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Guaidó delega a due società, di un paradiso fiscale, la gestione del denaro rubato al Venezuela
La politica di spoliazione del patrimonio pubblico del Venezuela, orchestrata dal governo USA, e nascosta sotto l’apparenza “legittima” del governo fake (falso) di Juan Guaidó, acquisisce ora forma “legale” mediante vie terziarizzate.
In una nuova sessione, senza quorum, per vie digitali e con la sola partecipazione di deputati legati a Juan Guaidó, l’Assemblea Nazionale (AN) fake del Venezuela ha convenuto, giovedì scorso, l’approvazione di un processo di contrattazione di due società, registrate negli USA, per la gestione e maneggio dei “fondi recuperati” dal “governo di transizione”.
La fonte di risorse sarebbero i circa 80 milioni di $ che sono parte degli averi dello stato venezuelano nei conti Citibank negli USA e che sono stati trattenuti, circa 342 milioni di $, che sono stati trasferiti dal governo USA su un conto della Federal Reserve di New York.
Questi 80 milioni di $ che ora fanno parte del cosiddetto “Fondo di Liberazione Nazionale” creato da Guaidó, sarebbero gestiti ed amministrati dalle società BRV Disbursement Co. LLC e BRV Administrator Co. LLC., entrambe registrate negli USA come società private.
L’annuncio indica che queste società avranno un profitto di 1,3 milioni di $, secondo il contratto approvato dall’ala dei deputati dell’AN che circondano Guaidó.
Questo evento costituisce un precedente di uso discrezionale e delegato a società private, non registrate, né collegate, né subordinate alla nazione, rispetto ai beni dello stato venezuelano.
Ciò dà per scontato la non esistenza legale del proto-stato, al di fuori del Venezuela, guidato da Guaidó, che non ha una propria rappresentanza giuridica né una struttura finanziaria propria per assicurare le risorse di cui sono beneficiari per arbitrato USA.
Risorse senza controllore e con destinazioni diffuse
La modalità di spoliazione che viene eseguita con queste azioni passa attraverso la delega di risorse venezuelane a due istanze, una diffusa o inesistente e l’altro di tipo privata.
La prima di queste è lo stesso “governo” di Guaidó, che dispone di risorse della nazione senza essere soggetti a nessuna dei poteri di controllo sul suolo venezuelano.
In altre parole, non è soggetto né all’Ufficio Controllo Generale (Corte dei Conti) della Repubblica, né allo stesso parlamento venezuelano, al di là dell’entourage di minoranza che circonda il “presidente incaricato”, cià che implica l’assenza di tutti i meccanismi di trasparenza e si ignorano tutti i canali regolari previsti dalla legislazione venezuelana.
Successivamente, ha luogo la terziarizzazione e privatizzazione nella gestione delle risorse venezuelane attraverso queste azioni, che vengono erette su un “contratto” per il quale il parlamento non ha attribuzioni da applicare, inoltre, con società che non sono subordinate alle istituzioni di controllo del Venezuela e che, di fatto, non riconoscono il governo legittimo in carica.
Tutto ciò sembra dare forma a una sofisticata modalità di spoliazione di beni finanziari nazionali, destinata ad un brodo di corruzione.
La presunta destinazione proposta per le risorse sarebbe il rafforzamento di “vari programmi” per la “liberazione del Venezuela”.
Sebbene in teoria circa 35 milioni si impiegherebbero per dotare di attrezzature mediche il paese, è stata anche resa pubblica l’intenzione di utilizzare queste risorse per il “sostegno” dei deputati, il finanziamento della propaganda del “governo di transizione” ed il finanziamento nella “lotta per la democrazia”, tra altri.
È essenziale sottolineare che in questa gestione, fraudolenta e senza regole, delle risorse si aprono anche le possibilità di finanziare attività terroristiche in Venezuela, come quelle che sono fallite, negli ultimi mesi, attraverso incursione mercenarie su vari fianchi delle coste venezuelane.
Società registrate in un paradiso fiscale sul suolo USA
Recentemente il sito di ricerca venezuelano La Tabla ha rivelato attraverso l’uso di informazioni aperte che le società BRV Disbursement Co. LLC e BRV Administrator Co. LLC (Limited Liability Company o Società a Responsabilità Limitata) sono state recentemente registrate nel Delaware, USA.
