di Geraldina Colotti
In occasione del sessantaseiesimo compleanno del Comandante eterno, abbiamo intervistato il fratello maggiore, il professor Adán Chávez Frías, vicepresidente degli affari internazionali del Partito socialista unito del Venezuela (PSUV). Attualmente è ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela nella Repubblica di Cuba e dirige l’Istituto di studi superiori Hugo Chávez. Lo ringraziamo per aver accettato di rispondere alle nostre domande dall’Avana
Oggi ricorre il 66° anniversario della nascita del comandante Hugo Chávez, quali aspetti evidenzieresti della sua eredità?
Un dibattito che tocca profondamente noi rivoluzionari e rivoluzionarie, in Venezuela e in altri popoli del mondo, è quello sull’eredità del comandante Hugo Chávez. Un problema che non intendiamo esaurire in questa intervista, data la ricca diversità di spigoli e temi che fa parte degli ideali e della prassi del leader storico della Rivoluzione Bolivariana.
Alcune di queste questioni, su cui il nostro comandante eterno ha meditato e lavorato instancabilmente, e che quindi costituiscono una parte fondamentale della sua eredità, sono legate alla conquista del potere politico e all’organizzazione dell’avanguardia rivoluzionaria, al disegno del nuovo quadro giuridico e istituzionale del Paese, all’impulso di una democrazia partecipativa e protagonista, alla garanzia della suprema felicità sociale del nostro Popolo, al consolidamento di un mondo multicentrico e pluripolare, alla difesa della nostra sovranità e indipendenza e, in generale, alla costruzione del socialismo bolivariano.
Potremmo dire, senza dubbio, che il significato storico dell’eredità del comandante Chávez ha la sua essenza nell’aver risvegliato nei venezuelani e nelle venezuelane la speranza di un profondo cambiamento e nell’aver trasformato con forza la realtà del paese, orientandolo verso un destino migliore e mettendolo in prima linea nella costruzione di una nuova geopolitica internazionale, con un ruolo di primo piano nell’integrazione dei popoli della Nostra America Latinoamericana e Caraibica.
Chávez è riuscito a convincere il nostro popolo ad appropriarsi di questo afflato teorico, etico e politico, trasformandolo in uno strumento permanente e di guida per la riflessione e la pratica trasformativa; sempre con lealtà ai principi e con la flessibilità e la creatività necessarie per risolvere i problemi che la vita pone alle autentiche rivoluzioni, tenendo conto del contesto storico in cui si presentano.
Noi, i rivoluzionari e le rivoluzionarie, abbiamo deciso di fare nostra e difendere l’eredità del leader storico della Rivoluzione Bolivariana, il suo modo di pensare, il suo modo di sfidare la realtà e l’interazione con le persone e il suo modo di fare politica, lontano dal dogmatismo e dal settarismo.
Per questo motivo, anche nel bel mezzo della complessa situazione che il nostro paese e il mondo stanno attraversando, caratterizzato dalla battaglia condotta dall’umanità contro la pandemia di Covid-19 e dall’assalto imperiale criminale, il popolo venezuelano rimane fermo nel difendere gli ideali e la prassi del comandante Hugo Chávez.
Non esiste impero, per quanto potente, che possa piegare la nostra volontà di ferro per preservare questo retaggio di sovranità e indipendenza nazionale; un impegno che tutti abbiamo assunto e che oggi è un bastione inespugnabile di unità rivoluzionaria, di incrollabile fiducia nella giustizia della nostra causa e nella vittoria dei nostri sacri ideali.
In questi giorni si commemora anche il 237° anniversario della nascita del Liberatore Simón Bolívar: in che modo Chávez fu un continuatore delle idee di Bolívar?
Chávez fu, senza dubbio, un continuatore dell’impresa storica del Padre Libertador, nel cui pensiero crebbe e per la cui materializzazione consacrò la vita. Le idee anticipatrici di Bolivar sono oggi lettera viva, sostanziate nella Costituzione bolivariana del 1999.
In questo senso, possiamo affermare che, nonostante le idee dominanti a livello nazionale, regionale e globale prima dell’arrivo al potere della Rivoluzione Bolivariana, la battaglia combattuta dal comandante Chávez alla fine del XX secolo e all’inizio del XXI secolo riuscì a fratturare profondamente il vecchio pensiero egemonico con idee e azioni trasformative, con la morale e le intuizioni del nostro padre Libertador Simón Bolívar, del suo maestro Simón Rodríguez e di quel guerriero di grandi epopee che fu Ezequiel Zamora. Idee condensate nella sfida del nostro processo rivoluzionario: l’Albero delle Tre Radici, oggi rafforzato dall’incorporazione della radice Chavista.
Pertanto, gli ideali bolivariani sono stati sempre presenti nel pensiero e nella prassi del comandante Chávez, anche prima della ribellione del 4 febbraio 1992. In quel momento, il massimo leader della Rivoluzione Bolivariana aveva già le idee chiare che sostengono il Progetto Nazionale Simón Bolívar, un progetto a lungo termine volto a trasformare in realtà gli ideali bolivariani, il progetto originale di una Patria grande e prospera, in cui brillassero educazione, morale e luci.
