Dualità monetaria e cambiaria: le urgenze dell’economia cubana

Oscar Figueredo Reinaldo, Lissett Izquierdo Ferrer, Edilberto Carmona Tamayo  www.cubadebate.cu

L’economia cubana attraversa, quest’anno, “condizioni eccezionali”. Al pesante fardello di un blocco “rafforzato” si aggiungono gli effetti della pandemia, che ha posto in pausa le attività chiave come il turismo. Vivere con una sensibile contrazione delle esportazioni e, d’altra parte, con meno acquisti all’estero, pone sfide ed urgenze per Cuba.

Una necessità improcrastinabile è riprendere le misure sospese e “correggere immediatamente tutte le possibili distorsioni”, come ha spiegato il presidente Miguel Díaz-Canel nel suo discorso al Consiglio dei Ministri, lo scorso 17 luglio.

Si è appreso che sono stati approvati il ​​Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale fino al 2030 ed una strategia per affrontare la crisi attuale, proiezione che “parte dalla necessità di trasformare il comportamento dell’economia cubana con aggressività, intensità ed innovazione”.

Se guardiamo al breve termine, tenendo conto delle priorità annunciate dal presidente cubano, il focus starà, -tra altre cose- nel concludere il processo di unificazione monetaria e cambiaria, che permetterà “rimuovere quasi la totalità degli ostacoli che oggi abbiamo per lo sviluppo delle forze produttive nel nostro paese”.

Díaz-Canel ha anticipato che, come parte delle trasformazioni in corso, “forniremo i risultati delle ultime analisi per completare l’intero ambito che comprende il compito di unificazione monetaria e cambiaria, per approvarla nel più breve tempo possibile ed anche implementarla, quando è approvata, in tutto il suo insieme”.

Precisamente, I Lineamenti vigenti, fino al 2021, hanno stabilito come priorità finalizzare l’ordinamento monetario a Cuba.

Due mesi e 20 giorni prima che l’isola confermasse i suoi primi casi di COVID-19, il presidente cubano avrebbe riferito all’Assemblea Nazionale che l’ordinamento monetario si trovava in “fase avanzata di studio ed approvazione”.

In quel momento, come ha spiegato, gli sforzi stavano “nella convalida integrale dei risultati di ogni tema; l’elaborazione delle norme giuridiche, l’organizzazione e l’esecuzione dei processi di formazione, assicurazione politica e comunicazione sociale”.

Ancora una volta si sarebbe ratificata la decisione del Governo espressa in precedenti occasioni: “Si garantiranno i depositi bancari in valuta estera, pesos convertibili, pesos cubani, così come il contante in mano alla popolazione”.

Ora, quando le circostanze generate dalla pandemia pongono nuovamente al paese l’urgenza di “esportare e puntare sull’industria nazionale: più che un’opzione, come una necessità”, è essenziale continuare a sciogliere i legami che ostacolano il funzionamento del sistema imprenditoriale. Uno dei vecchi ostacoli è stata la dualità cambiaria.

Altri cambi hanno a che fare con:

il rafforzamento dell’impresa statale socialista, dove la prima cosa a cui dare priorità sono le 33 misure già approvate per ottenere una maggiore autonomia nella sua gestione;

il riordino del commercio interno;

la modifica del sistema di distribuzione delle divise nell’economia;

la partecipazione dell’industria nazionale come importante fornitore di beni e servizi richiesti dall’economia;

l’incremento e diversificazione delle esportazioni, compresa l’esportazione di tutte le forme di gestione, attraverso società statali di Commercio Estero;

la progettazione e l’attuazione di incentivi fiscali per gli esportatori;

il perfezionamento del lavoro del settore non statale, con priorità immediata nell’espansione del lavoro autonomo, per rimuovergli ostacoli;

l’eliminazione del gravame all’acquisto di dollari;

le vie e meccanismi per la canalizzazione delle rimesse in funzione dello sviluppo economico e sociale;

la progettazione e implementazione del mercato del debito pubblico con la partecipazione di diversi settori.

Momento opportuno per l’ordinamento monetario?

Dopo aver sentito l’annuncio del presidente cubano sulla vicinanza dell’ordinamento monetario, molti chiederebbero se con il contorto scenario attuale sia opportuno risolvere questo problema trascinato da anni. Per chiarire l’interrogativo, Cubadebate ha conversato con il consigliere del Ministero dell’Economia e Pianificazione (MEP), Lázaro Toirac.

