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Caracas, 7 settembre 2020
Sono lieto di rivolgermi a voi, di inviarvi un fraterno saluto ed esprimere a nome del popolo venezuelano e della sua avanguardia, il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), alcune considerazioni sull’attuale situazione politica del nostro Paese al fine di fornire elementi che ci permettano di comprendere meglio e contribuendo alle analisi che, da ogni organizzazione politica, sociale e operaia di cui fate parte, vengono avanzate sulla realtà del Paese.
Questo, in un momento di grande dolore e angoscia a causa dello shock umano causato dalla terribile pandemia COVID-19 e dalla profonda recessione dell’economia mondiale che peggiora ogni giorno esprimendo la crisi permanente e severa del sistema capitalista globale coi postumi delle disoccupazione e ridotta produzione di beni e servizi, tra le altre cose. Questa situazione rappresenta una sfida enorme per noi venezuelani, che conduciamo una battaglia senza precedenti per fermare la pandemia, ristabilire la nostra economia colpita dalla crisi di cui abbiamo parlato e dal blocco criminale impostoci dai centri imperialisti, affrontando, allo stesso tempo, le aggressioni economiche finanziarie e commerciali, politiche, diplomatiche e militari del governo suprematista degli Stati Uniti.
Anche in una situazione così complessa, il governo bolivariano guidato dal compagno Presidente Nicolás Maduro Moros non ha risparmiato sforzi per preservare la salute del popolo invocando la piena capacità del sistema sanitario venezuelano di garantire cure mediche completamente gratuite, cure e prove necessarie, nonché le condizioni necessarie per la partecipazione del Paese grazie all’accordo tra i nostri governi, nella fase 3 dello sviluppo del vaccino Sputnik V, possibilità che gli scienziati della Federazione Russa portano all’umanità. In questa battaglia abbiamo appreso che l’amore, la tenerezza e la dedizione dimostrate dagli eroi e dalle eroine che fanno parte del personale sanitario che, nel nostro caso, gode del sostegno incrollabile dei nostri fratelli delle brigate mediche cubane che da 20 anni sono nel nostro Paese, assieme ai professionisti venezuelani portando la loro esperienza di solidarietà estesa ad altre nazioni della Nostra America Latina e Caraibica, riaffermando i principi umanisti e internazionalisti che guidano l’azione dei rivoluzionari cubani e bolivariani, ed essenziali nella cura dei pazienti. Niente di tutto questo sarebbe possibile senza coscienza e capacità organizzativa dell’eroico popolo di Simón Bolívar e Hugo Chávez, senza decisione e guida sicura del nostro governo e del nostro partito e senza solidarietà da nazioni sorelle come Repubblica popolare cinese, Federazione russa, Repubblica di Turchia, Repubblica socialista del Vietnam, Repubblica islamica dell’Iran e, come abbiamo detto, dalla sempre combattiva Cuba socialista, tra gli altri popoli del mondo.
Vi chiederete tutti: come hanno potuto i venezuelani resistere a un’aggressione così brutale dell’impero che non ha avuto luogo contro alcun altro popolo? Ancora una volta, la spiegazione è nella coscienza rivoluzionaria del popolo venezuelano, nel ruolo attivo che svolge nel processo delle grandi trasformazioni avviato nel 1999 dal Comandante Hugo Chávez, che significa sviluppo dei principi della democrazia bolivariana, ed attuazione di una politica economica concepita in tempi di resistenza dal governo che affronta le misure criminali unilaterali che violano i principi più elementari del diritto internazionale, che il governo degli Stati Uniti impone per impedire alla nostra nazione di raggiungere le operazioni per procurarsi cibo e medicine e accedere ai finanziamenti internazionali. Il bando dell’impero include obbligazioni, prestiti, estensioni di prestito, garanzie di prestito, carte di credito, fatture o note di rimessa e documenti commerciali, blocco delle attività finanziarie della Banca Centrale del Venezuela (BCV) e proibizione a Petróleos de Venezuela (PDVSA) di effettuare operazioni da cui dipende gran parte del reddito del Paese. Inoltre impedisce che le forniture necessarie alla produzione di carburante raggiungano il Paese. Ci è stato anche vietato di effettuare transazioni in oro e valute virtuali e, allo stesso tempo, siamo torturati per confiscare società di proprietà del Venezuela e risorse in oro e valuta estera che avevamo depositato nelle banche europee e statunitensi. Tutto questo nell’ambito di un piano permanente e deliberato inteso a distruggere la nostra economia e attuato dal governo belluino di Donald Trump con la complicità e la partecipazione diretta della fazione antipatriottica dell’estrema destra venezuelana, e di certi governi lacchè della regione in mano all’imperialismo. Un piano che anche prima dell’attuale inquilino della Casa Bianca, fu preceduto dal famigerato decreto dell’ex-presidente Barack Obama con cui dichiarava il Venezuela, nel 2015, “minaccia insolita e straordinaria” alla sicurezza nazionale degli USA.
È essenziale che si sappia che anche nelle condizioni in cui versa il Paese, viene mantenuta la politica di distribuzione progressiva delle risorse della Rivoluzione Bolivariana, che abbiamo fatto di tutto per sviluppare il mercato interno, con buoni risultati in alcuni settori, e preso misure molto forti per aiutare la piccola e media produzione industriale e agricola, che la classe operaia combatte una grande battaglia per recuperare l’industria petrolifera venezuelana colpita dal tradimento di pochi e dal blocco brutale di cui abbiamo parlato, che limita gravemente la capacità di avere forniture necessarie per mantenerla in funzione a pieno regime. La politica di recupero, crescita e prosperità ideata dal compagno Presidente Nicolás Maduro Moros ha reso possibile la riorganizzazione del mercato interno degli idrocarburi, la consegna di buoni economici ai settori più bisognosi, la tutela della nostra produzione agroalimentare, creazione e stimolo del Consiglio Scientifico Nazionale, leva essenziale nella gestione della pandemia e ripresa dell’economia.
