Colombia: chiede aiuto a Cuba anzi no!

L’America Latina è diventata l’epicentro mondiale dell’epidemia causata dal nuovo coronavirus Covid-19. I più colpiti, manco a dirlo, sono i paesi a regime neoliberista. Dal Brasile alla Colombia, passando per Ecuador e la Bolivia del governo golpista, il virus è stato libero di infettare le popolazioni locali e colpire i più vulnerabili.

Dalla Colombia arriva l’ammissione del fallimento totale.

Infatti, con 257101 casi e 8777 morti, la Colombia è uno dei paesi dell’America Latina più colpiti dalla covid-19. La gestione che il governo di Iván Duque ha dato alla pandemia ha lasciato la popolazione completamente indifesa.

Per questo motivo la Colombia si è vista costretta ad ammettere il collasso del proprio sistema sanitario e chiedere a Cuba un aiuto per combattere il Covid-19.

Medellín è una delle città più colpite, quindi il suo sindaco, Daniel Quintero, ha richiesto un aiuto internazionale per combattere il nuovo coronavirus in città. Tramite una lettera inviata all’ambasciatore cubano in Colombia, José Luis Ponce, Quintero richiede la presenza di personale medico cubano, ammettendo al contempo che il sistema sanitario è collassato.

No hemos entendido bien el mensaje del Coronavirus. Más allá de las fronteras, razas e ideologías, nos recordó que como humanos nos necesitamos todos. A USA y UK le pedimos vacunas, a Emiratos pruebas, a Cuba, España personal. La vida debe de estar por encima de la política. https://t.co/ghSmmViXw3

— Daniel Quintero Calle (@QuinteroCalle) July 26, 2020

Il Sindaco riconosce che le unità di terapia intensiva in città erano già al collasso “anche prima dell’inizio della pandemia”; e ha sottolineato che ha solo “118 specialisti in terapia intensiva, un numero insufficiente per garantire l’assistenza ai pazienti più gravi”.

Il governo Duque non ha però gradito la mossa di Quintero e sostiene che il sindaco abbia violato i canali regolari per tale richiesta e che il governo di Duque sta lavorando per aumentare il numero di operatori sanitari che si occupano di pazienti con Covid-19. Il collasso sanitario è imminente, vaticina Redradiove.

In risposta all’esecutivo nazionale il sindaco di Medellín ha esortato a mettere al primo posto la vita delle persone e no gli interessi politici, “oltre i confini, le razze e le ideologie, in quanto esseri umani abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro. Chiediamo al Regno Unito e persino agli Stati Uniti i vaccini, test agli Emirati, a Cuba e Spagna personale sanitario”.

Nella richiesta d’aiuto il sindaco della città colombiana non è solo. Il governatore del dipartimento colombiano di Magdalena, Carlos Caicedo, ha aderito alla richiesta indirizzata all’ambasciata cubana per ricevere l’assistenza dei suoi medici.

Caicedo ha assicurato che dallo scorso marzo aveva richiesto al ministero degli Esteri colombiano la sua richiesta di facilitare il collegamento con i medici cubani; tuttavia, ha eeidenziato di non aver ricevuto risposta.

Per questo motivo, ha spiegato Caicedo, ora fa “una seconda richiesta inviata direttamente all’ambasciata cubana; dove chiede di far parte del programma ‘médico en tu casa’, in modo che i servizi sanitari raggiungano i più bisognosi”.

Desde @MagdalenaGober y por segunda vez, le hemos solicitado a la Embajada de Cuba @EmbacubaCol @PonceCaraballo, la solidaria asistencia técnica del exitoso cuerpo médico de la República de Cuba para el tratamiento del Covid19 en el Magdalena. pic.twitter.com/z2WGPHpo6u

— Carlos Caicedo (@carlosecaicedo) July 27, 2020

www.lantidiplomatico.it


Colombia, Duque respinge gli aiuti cubani chiesti dal sindaco di Medellin

 

29.07-  La ONG per i diritti umani colombiana Cordoberxia ha denunciato questo martedì un nuovo massacro contro i contadini nel comune di San José de Uré, nel dipartimento settentrionale di Cordova, a sole 48 ore dall’uccisione di una intera famiglia nella stessa città. Lo riporta Telesur. Il direttore della Fondazione Cordobexia, Andrés Chica, ha ricordato che proprio all’alba di lunedì, un giorno prima, gruppi criminali avevano tolto la vita a tre membri della famiglia contadina Feria López.

“Denunciamo un altro crimine nella comunità di San José de Uré, nel comune di Puerto Colombia, dove ci sono tre persone assassinate, che giacciono sul ciglio della strada. Si tratta di cittadini della stessa comunità e stiamo aspettando la conferma dei nomi”, ha dichiarato il difensore dei diritti umani.

Secondo i media locali, gli omicidi sono attribuiti a Los Caparros, una banda criminale che rivendica il controllo territoriale con il Clan del Golfo.

Nel frattempo, il partito delle FARC nel dipartimento di Antioquia, nella Colombia nord-occidentale, ha denunciato la morte dell’ex combattente delle FARC smobilitate, Yoimar Jiménez, ucciso martedì notte a causa di un attacco. Jiménez, “un firmatario della pace che ha servito come scorta, è morto pochi minuti fa dopo essere stato ferito questo pomeriggio nel mezzo di un attacco contro un altro compagno reintegrato, nel comune di Urrao”, ha spiegato il partito delle FARC in un tweet che accompagnava il tag “#DuquePareElGenocidio”.

Yoimar Jiménez firmante de la paz que se desempeñaba como escolta, falleció hace pocos minutos después de haber quedado herido en la tarde de hoy en medio de un atentado contra otro compañero reincorporado, en el municipio de Urrao #DuquePareElGenocidio pic.twitter.com/XCH6s4PQ3b

— FARC Antioquia (@ComunesANT) July 29, 2020

Questo il contesto fuori controllo della Colombia governata dal regime di estrema destra Ivan Duque. Fuori controllo anche nella gestione della pandemia da Covid. Il 26 luglio, a tal proposito, il sindaco di Medellin Daniel Quintero aveva richiesto all’ambasciatore cubano in Colombia, Jose Luis Ponce, l’assistenza di medici cubani per i pazienti COVID-19 della città. Il tutto, a dimostrazione, l’ennesima, della superiorità di un modello socialista (anche se vittima di un criminale e decennale embargo) sulle barbarie del neo-liberismo. Ma il presidente della Colombia Ivan Duque ha respinto ieri gli aiuti dei medici cubani.

“Penso che la cosa importante sia chiarire che qui non ci sono pregiudizi o discriminazioni nei confronti dei paesi, ma ci sono procedure che sono state stabilite rigorosamente dal Ministero della Salute”, ha dovuto giustificare un po’ impacciato il povero Duque dopo qualche probabile telefonata allarmata da Washington.

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