Chávez continua a ricordarci che il Progetto Nazionale Simón Bolívar, edificato sulle basi del pensiero del Padre Libertador, si alimenta del proposito che “non ci sarà rivoluzione senza ideologia rivoluzionaria; non ci sarà socialismo, senza coscienza socialista, senza coscienza comunitaria, senza coscienza sociale ”; ed è da questa premessa del leader storico della Rivoluzione Bolivariana riguardo al nostro processo di liberazione, che noi venezuelani e venezuelane continuiamo a studiare, imparare, coltivare noi stessi nelle idee del Padre della Patria Simón Bolívar e in quelle dello stesso comandante Hugo Chávez, tra i tanti uomini e le tante donne dei nostri popoli.
Quando insegni ai giovani nell’ambito delle attività che svolge “l’Instituto de Altos Estudios del Pensamiento del Comandante Eterno Hugo Rafael Chávez Frías”, che cosa ti chiedono? Che idea hanno i giovani di ciò cheè stata la lotta di Chávez nel 20° secolo?
La gioventù venezuelana è profondamente intrisa dell’eredità del comandante Chávez, delle idee a supporto del progetto di ampie trasformazioni che ha avuto luogo nel paese dal 1999 a beneficio del nostro popolo. Questo grazie agli sforzi del leader storico della Rivoluzione Bolivariana di comunicare in modo permanente con il popolo, come parte della battaglia intrapresa per generare livelli più elevati di coscienza e per approfondire i cambiamenti storici richiesti dal Paese.
Il nostro Comandante Eterno ha sempre attribuito un valore fondamentale alla partecipazione dei giovani al futuro della Patria, evidenziando in modo permanente che i giovani hanno la passione, l’energia e l’amore necessari per promuovere una vera rivoluzione, in ambito politico, sociale ed etico-morale.
È proprio questo aspetto, quello legato alla motivazione rivoluzionaria del giovane Chávez, entrato nell’Accademia militare per diventare un soldato della Patria, un uomo sensibile all’ideologia bolivariana, uno degli argomenti che suscita il maggior interesse nella gioventù venezuelana. Una gioventù in cui il comandante eterno ha sempre creduto, e alla quale ha assegnato un ruolo guida nel raggiungimento dei grandi obiettivi definiti dalla rivoluzione bolivariana, superando quel che costituisce uno dei grandi mali del capitalismo: l’esclusione dei giovani e la riduzione al minimo del grande potenziale che devono svolgere qualsiasi compito, per quanto difficile e impegnativo possa essere.
Oggi, quando il Venezuela sta attraversando uno delle prove più difficili della storia rivoluzionaria, la gioventù della Patria resta ferma a difesa della sua eredità, sotto la guida del compagno presidente Nicolás Maduro.
Quali attività ha organizzato l’Istituto per commemorare il compleanno di Hugo Chávez?
Anche nel quadro dell’attuale situazione nazionale e mondiale, abbiamo organizzato dall’Istituto di Alti Studi Hugo Rafael Chávez Frías, un’importante serie di attività per commemorare il 66° anniversario della nascita del leader storico della Rivoluzione Bolivariana.
Una di queste attività è il concorso letterario “Lettere d’amore a Hugo”. Un’iniziativa che si inserisce nel genere epistolare, finalizzata a mettere in evidenza la vicinanza del nostro Popolo con il comandante eterno.
Come abbiamo sottolineato nelle regole del concorso, quando percorri i sentieri della Patria, senti persone di tutte le età parlare di un Chavez vivente, costruttore di speranza. Ci si riferisce a lui come a qualcuno di molto vicino, come a un uomo che ha restituito al suo popolo e agli ultimi di tutto il mondo, ragioni per combattere: come al leader al quale, con le parole di José Martí, viene restituito tutto l’amore che ci ha dato.
Inoltre, sono in programma lavori audiovisuali relativi alla vita e alle opere del comandante Chávez nei diversi media nel paese. Allo stesso tempo, i testi curati dall’Istituto, legati alla sua eredità, sono stati presentati nell’ambito dell’11a Fiera del libro di Caracas, che quest’anno si è svolta dal 23 al 28 luglio, nell’ambito del programma del 66° compleanno del comandante.
Si è anche realizzata la pubblicazione di video-messaggi, che ci sono stati inviati da intellettuali, leader e membri di partiti di sinistra nel mondo, che hanno voluto esprimere i sentimenti di amicizia e solidarietà che il leader storico della Rivoluzione Bolivariana continua a risvegliare nel pianeta.
Allo stesso modo, un’attività carica di grande simbolismo si svolge contemporaneamente nei diversi comuni dello stato di Barinas: la piantagione di 66 alberi della specie Saman; come promemoria del giuramento fatto il 17 dicembre 1982 dal nostro eterno comandante nel mitico Samán de Güere, dove assunse l’impegno di consacrare la sua vita per spezzare le catene che opprimevano il popolo venezuelano per volontà dei potenti.
D’altro canto, dalla Fondazione Hugo Chávez, comandante eterno, diretta da Rosa Virginia Chávez, i bambini del Venezuela e del mondo vengono chiamati all’attività “Un regalo per Chávez”; attraverso il quale possono inviare video cantando la canzone “Chávez Corazón del Pueblo”, oltre a disegnare biglietti d’auguri rivolti al leader storico della Rivoluzione Bolivariana.
*Intervista pubblicata sul Cuatro F