Cari compagni, sappiate anche che il 6 dicembre si terranno le elezioni per eleggere i rappresentanti del popolo venezuelano all’Assemblea nazionale in conformità con la Costituzione della Repubblica. Elezioni alle quali noi bolivariani ci siamo uniti, con la fiducia che ci dà il fatto di aver sconfitto sul terreno politico e militare chi voleva trasformare la patria di Bolívar e Chávez in una colonia degli Stati Uniti ed appropriarsi delle nostre risorse naturali. Eventi come la risposta del popolo al piano d’invasione del Paese iniziata il 23 gennaio 2019, la vittoria delle forze rivoluzionarie sulle pretese di minare la sovranità del Paese da parte della sorella Repubblica di Colombia, il 23 febbraio, e il tentativo di colpo di Stato del 30 aprile dello stesso anno, nonché gli eventi del 3 e 4 maggio 2020, quando una forza d’invasione fu fermata dall’azione rapida e forte del popolo di Bolivar e Chávez e delle Forze armate nazionali bolivariane (FANB) nell’unione civica e militare, sono chiari esempi della volontà ferrea dei venezuelani di difendere la dignità nazionale, la sovranità e l’indipendenza.
Queste elezioni sono le 25.me dal 1999, quando il Comandante Hugo Chavez avviò i grandi cambiamenti che ci hanno permesso di ottenere la liberazione del nostro Paese, le elezioni in cui siamo certi che le forze rivoluzionarie riconquisteranno l’Assemblea nazionale rimettendola al servizio del popolo venezuelano dopo anni di fallita avventura golpista da parte di chi, sicuramente, non rappresenta nessuno. Le minacce del governo suprematista di Donald Trump non si sono fatte attendere. Fu annunciato un nuovo piano, destinato a boicottare le elezioni di dicembre e, allo stesso tempo, rinnovava le minacce d’intervento militare in Venezuela. Tale piano fu attuato dalla fazione neofascista e anti-patriota che, seguendo gli ordini dell’imperialismo nordamericano, annunciava che non avrebbe partecipato alle elezioni legislative come fece nel 2005, errore che alcuni rappresentanti dell’opposizione anche allora riconobbero. Incredibile è il modo in cui partiti e capi politici che partecipano frequentemente alle elezioni e quindi ottengono vittorie e sconfitte come è naturale in democrazia, riconoscano le elezioni solo quando i risultati gli sono favorevoli. Questa è l’opposizione fascista in Venezuela. Fortunatamente noi, la stragrande maggioranza dei venezuelani, compresi chi si oppone democraticamente alla rivoluzione bolivariana, siamo decisi a partecipare alle elezioni a dicembre, molto importanti per la pace e la stabilità politica del Paese. Questo è il prodotto di un lungo processo di dialogo e riconciliazione nazionale stimolato dal compagno Presidente Nicolás Maduro Moros che ancora una volta invitava l’opposizione venezuelana a trovare vie pacifiche e democratiche che consentano la risoluzione delle divergenze politiche. Un processo che il Capo di Stato ha stimolato avvalendosi della facoltà conferitagli dalla grazia presidenziale concessa a 110 cittadini, tra cui alcuni recidivi in vari reati contro l’ordine e la stabilità della Repubblica, come il tentato assassinio dello stesso presidente, crimini di cospirazione contro la sicurezza nazionale e la pace pubblica, appropriazione di beni pubblici, violenza politica e crimini d’odio, tra gli altri crimini. In ogni caso, i partiti dell’opposizione democratica partecipano alle elezioni con tutte le garanzie fornite dal sistema elettorale venezuelano, uno dei più affidabili al mondo, sotto la guida del nuovo Consiglio Elettorale Nazionale (CNE) e una rappresentanza proporzionale allargata, fatto politico di enorme importanza. Così che grande sconfitto alle prossime elezioni sarà chi voleva trasformare l’Assemblea nazionale in uno strumento del piano predatorio del governo neofascista di Donald Trump.
Da parte nostra, noi, forze patriottiche, andiamo a queste elezioni unite, con la stessa forza con cui affrontiamo le grandi sfide che abbiamo davanti, con ciò che ci ha insegnato il Comandante Hugo Chávez: restare sempre col popolo. Unione civica e militare per continuare a costruire il nostro socialismo bolivariano. La sfida è enorme, ma noi bolivariani siamo ispirati dall’epopea del nostro movimento per l’indipendenza guidato da Simón Bolívar, fondatore delle Repubbliche e dalla nozione di libertà e dall’eredità del comandante Hugo Chávez, e prendiamo il nostro compito, in tutta la sua dimensione, con le belle parole del nostro poeta nazionale Aquiles Nazoa, che nel suo Credo dice: “Credo nell’amicizia come la più bella invenzione dell’uomo. Credo nei poteri creativi dei popoli”.
Ricevete, fratelli e sorelle del mondo, il nostro affettuosa saluto e la nostra totale solidarietà nelle battaglie che i vostri popoli conducono per difendere sovranità e indipendenza che, come disse il Comandante Hugo Chávez nel Piano per la Patria, è il bene più prezioso che abbiamo recuperato dopo 200 anni. Contare su di noi, figli e figlie di Bolívar e Chávez, contate per sempre su questa Rivoluzione Bolivariana e Chavista.
Vinceremo!
Saluti bolivariani,
Adán chavez
Traduzione di Alessandro Lattanzio