L’esperto inizia l’analisi riconoscendo che si tratta di un processo lungo, come ha affermato, in diverse occasioni, il Primo Segretario del Partito, Raúl Castro Ruz. Anche se, insiste, non possiamo neppure ignorare “la complessità del compito, che è molto grande”.

Tuttavia, davanti al la difficile situazione internazionale “si rende più che mai necessaria avere efficienza, che si ottiene se c’è trasparenza e coerenza” nell’attività economica del paese. Per fare questo, ritiene, sia improcrastinabile porre fine alla dualità monetaria e, soprattutto, cambiaria.

Un altro ragionamento che supporta il suo giudizio è che l’attesa dello stato ottimale sarà permeato di soggettività. Certamente, sostiene l’esperto, nelle condizioni attuali l’unificazione è una sfida; tuttavia, “non possiamo continuare ad avanzare in questo mondo così complesso con strumenti obsoleti”.

“Abbiamo bisogno di un’economia che ci mandi i segnali corretti, buoni o cattivi che siano”, aggiunge il consigliere del titolare del MEP.

Ma dov’è il problema? Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe immaginare, la maggior complicazione non è l’esistenza di due valute, ma piuttosto che ci siano tassi di cambi diversi, uno per la popolazione (25 CUP = 1 CUC = 1 USD) ed un altro per le persone giuridiche (1 CUC = 1 CUP = 1 USD).

Molte sono le difficoltà causate da questa dualità dei circuiti. E la confusione inizia quando si tratta di misurare i costi reali dell’attività aziendale, avendo registri economici poco affidabili, secondo quanto spiega Toirac.

D’altra parte, l’equivalenza del peso cubano con il dollaro oscura i segnali del mercato internazionale e le analisi della redditività delle imprese. Come sottolinea questo economista, è necessario chiedersi quando dicono “che una società ha buoni risultati ed un’altra è andata in perdita”.

I sussidi impliciti, che appaiono quasi inevitabilmente, si convertono in tavola di salvataggio per alcune aziende economicamente non redditizie. Mentre altre, in particolare le esportatrici, hanno bisogno di essere sovvenzionati dal bilancio: per ogni dollaro che introitano ricevono un peso in moneta nazionale, in molti casi con costi interni in CUP molto superiori.

L’attuale tasso di cambio 1×1 scoraggia l’esportazione, che di per sé richiede ulteriori sforzi, poiché bisogna studiare il mercato e tenere un’efficiente logistica, e “per molti è un mal di testa”. Ciò porta al fatto che, “in modo inerziale, i prodotti da esportare non varino da rum, tabacco, zucchero”, tra altri, puntualizza l’intervistato.

Per sbloccare questi intrecci e favorire l’autonomia delle imprese sono stati promossi -appunta Toirac- gli schemi chiusi di finanziamento, un palliativo fino a quando non avrà luogo l’unificazione cambiaria.

Una volta giunto l’atteso “giorno zero” e si svaluti il peso cubano, gli esportatori riceveranno gli incentivi corrispondenti, mentre alle importatrici s’incareranno gli acquisti, il che provocherà che “si rivolgano verso l’economia interna”.

I rischi e le sfide

Non è stato un segreto che l’unica moneta che rimarrà in circolazione, a Cuba, sarà il CUP, e l’obiettivo “è cercare di avvicinarlo ad un tasso di cambio che possa essere riconosciuto nel confronto con le valute internazionali, in modo che esista chiarezza nelle transazioni”, secondo il consigliere del ministro dell’Economia e della Pianificazione.

Ma “non si tratta di prendere il peso, lo svaluto e da domani comincio a funzionare e che, come in tanti paesi, il cittadino si accorga dal quotidiano, il giorno dopo, là dove la banca annuncia il tasso di svalutazione e raccomanda gli aumenti salariali”.

Il problema è che i costi delle produzioni aumenteranno e con essi i prezzi di beni e servizi. Secondo gli esperti, la soluzione consiste nel porre un “cuscino” per evitare che ciò accada, cioè sovvenzionare i prezzi che aumentano a causa dell’incremento dei costi. Un’altra alternativa è aumentare gli introiti.

