Cuba parla con i fatti, per cui la ratificazione del cancelliere Bruno Rodríguez Parrillla che «la nazione mostra un impegno esemplare nella lotta contro la tratta delle persone e mantiene una politica di tolleranza zero contro qualsiasi modalità di questo flagello», è stata come un pugno in faccia
Alfonso G. Nacianceno García
Quando il tema è Cuba, la blasfemia dell’attuale amministrazione USA non ha problemi a nuotare contro la corrente dell’opinione del mondo.
Ora ritornano sulla logorata ripetizione dei presunti medici sottoposti «a lavoro forzato» e alla «tratta delle persone», accuse inconsistenti espresse giovedì 25, dal segretario di Stato Mike Pompeo, sostenuto nel suo mucchio di menzogne dalla assessore presidenziale Ivanka Trump, figlia del suo capo.
Cuba parla con i fatti, per cui la ratificazione del cancelliere Bruno Rodríguez Parrillla che «la nazione mostra un impegno esemplare nella lotta contro la tratta delle persone e mantiene una politica di tolleranza zero contro qualsiasi modalità di questo flagello», è stata come un pugno in faccia.
La risposta di Rodríguez Parrilla, riaffermata nel suo account di Twitter, Ha distrutto ancora una volta le dichiarazioni mendaci che questi personaggi dell’amministrazione Trump pretendono di far credere, presentando il controverso rapporto sulla tratta delle persone, che vede l’Isola grande delle Antille nella peggiore ubicazione (il livello tre) ed ha definito le missioni mediche come esempio di lavoro forzato.
L’annuncio coincide con la violenta campagna dell’attuale Governo contro la collaborazione del personale della Salute cubano nel mondo, allegando presunte violazioni nel loro trattamento e pagamento.
Di fronte a questa sfacciataggine, il carattere unilaterale e l’illegittimità del testo, la vice direttrice per gli Stati Uniti del Ministero delle Relazioni Estere (MINREX) di Cuba, Johana Tablada, ha affermato che il luogo dato al suo paese nella lista costituisce un’azione politica senza alcuna relazione con il suo impegno.
Il rapporto tenta di negare l’apprezzamento espresso in molte latitudini alla nobiltà e alla solidarietà dei medici cubani e chiude gli occhi di fronte agli sforzi dell’Isola per sradicare la tratta delle persone.