Un Gran Giurì Federale ha accusato di molteplici reati l’autore dell’attacco del 30 aprile contro l’Ambasciata cubana negli USA, un fatto sul quale il governo nordamericano ancora oggi mantiene il silenzio.
Un comunicato stampa dell’Ufficio del Procuratore del Distretto di Columbia ha indicato che Alexander Alazo, con indirizzi a Middletown, Pensilvania, e a Aubrey, in Texas, arrestato nello stesso giorno del fatto, affronta accuse per attacco violento contro un funzionario straniero o locale ufficiale, con l’uso di un’arma mortale.
L’ uomo d’origine cubana è stato accusato anche per aver ferito o danneggiato deliberatamente beni appartenenti o occupati da un governo straniero negli Stati Uniti e per il trasporto per diversi Stati di un’arma da fuoco e di munizioni, con l’intenzione di commettere un grave delitto.
Oltre a questi tre gravi reati federali per i quali è stato accusato con una denuncia penale, il Gran Giurì ha aggiunto un’accusa addizionale : usare, trasportare, brandire e scaricare un’arma da fuoco in un attacco violento.
Il comunicato ricorda che il 1 maggio scorso il giudice G. Michael Harvey ha recluso Alazo senza condizionale, in attesa del processo ed ha precisato che le accuse contro di lui provengono da un incidente nel quale Alazo ha sparato 32 colpi contro l’ambasciata di Cuba a Washington DC , un edificio che era occupato nel momento del fatto.
Se sarà dichiarato colpevole affronterà una sentenza obbligatoria di almeno 10 anni di reclusione per l’accusa d’aver commesso un reato di violenza con un’arma da fuoco.
Un attacco violento contro un funzionario straniero o contro un locale ufficiale con l’uso di un’arma mortale o ferire o danneggiare intenzionalmente proprietà di un governo straniero sono reati che ricevono pene massime di 10 anni di carcere, una multa sino a 250.000 dollari e al massimo tre anni di libertà vigilata, dettaglia il testo.
Negli USA, il trasporto tra gli Stati di un’arma da fuoco e di munizioni con l’intenzione di commettere un delitto grave, implica una condanna sino a cinque anni di prigione, una multa simile a quella citata e, al massimo un anno di libertà vigilata.
Il Governo di Cuba ha denunciato più volte la mancanza di una comunicazione ufficiale da parte dell’esecutivo di Donald Trump sull’attacco alla delegazione diplomatica, un’aggressione che è stata condannata da numerose voci negli Stati Uniti e a livello internazionale.
Il 9 luglio il presidente dell’Isola, Miguel Díaz-Canel, ha criticato in Twitter il silenzio complice degli Stati Uniti che “copre il terrorismo, promuove l’odio, appoggia l’impunità e inoltre aggredisce e insulta il nostro popolo”.
In una lettera inviata alla fine di maggio al presidente dell’Assemblea Generale della ONU, Tijjani Muhammad-Bande, la rappresentante permanente alterna di Cuba presso l’organismo, Ana Silvia Rodríguez, ha sostenuto che l’attacco è stato un risultato diretto della politica ostile del governo statunitense contro Cuba.