Quando e perché è nata la dualità monetaria a Cuba?

Tutto è iniziato nei primi anni ’90, con il cosiddetto Periodo Speciale. Cuba aveva perso i suoi principali partner commerciali (membri del campo socialista) e, quindi, sperimentava un significativo deterioramento nei suoi indicatori economici.

Il consigliere del titolare del MEP ricorda che l’isola ha attraversato un processo di svalutazione del peso cubano rispetto al dollaro che ha raggiunto cifre perfino di 150 CUP per USD quindi, nel 1993, è stata liberata la circolazione parziale del dollaro.

“Si è sempre partito dall’idea (del Comandante in Capo Fidel Castro) che le attività economiche che potessero generare i loro ingressi cercheranno meccanismi per farlo, come il nichel e lo zucchero. Grazie a questo passaggio molte entità si sono sentite stimolate, ottenendo, allo stesso tempo, una certa indipendenza economica come la capacità di importare, benché questo non abbia avuto un impatto diretto sull’economia interna”.

Sono state approvate un gruppo di azioni con l’obiettivo di captare e distribuire parte delle valute che si ricevevano nel paese, principalmente per le rimesse dei cubani residenti all’estero, nonché per il versamento del turismo che stava iniziando a svilupparsi, a beneficio del resto della popolazione che non aveva questa possibilità.

Organizzazione di una rete di negozi (negozi di raccolta valuta) per la vendita al dettaglio di prodotti e servizi in dollari.

Creazione di case di cambio (CADECA) nel 1995, che renda possibile il cambio del dollaro e di altre valute convertibili per Peso Cubano.

Si autorizza la popolazione ad aprire conti di risparmio in valute

Si autorizzarono incentivi in ​​divise per i lavoratori delle entità che realizzavano attività prioritarie.

La Risoluzione n. 357 della Banca Centrale di Cuba, del 1994, ha autorizzato la circolazione del Peso Cubano Convertibile (CUC) equivalente al dollaro.

Nel settembre 1995 si è approvata la la Legge n 77 sugli Investimenti Stranieri, attualmente sostituita dalla Legge 118/14.

Nel luglio 2003, mediante la Risoluzione n. 65 della Banca Centrale di Cuba, si elimina la circolazione del dollaro nel settore statale e si autorizza la circolazione di due sole monete nazionali: il Peso Cubano ed il Peso Cubano Convertibile.

Nell’ottobre 2004, con la Risoluzione n. 89 della Banca Centrale di Cuba, la misura precedente si estende al commercio al dettaglio.

Da allora sono stati mantenuti due tassi di cambio, uno apprezzato di 1 CUP per 1 CUC nei rapporti economico-finanziari nel settore statale ed un altro per il settore non statale e la popolazione, che all’inizio ha avuto una maggiore oscillazione e che poi è riuscito a stabilizzarsi tra 20 e 25 CUP per 1 CUC.

Secondo Lázaro Toirac, quando è nato il CUC, esso ha svolto una funzione, mentre altri esperti in materia riferiscono che i benefici a breve termine hanno cominciato ad essere superati dai costi imposti dalla sua estensione nel tempo.

Questo eminente economista avverte che l’ordinamento monetario e cambiario non creerà più ricchezza. Allo stesso modo, nel caso dell’impatto sull’aggiornamento del modello, si intende una condizione necessaria ma non sufficiente.

Termini chiave che lei deve conoscere per affrontare l’unificazione monetaria e cambiaria

Deficit fiscale (anche di bilancio o pubblico): quello che si verifica quando le spese sostenute dallo Stato superano le entrate, in un certo periodo, normalmente un anno.

Svalutazione (monetaria): perdita del valore nominale di una moneta corrente rispetto ad altre monete estere. Le monete rappresentano un valore, legato alla ricchezza del paese in questione. La moneta in sé non ha un valore reale, ma è solo rappresentativo e se la nazione emette più monete o dà loro un valore più alto di quello che può sostenere con la sua ricchezza, è necessario apportare modifiche in quanto al valore di queste.

Speculazione: operazione commerciale che si praticata con merci, titoli o effetti pubblici con l’unico scopo di lucrare con le variazioni del loro prezzo di mercato.

