A. Puccio www.farodiroma.it
Nel programma televisivo trasmesso da Cubavision, la Mesa Redonda, giovedì sera il presidente della Repubblica Miguel Diaz Canel ha annunciato che l’isola inizierà un lento ritorno alla normalità dopo la pandemia da coronavirus.
La strategia messa in atto dal governo cubano si compone di tre fasi che piano piano porteranno l’isola alla normalità: tre step denominati fase 1, fase 2 e fase 3, che saranno applicate in maniera differenziata alle varie province a secondo del numero di contagi che hanno avuto e da quanto tempo la singola provincia non rileva persone contagiate.
Non mi soffermerò sulle varie disposizioni ma sul fatto che all’inizio della pandemia sui social e sui mezzi di informazione in mano alla controrivoluzione si poteva leggere che l’arrivo del virus a Cuba sarebbe stato un disastro, Si poteva leggere che il sistema sanitario non sarebbe stato in grado di sopportare la pandemia, che i medici non avevano la preparazione necessaria, che la classe politica che dirige il paese era sicuramente inadeguata a gestire una pandemia di queste proporzioni, che senza il turismo l’isola in pochi giorni sarebbe stata preda della carestia, che la popolazione sarebbe morta per strada e molte altre fantasticherie, che alla resa dei conti questo si sono dimostrate essere.
A tre mesi dal primo contagio, l’isola inizia invece nella massima tranquillità il processo che la porterà alla normalità. Tutte le cassandre made in Miami che avevano sperato in un collasso del sistema cubano sono state smentite un’altra volta, tutti coloro che avevano sperato nel crollo del sistema cubano dovranno ricredersi.
Mi viene da ridere a pensare quanto inchiostro hanno consumato per screditare il loro paese di nascita, perché sono proprio color che sono scappati negli Stati Uniti alla ricerca dell’eldorado a sperare che il governo cubano capitoli. Mi viene da ridere perché proprio il loro paese del bengodi è la nazione con più morti e contagi al mondo e Cuba al momento se la cava solo con 84 deceduti.
Come disse Fidel Castro durante il processo dopo l’assalto al Cuartel Moncada: “Condannatemi ma la storia mi assolverà”. Anche questa volta la storia ha assolto l’isla grande nonostante l’amministrazione Trump abbia fatto di tutto per inasprire il blocco commerciale, economico e finanziario che Cuba soffre da 58 anni.
Trump ha sperato che la pandemia potesse essere il mezzo per rovesciare il governo cubano, ha sperato che la popolazione in preda alla fame ed alla disperazione insorgesse ma lui e i suoi fedeli elettori che gioiscono ogni volta che inasprisce le sanzioni a Cuba non sono stati ripagati con la capitolazione dell’isola. Non è servito impedire l’acquisto di ventilatori polmonari facendo comprare l’azienda che li produceva, non è servito impedire l’arrivo di medicinali e dispositivi di protezione sull’isola perché Cuba ha grosse scorte di prodotti sanitari che usa per combattere gli attacchi batteriologici che i vicini statunitensi negli anni hanno diffuso sull’isola come la peste porcina o il dengue.
Ma soprattutto il governo cubano può contare su un sistema integrato che, grazie ai piani di intervento, è capace di far fronte alle emergenze in tempi rapidi che pongono l’individuo al centro delle politiche e non il profitto come nei paesi capitalistici avviene.