dell’organismo.
Assumendo la presidenza pro tempore, Correa ha considerato che il blocco deve tentare di agire sempre con posizioni comuni affinché si ascolti la sua voce, e realizzare interventi in maniera congiunta presso le Nazioni Unite per irrobustire la Celac come un interlocutore in campo internazionale.
Il Presidente ha annunciato che il tema di potenziare il ruolo della Celac come blocco sarà uno dei cinque assi di lavoro durante la presidenza pro tempore che l’Ecuador eserciterà nel 2015.
Gli altri temi prioritari saranno: riduzione della povertà estrema e della disuguaglianza; educazione, scienza, tecnologia ed innovazione; ecosistema e cambiamento climatico; e finanziamento per infrastruttura e connessione.
Rispetto alla povertà, ha ricordato, in America Latina e nei Caraibi vivono nella miseria 68 milioni di persone, ed ha proposto la meta di sradicare la situazione nei prossimi cinque anni.
Ha argomentato che la povertà non è il risultato di mancanza di risorse ma di problemi nella distribuzione, per questo è possibile eliminare la miseria se si applicano migliori meccanismi di distribuzione delle entrate.
Non appena la scienza e la tecnologia concepiranno la conoscenza come bene pubblico e di libero accesso di massa ed investiranno in talento umano, non solo saremo più prosperi ma anche più giusti.
Ha anche risaltato che tutto ciò darà maggiore libertà alla regione perché “i paesi che non genereranno conoscenza saranno sempre di più ignoranti in termini relativi, e più dipendenti da quello che producono gli altri”.
Commentando la questione dell’ecosistema, ha considerato necessario alzare le voci per chiedere il compromesso dei contaminatori globali nell’obiettivo di ridurre le emissioni nell’atmosfera, ed ha aggiunto che “abbiamo tutta la forza morale per farlo”.
“Tutti soffriamo il riscaldamento globale”, ha indicato, “ma soprattutto i fratelli caraibici potrebbero affrontare gravi catastrofi per gli effetti del cambiamento climatico”.
Nel tema di finanziamento per infrastruttura e connessione, ha manifestato che l’area deve imparare ad approfittare dei suoi risparmi ed investirli in progetti di sviluppo propri, come creare una nuova architettura finanziaria con iniziative, come avere meccanismi di scambio moderati per evitare l’uso di monete extraregionali.
Ha anche fatto riferimento per spingere grandi progetti di infrastruttura che garantiscano l’integrazione e le connessioni regionali, e questo include grandi progetti stradali, energetici e di comunicazione.
Correa ha manifestato il compromesso del suo paese di continuare il lavoro per fortificare il processo di integrazione ed ha ringraziato il Costa Rica per gli avanzamenti ottenuti durante la sua tappa di direzione del blocco.
Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha chiesto la cessazione del blocco statunitense contro Cuba e la fine della guerra economica contro il Venezuela, durante il suo discorso al III Vertice della CELAC che si svolge a San José, Costa Rica.
“Abbiamo bisogno di solidarietà reciproca,di parlare chiaro, senza paure, perché abbiamo la verità. Basta con il blocco criminale a Cuba che attenta a tutte le Carte dell’OEA che attenta allaCarta fondamentale delle Nazioni Unite, che attenta al diritto internazionale ed è contro tutti i principi che nei loro discorsi dicono di sostenere e difendere. Basta agli speculatori finanziari che vogliono saccheggiare i nostri popoli. Basta al colonialismo più grossolano nel secolo XXI nella nostra America, tutto il nostro appoggio all’Argentina nel suo diritto sovrano sulle Isole Malvinas”, ha detto il mandatario.
“Basta alle guerre economiche contro paesi come il Venezuela che ci ricordano piuttosto bene la guerra economica della borghesia cilena contro Salvador Allende quando si sono resi conto che non potevano vincere alle urne essendo stati decisamente sconfitti nel marzo del 1973 nelle elezioni legislative”, ha aggiunto.
Correa ha richiamato i paesi membri della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) essere un’avanguardia per sconfiggere la miseria, una meta che a suo giudizio si può realizzare nella regione latinoamericana nei prossimi cinque anni.
Ha esortato la CELAC a investire nella conoscenza e nel talento umano per ottenere lo sviluppo dei paesi.