Inflazione: aumento generalizzato dei prezzi medi in un paese per un periodo di tempo determinato. Come altri indicatori economici, di solito sono calcolati per un anno -al fine di poterlo correlare con altri e confrontarlo a livello nazionale ed internazionalmente-, ma possono essere stimati per altri periodi di tempo.

Iperinflazione: inflazione molto alta, fuori controllo, in cui i prezzi aumentano rapidamente man mano che la valuta perde il suo valore.

Liquidità: qualità degli attivi (beni materiali o immateriali di proprietà di società o persone fisiche) per essere convertiti in denaro contante, in modo immediato, senza significativa perdita del suo valore. Quanto più è facile convertire un attivo in denaro, si dice che è più liquido. Per definizione, l’attivito con maggior liquidità è il denaro; vale a dire, le banconote e le monete hanno una liquidità assoluta. Allo stesso modo, i depositi bancari godono di assoluta liquidità e quindi, da un punto di vista macroeconomico, anche sono considerati denaro.

Prodotto Interno Lordo (PIL): misura macroeconomica che esprime il valore monetario della produzione di beni e servizi di un paese durante un determinato periodo di tempo (normalmente un anno). Il PIL è utilizzato come misura del benessere materiale di una società ed il suo calcolo si inquadra dentro la contabilità nazionale.

Recessione (o stato recessivo): diminuzione generalizzata dell’attività economica di un paese o regione, misurata attraverso la caduta, nel tasso annuale, del prodotto interno lordo (PIL) reale, per un periodo prolungato.// Diminuzione delle attività economiche, commerciali ed industriali.

Ridistribuzione (“con fini ridistributivi”): Processo consistente nel modificare la distribuzione di un bene tra gli agenti economici per ritenere che non sia adeguata, generalmente seguendo criteri di giustizia o equità.

Rimessa: invio di una cosa da un luogo a un altro. In questo caso, si riferisce all’invio di denaro che i cubani residenti all’estero fanno ai loro familiari o ad altre persone a Cuba.

Tasso o tipo di cambio: rapporto di proporzione esistente tra il valore di una moneta e un’altra. Indicatore che esprime quante unità di una sono necessarie per ottenere una unità dell’altra.

Risanamento finanziario: processo che consiste nel rafforzare le entrate pubbliche e nel contenere la crescita eccessiva delle spese, al fine di ridurre il deficit fiscale o di bilancio.

Settore esterno: insieme di attività e strategie condotte dagli Stati nell’ambito internazionale per poter mantenere un adeguato scambio produttivo, commerciale, finanziario, ecc., che assicuri lo sviluppo dei loro popoli.

Sussidio: aiuto o ausilio economico straordinario concesso da un organismo ufficiale ad una persona o entità; anche a prodotti o servizi.


Dualidad monetaria y cambiaria: Las urgencias de la economía cubana

Por: Oscar Figueredo Reinaldo, Lissett Izquierdo Ferrer, Edilberto Carmona Tamayo

La economía cubana transita este año “en condiciones excepcionales”. A la pesada carga de un bloqueo “reforzado” se añaden los efectos de la pandemia, que puso en pausa actividades clave como el turismo. Vivir con una sensible contracción de las exportaciones y, por otro lado, con menos compras en el exterior, plantea desafíos y urgencias para Cuba.

Una necesidad impostergable es retomar las medidas pendientes y “corregir de inmediato todas las posibles distorsiones”, tal y como explicó en su intervención ante el Consejo de Ministros, el pasado 17 de julio, el presidente Miguel Díaz-Canel.

Se supo que fueron aprobados el Plan Nacional de Desarrollo Económico y Social hasta el 2030 y una estrategia para enfrentar la crisis actual, proyección que “parte de la necesidad de transformar el comportamiento de la economía cubana con agresividad, intensidad e innovación”.

Si miramos a corto plazo, teniendo en cuenta las prioridades anunciadas por el presidente cubano, el enfoque estará —entre otras cosas— en concluir el proceso de unificación monetaria y cambiaria, que permitirá “quitar casi la totalidad de las trabas que hoy tenemos para el desarrollo de las fuerzas productivas en nuestro país”.

Díaz-Canel adelantó que como parte de las transformaciones en marcha “vamos a dar los resultados de los últimos análisis para completar toda la envergadura que abarca la tarea de unificación monetaria y cambiaria, para aprobarla en el menor tiempo posible, y también implementarla, cuando esté aprobada, en todo su conjunto”.