Il Delaware è un noto santuario fiscale e del riciclaggio internazionale di capitali in quel paese.
Secondo La Tabla, queste società hanno solo avuto bisogno, per la loro registrazione, di nominare un amministratore (agente autorizzato) in rappresentanza dei dirigenti per garantire l’assoluto anonimato, sfruttando tutti gli incentivi legali del Delaware che l’hanno reso famoso come paradiso fiscale, poiché protegge le identità dei rappresentati.
Di conseguenza, tali preferenze legali lasciano in situazione diffusa le responsabilità sull’amministrazione di quel denaro.
Il media specializzato in economia Expansión riferisce al Delaware come un’enclave finanziaria in cui sono registrate oltre 1,3 milioni di entità, rispetto ad una popolazione che non arriva ad un milione di abitanti.
Le dimensioni di questo paradiso fiscale dà conto dell’esistenza di centinaia di migliaia di società offshore lì registrate. Un rapporto dell’Osservatorio della Responsabilità Sociale Corporativa di Spagna, che analizza le prestazioni delle società spagnole e le loro pratiche evasive, ha trovato nel Delaware un luogo idoneo per questi illeciti, possibile solo grazie alla sua legislazione statale.
Per illustrare questo esempio in modo più preciso, in un unico edificio del Delaware, di un unico piano, cioè nello stesso domicilio fiscale, erano registrate 285 mila società.
Il 60% dei gruppi della lista Forbes 500 aveva lì domiciliata una qualche società. Tra questi c’erano American Airlines, Apple, Bank of America, Google o Coca-Cola, riporta l’Osservatorio.
Come dato aggiuntiva, vale la pena segnalare che la conformazione di una struttura di saccheggio e corruzione aperta delle risorse finanziarie e degli altri beni venezuelani all’estero non ha luogo solo per la discrezionalità del deputato Juan Guaidó. Questo nuovo quadro di situazioni è possibile solo grazie all’impalcatura giuridico ed istituzionale USA.
Questa struttura di potere, che ha facilitato l’esecuzione di misure coercitive ed unilaterali contro il Venezuela, continua ad evolversi e favorisce la costruzione di un para-stato.
Guaidó delega en dos empresas de un paraíso fiscal la gestión del dinero robado a Venezuela
La política de despojo del patrimonio público de Venezuela orquestado por el gobierno estadounidense y encubierto bajo la apariencia “legítima” del gobierno fake de Juan Guaidó, adquiere ahora forma “legal” mediante vías tercerizadas.
En nueva sesión sin quórum, por vías digitales y con la sola participación de diputados afines a Juan Guaidó, la Asamblea Nacional (AN) fake de Venezuela convino el pasado jueves la aprobación de un proceso de contratación de dos firmas registradas en EEUU para la gestión y manejo de los “fondos recuperados” por el “gobierno de transición”.
La fuente de recursos serían unos 80 millones de dólares que son parte de los haberes del estado venezolano en cuentas del Citibank estadounidense y que fueron retenidos, unos 342 millones de dólares, que han sido transferidos por el gobierno estadounidense a una cuenta en la Reserva Federal de Nueva York.
Estos 80 millones de dólares que forman parte ahora del llamado “Fondo de Liberación Nacional” creado por Guaidó, serían gestionados y ejecutados por las compañías BRV Disbursement Co. LLC y BRV Administrator Co. LLC., ambas registradas en EEUU como firmas privadas.
El anuncio indica que dichas empresas tendrán un beneficio de 1,3 millones de dólares, de acuerdo con el contrato aprobado por el ala de diputados de la AN que rodean a Guaidó.
Este evento sienta un precedente de uso discrecional y delegado a firmas privadas, no registradas, ni vinculadas, ni subordinadas a la nación, con respecto a los bienes del estado venezolano.
Esto da por sentado la inexistencia jurídica del proto-estado puertas fuera de Venezuela abanderado por Guaidó, que no tiene una representación jurídica ni una estructura financiera propia para ejecutar los recursos de los cuales son beneficiarios por arbitraje estadounidense.
