“Con la sua partenza rimaniamo ancora più orfani di donne e di uomini patrioti e rivoluzionari, che non sentono né agiscono per schemi prefabbricati, uomini e donne di caratteri dissimili, benché di umanistica coerenti, in cui le idee non sono un pretesto di penitenza (propria ed altrui) ma bensì emancipazione e conoscenza.
Ogni volta, purtroppo, sono meno. Conformano una stirpe della quale diffidano tutte le ortodossie. Sono vite che non sono marchiate dall’affanno di supremazia bensì dall’ecumenismo e dall’inclusione.
Haydée, Aida ed Adita, Alfredo, Armando, Eusebio e molti nomi propri che a volte nei loro fronti ignorati non hanno visto il mondo in bianco e nero, ma bensì in tonalità capaci di nutrire l’infinita tavolozza della grande causa umana.
Dovremmo pensare alla mancanza di persone come Eusebio.
Dovremmo pensare se stiamo formando donne ed uomini che diano continuità al suo lavoro ed al lavoro di altri colossi che se ne sono andati. Dovremmo pensare se stiamo incoraggiando spiriti ribelli, indagatori, che lottino per il loro diritto a creare ed a servire il loro prossimo, come l’ha fatto Eusebio.
Pensare queste cose ed agire in conseguenza è l’unica forma di rendere un poco riparabile una perdita tanto grande. Pensare queste cose ed agire in conseguenza è l’unica forma che ci rende degni di nominarlo”.
di Silvio Rodriguez
Sempre nel blog del cantautore cubano, c’è un commento dello stesso Eusebio che risponde ad un post di Silvio dedicato allo storiografo de L’Avana:
“Fratello Silvio:
Dal ritiro per il recupero della mia salute, in mezzo a dicerie infondate che sono già morto o che sto per morire, posso assicurarti che le tue parole pubblicate in Segunda Cita con quella foto che mi riporta tanti buoni ricordi sono state di un affetto stimolante. Provengono da chi ho ammirato sempre per tante e molte ragioni. Nessuno come il poeta che sei avrebbe potuto riassumere in linee tanto brevi ma intense quella che è stata la vocazione dei nostri giorni. E ti assicuro, Silvio, fratello, che quando arriverà in realtà l’ultima ora, verrò per dirti all’orecchio una verità che condividiamo: io muoio come ho vissuto.
Ti abbraccia, Eusebio”.
dal blog Segunda Cita traduzione di Ida Garberi