Precisamente, los Lineamientos vigentes hasta 2021 fijaron como prioridad finalizar el ordenamiento monetario en Cuba.

Dos meses y 20 días antes de que la Isla confirmara sus primeros casos de COVID-19, el mandatario cubano informaría ante la Asamblea Nacional que el ordenamiento monetario se encontraba en “fase avanzada de estudio y aprobación”.

En aquel momento, según explicó, los esfuerzos estaban “en la validación integral de los resultados de cada tema; la elaboración de las normas jurídicas, la organización y ejecución de los procesos de capacitación, aseguramiento político y comunicación social”.

Otra vez se ratificaría la decisión del Gobierno expresada en ocasiones anteriores: “Se garantizarán los depósitos bancarios en divisas extranjeras, pesos convertibles, pesos cubanos, así como el efectivo en manos de la población”.

Ahora, cuando las circunstancias generadas por la pandemia vuelven a plantearle al país la urgencia de “exportar y apostar por la industria nacional: más que una opción, como una necesidad”, es primordial seguir desatando ataduras que entorpecen el funcionamiento del sistema empresarial. Uno de los viejos obstáculos ha sido la dualidad cambiaria.

Otros cambios tienen que ver con:

el fortalecimiento de la empresa estatal socialista, donde lo primero que hay que priorizar son las 33 medidas que ya aprobadas para lograr mayor autonomía en su gestión;

el reordenamiento del comercio interior;

la modificación del sistema de distribución de divisas en la economía;

la participación de la industria nacional como importante proveedor de bienes y servicios que demanda la economía;

el incremento y diversificación de las exportaciones, incluyendo, la exportación de todas las formas de gestión, a través de empresas estatales de Comercio Exterior;

el diseño e implementación de incentivos fiscales para los exportadores;

el perfeccionamiento del trabajo del sector no estatal, con prioridad inmediata en la ampliación del trabajo por cuenta propia, de quitarle trabas;

la eliminación del gravamen a la compra de dólares;

las vías y mecanismos para la canalización de las remesas en función del desarrollo económico y social;

el diseño e implementación del mercado de deuda pública con participación de diversos sectores.

¿Momento oportuno para el ordenamiento monetario?

Una vez escuchado el anuncio del presidente cubano sobre la proximidad del ordenamiento monetario, muchos preguntarían si con el enrevesado escenario actual es oportuno resolver este problema arrastrado por años. Para despejar la interrogante Cubadebate conversó con el asesor del Ministerio de Economía y Planificación (MEP), Lázaro Toirac.

El experto inicia el análisis reconociendo que se trata de un proceso dilatado, como ha dicho en disímiles ocasiones el Primer Secretario del Partido, Raúl Castro Ruz. Aunque, insiste, tampoco se puede obviar “la complejidad de la tarea, que es muy grande”.

No obstante, ante la difícil situación internacional “se hace más necesario que nunca tener eficiencia, que se logra si hay transparencia y coherencia” en la actividad económica del país. Para ello, opina, resulta impostergable poner fin a la dualidad monetaria y, sobre todo, cambiaria.

Otro razonamiento que sustenta su criterio es que esperar por el estado óptimo estará permeado de subjetividades. Ciertamente, aduce el experto, bajo las actuales condiciones la unificación supone un reto; sin embargo, “no podemos seguir avanzando en este mundo tan complejo con instrumentos obsoletos”.

“Necesitamos de una economía que nos mande las señales correctas, ya sean malas o buenas”, añade el asesor del titular del MEP.

Pero, ¿dónde está el problema? Contrario a lo que pudieron imaginar algunos, la mayor complicación no es la existencia de dos monedas, sino que hayan tipos de cambios diferentes, uno para la población (25 CUP =1 CUC = 1 USD), y otro para las personas jurídicas (1 CUC= 1 CUP= 1 USD).

Muchas son las dificultades que provoca esa dualidad de circuitos. Y la confusión comienza a la hora de medir los costos reales de la actividad empresarial, teniendo registros económicos poco confiables, según explica Toirac.

Por otro lado, la equivalencia del peso cubano con el dólar opaca las señales del mercado internacional y los análisis de la rentabilidad de las empresas. Como acentúa este economista, hay que cuestionarse cuando dicen “que tal empresa tiene buenos resultados y otra cayó en pérdidas”.