Recursos sin contraloría y con destinos difusos
La modalidad de despojo que se ejecuta con estas acciones pasa por la delegación de recursos venezolanos a dos instancias, una difusa o inexistente y otra de tipo privada.
La primera de ellas es el mismo “gobierno” de Guaidó, el cual dispone de recursos de la nación sin estar sujetos a ninguno de los poderes contralores en suelo venezolano.
Es decir, que no está sujeto ni a la Contraloría General de la República, ni al propio parlamento venezolano más allá del séquito minoritario que rodea al “presidente encargado”, lo cual implica la ausencia de todos los mecanismos de transparencia y se omiten todos los canales regulares previstos en la legislación venezolana.
Seguidamente, tiene lugar la tercerización y privatización en la ejecución de los recursos venezolanos mediante estas acciones, que están erigidas sobre un “contrato” para el cual el parlamento no tiene atribuciones de aplicar, adicionalmente, con empresas que no están subordinadas a las instituciones contraloras de Venezuela y que, de hecho, no reconocen al gobierno legítimo en funciones.
Todo esto parece dar forma a una sofisticada modalidad de despojo de bienes financieros nacionales, con destino a un caldo de corrupción.
El supuesto destino planteado para los recursos sería el reforzamiento de “diversos programas” para la “liberación de Venezuela”.
Aunque en teoría unos 35 millones se emplearían para dotar de equipamiento médico al país, también ha sido pública la intención de usar esos recursos para el “apoyo” a los diputados, el financiamiento de propaganda del “gobierno de transición” y el financiamiento en la “lucha por la democracia”, entre otros.
Es indispensable destacar que en este manejo doloso y sin regulación de recursos abre también las posibilidades de financiamiento a actividades terroristas en Venezuela, como las que fueron frustradas en meses pasados mediante las inserciones mercenarias en varios flancos de las costas venezolanas.
Empresas registradas en un paraíso fiscal en suelo estadounidense
Recientemente el sitio de investigación venezolano La Tabla, reveló mediante el uso de información abierta que las empresas BRV Disbursement Co. LLC y BRV Administrator Co. LLC (Limited Liability Company o Sociedad de Responsabilidad Limitada) fueron registradas recientemente en Delaware, EEUU.
Delaware es un reconocido santuario fiscal y del lavado internacional de capitales en dicho país.
Según La Tabla, estas empresas solo necesitaron para su registro nombrar a un administrador (agente autorizado) en representación de los directivos para garantizar absoluto anonimato, aprovechando todos los incentivos jurídicos de Delaware que le han dado fama de paraíso fiscal, pues protege las identidades de los representados.
En consecuencia, tales preferencias jurídicas dejan en situación difusa las responsabilidades sobre la administración de ese dinero.
El medio especializado en economía Expansión refiere a Delaware como enclave financiero en el que se encuentran registradas más de 1,3 millones de entidades, frente a una población que no llega a alcanzar el millón de habitantes.
La dimensión de este paraíso fiscal da cuenta de la existencia de cientos de miles de sociedades off shore allí registradas. Un informe del Observatorio de Responsabilidad Social Corporativa de España, que analiza el desempeño de empresas españolas y sus prácticas evasivas, encontró en Delaware un lugar idóneo para estos ilícitos, solo posibles por su legislación estadal.
Para ilustrar este ejemplo de manera más precisa, en un solo edificio de Delaware de una sola planta, es decir en un mismo domicilio fiscal, estaban registradas 285 mil empresas.
El 60% de los grupos del listado Forbes 500 tenían allí domiciliada alguna sociedad. Entre ellos se encontraba American Airlines, Apple, Bank of America, Google o Coca-Cola, refiere el Observatorio.
Como dato adicional, vale señalar que la conformación de una estructura de saqueo y corrupción abierta de los recursos financieros y demás activos venezolanos en el extranjero, no tiene lugar sólo por la discrecionalidad del diputado Juan Guaidó. Este nuevo marco de situaciones solo es posible por el andamiaje jurídico e institucional estadounidense.
Esta estructura de poder, que facilitó la ejecución de medidas coercitivas y unilaterales contra Venezuela, continua evolucionando y favoreciendo la construcción de un para-estado.