Los subsidios implícitos, que aparecen de manera casi inevitable, se convierten en tabla de salvamento para algunas empresas irrentables económicamente. Mientras que otras, en particular las exportadoras, requieren ser subsidiadas por el presupuesto: por cada dólar que ingresan reciben un peso en moneda nacional, en muchos casos con costos internos en CUP muy superiores.

La actual tasa de cambio 1×1 desestimula la exportación, que de por sí requiere esfuerzos adicionales, pues hay que estudiar el mercado y tener una eficiente logística, y “para muchos es un dolor de cabeza”. Esto conduce a que, “de manera inercial, los productos a exportar no varíen del ron, el tabaco, la azúcar”, entre otros, puntualiza el entrevistado.

Para destrabar esos enredos y favorecer la autonomía empresarial, se han impulsado —apunta Toirac— los esquemas cerrados de financiamiento, un paliativo hasta que suceda la unificación cambiaria.

Una vez llegue el esperado “día cero” y se devalúe el peso cubano, las exportadoras recibirán los incentivos correspondientes, mientras las importadoras se les encarecerán las compras, lo cual provocará que “se giren hacia la economía interna”.

Los riesgos y desafíos

No ha sido secreto que la única moneda que quedará circulando en Cuba será el CUP, y el objetivo “es tratar de acercarlo a una tasa de cambio que pueda ser reconocida en su comparación con las divisas internacionales, para que exista claridad en las transacciones”, de acuerdo con el asesor del ministro de Economía y Planificación.

Pero, “no se trata de coger el peso, lo devalúo y a partir de mañana comienzo a funcionar y que, como en muchos países, el ciudadano se entere por el periódico al día siguiente, donde el banco anuncia la tasa de devaluación y recomienda los incrementos salariales”.

El problema es que los costos de las producciones se elevarán, y con ello los precios de los bienes y servicios. Según plantean expertos, la solución consiste en poner un “colchón” para evitar que esto ocurra, es decir, subsidiar los precios que se elevan producto del incremento de los costos. Otra alternativa es subir los ingresos.

¿Cuándo y por qué surge la dualidad monetaria en Cuba?

Todo comenzó a principios de la década de 1990, con el llamado Periodo Especial. Cuba había perdido a sus principales socios comerciales (integrantes del campo socialista) y, por ende, experimentaba un deterioro significativo en sus indicadores económicos.

El asesor del titular del MEP recuerda que la Isla atravesó un proceso de devaluación del peso cubano contra el dólar que alcanzó cifras de hasta 150 CUP por USD, de ahí que en 1993 se liberara la circulación parcial del dólar.

“Siempre se partió de la idea (del Comandante en Jefe Fidel Castro) de que las actividades económicas que pudiesen generar sus ingresos buscaran mecanismos para hacerlo, como el níquel y el azúcar. Gracias a este paso, muchas entidades se sintieron estimuladas, a la vez que obtenían cierta independencia económica como la capacidad de importar, aunque esto no tuvo un impacto directo en la economía interna”.

Un grupo de acciones fueron aprobadas con el objetivo de captar y distribuir parte de las divisas que se recibían en el país, principalmente por las remesas de los cubanos residentes en el extranjero, así como por el derrame del turismo que comenzaba a desarrollarse, para beneficiar al resto de la población que no tenían esta posibilidad.

Organización de una red de tiendas (tiendas recaudadoras de divisas) para la venta minorista de productos y servicios en dólares.

Creación de las casas de cambio (CADECA) en 1995, que posibilita el canje del dólar y otras monedas convertibles por el Peso Cubano.

Se autoriza a que la población pueda abrir cuentas de ahorro en divisas

Se autorizaron estímulos en divisas a trabajadores de entidades que realizaban actividades priorizadas.

La Resolución No. 357 del Banco Central de Cuba, de 1994, autorizó la circulación del Peso Cubano Convertible (CUC) equivalente al dólar.

En septiembre de 1995 se aprobó la Ley No.77 de Inversión Extranjera, sustituida en la actualidad por la Ley 118/14.

En julio de 2003 mediante la Resolución No. 65 del Banco Central de Cuba se elimina la circulación del dólar en el sector estatal y se autoriza solamente la circulación de dos monedas nacionales: el Peso Cubano y Peso Cubano Convertible.

En octubre de 2004 por la Resolución No 89 del Banco Central de Cuba, se extiende la anterior medida al comercio minorista.

Desde entonces se han mantenido dos tipo de cambio, uno apreciado de 1 CUP por 1 CUC en las relaciones económica financieras en el sector estatal y otro para el sector no estatal y la población, que tuvo una mayor osclación al inicio y que luego logró estabilizarse entre 20 y 25 CUP por 1 CUC.

A juicio de Lázaro Toirac, cuando el CUC nació cumplió una función, en tanto otros entendidos en el tema refieren que los beneficios a corto plazo comenzaron a ser superados por los costos que impuso su extensión en el tiempo.

Este destacado economista alerta que el ordenamiento monetario y cambiario no creará más riqueza. Igualmente, en el caso del impacto en la actualización del modelo, significa una condición necesaria pero no suficiente.

Términos clave que usted debe conocer para enfrentar la unificación monetaria y cambiaria

Déficit fiscal (también presupuestario o público): El que ocurre cuando los gastos realizados por el Estado superan a los ingresos, en un determinado período, normalmente un año.

Devaluación (monetaria): Pérdida del valor nominal de una moneda corriente frente a otras monedas extranjeras. Las monedas representan un valor, relacionado con la riqueza del país de que se trate. La moneda en sí no tiene un valor real, sino que es solo representativo y si la nación emite más monedas o les da un valor más alto del que puede respaldar con su riqueza, se tienen que realizar ajustes en cuanto al valor de estas.

Especulación: Operación comercial que se practica con mercancías, valores o efectos públicos con el único propósito de lucrar con las variaciones en su precio de mercado.

Inflación: Incremento generalizado de los precios promedio en un país para un período de tiempo determinado. Como otros indicadores económicos, usualmente se calculan para un año —a fines de poder correlacionarlo con otros y compararlo nacional e internacionalmente—, pero puede ser estimado para otros lapsos de tiempo.

Hiperinflación: Inflación muy elevada, fuera de control, en la que los precios aumentan rápidamente al mismo tiempo que la moneda pierde su valor.

Liquidez: Cualidad de los activos (bienes tangibles o intangibles que poseen empresas o personas) para ser convertidos en dinero efectivo de forma inmediata sin pérdida significativa de su valor. Cuanto más fácil es convertir un activo en dinero se dice que es más líquido. Por definición el activo con mayor liquidez es el dinero; es decir, los billetes y monedas tienen una absoluta liquidez. De igual modo, los depósitos bancarios gozan de absoluta liquidez y por tanto desde el punto de vista macroeconómico también son considerados dinero.

Producto Interno Bruto (PIB): Medida macroeconómica que expresa el valor monetario de la producción de bienes y servicios de un país durante un período determinado de tiempo (normalmente un año). El PIB es usado como una medida del bienestar material de una sociedad y su cálculo se encuadra dentro de la contabilidad nacional.

Recesión (o estado recesivo): Disminución generalizada de la actividad económica de un país o región, medida a través de la bajada, en tasa anual, del producto interno bruto (PIB) real, durante un periodo prolongado.// Disminución de las actividades económicas, comerciales e industriales.

Redistribución (“con fines redistributivos”): Proceso consistente en modificar la distribución de un bien entre los agentes económicos por considerar que no es la adecuada, generalmente siguiendo criterios de justicia o equidad.

Remesa: Envío de una cosa de un lugar a otro. En este caso, referido al envío de dinero que cubanos residentes en el exterior hacen a sus familiares u otras personas en Cuba.

Tasa o tipo de cambio: Relación de proporción que existe entre el valor de una y otra moneda. Indicador que expresa cuántas unidades de una se necesitan para obtener una unidad de la otra.

Saneamiento financiero: Proceso que consiste en fortalecer los ingresos públicos y contener el crecimiento excesivo de los gastos, a fin de reducir el déficit fiscal o presupuestario.

Sector externo: Conjunto de actividades y estrategias que realizan los Estados en el ámbito internacional para poder mantener un adecuado intercambio productivo, comercial, financiero, etc., que asegure el desarrollo de sus pueblos.

Subsidio: Ayuda o auxilio económico extraordinario concedido por un organismo oficial a una persona o entidad; también a productos o servicios.

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