ONU sul Venezuela: 5 milioni di $ per un rapporto confezionato

di Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it

Ha suscitato molte reazioni il recente rapporto redatto da una missione dell’ONU riguardo presunte violazioni dei diritti umani in Venezuela. L’uscita del rapporto ha dato la stura a tutta una serie di attacchi contro il governo di Caracas, recentemente uscito vittorioso contro l’opposizione golpista, riuscendo a coinvolgere gran parte delle opposizioni nelle prossime elezioni parlamentari previste a dicembre. Una indubbia vittoria politica che mette all’angolo i golpisti rappresentati dal burattino Guaidò. Il rapporto, sulla cui imparzialità ha sollevato grossi dubbi il ministro degli Esteri Arreaza, ha dato avvio quindi alla campagna mediatica che mira a screditare il Venezuela in vista delle elezioni.

Il gruppo che ha prodotto il rapporto dove il Venezuela viene accusato di violazioni dei diritti umani avrebbe ricevuto un pagamento di 5 milioni di dollari.

Lo ha affermato il ministro degli Esteri Jorge Arreaza, partecipando a un forum in videoconferenza, in un’intervista a Héctor Díaz del movimento culturale messicano “Leggere in libertà”.

“Penso che abbiano speso 5 milioni di dollari in quella missione di verifica dei fatti. 5 milioni per scopiazzare il rapporto di Almagro”, ha denunciato il ministro degli Esteri venezuelano.

Il diplomatico bolivariano a poi aggiunto che la missione non ha nemmeno visitato il Venezuela, non ha parlato con alcuna autorità nazionale, non ha visitato le carceri o parlato con i leader dell’opposizione.

Insomma, un rapporto alquanto discutibile. Buono solo per lanciare le solite accuse infondate contro il governo Maduro.

Arreaza si è rammaricato che il finanziamento concesso dagli Stati per volere delle Nazioni Unite, sia utilizzato in molti casi per aggressioni selettive contro popoli e governi sovrani. A tal proposito ha citato le parole dell’avvocato e accademico spagnolo Antonio Remiro Brotoms: “Non realizzano politiche sui diritti umani, ma piuttosto fanno politica sui diritti umani”.

Rapporto discutibile

Il ministro degli Esteri Arreaza ha spiegato che questa “Missione di verifica dei fatti” è scaturita da una risoluzione del Consiglio per i diritti umani approvata con meno del 10% dei voti.

“Questo rapporto è un rimaneggiamento di un rapporto del Sig. Luis Almagro, il sicario generale dell’OSA. Un rapporto che 6 paesi del gruppo di Lima hanno portato alla Corte Penale Internazionale nel 2018 e che non ha avuto grandi ripercussioni”.

Tra i firmatari un amico dei fascisti cileni

A questo punto è interessante andare a verificare chi troviamo tra gli estensori di questo rapporto, che come denunciato da Arreaza, sembra più che altro la scopiazzatura di un precedente rapporto fasullo realizzato dall’OSA.

Tra chi accusa il Venezuela di realizzare detenzioni arbitrarie, torture e altre azioni che si qualificano come crimini contro l’umanità, troviamo Francisco Cox, un avvocato penalista cileno il cui curriculum professionale include la difesa di Jovino Novoa; un alto funzionario della dittatura di Augusto Pinochet.

D’altra parte, l’avvocato del rapporto delle Nazioni Unite ha sostenuto anche l’attuale presidente Sebastián Piñera ed è strettamente legato al ministro degli Esteri cileno, Andrés Allamand; il cui governo non riconosce il presidente costituzionale venezuelano, Nicolás Maduro Moros, ma il golpista Guaidò. Evidentemente la destra cilena è fatalmente attratta dai golpisti di segno fascista.

Cox, inoltre, ha difeso l’ex ministro dell’Istruzione del governo Piñera e coniuge di Allamand, Marcela Cubillos, che ha dovuto affrontare un’accusa costituzionale per violazione dei doveri legali nell’esercizio delle sue funzioni.

Un gruppo di avvocati ha inviato una lettera all’Alto Commissario delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet chiedendogli conto di Cox.

Nella lettera viene evidenziata la “condizione discutibile di un avvocato esperto di diritti umani” Francisco Cox, il quale aveva affermato “senza mezzi termini e trasgredendo ogni gravità nell’analisi o obiettività dei principi del diritto internazionale dei diritti umani, che in Cile non sono stati perpetrati crimini contro l’umanità”.

Ma non finisce qui. Nella lettera inviata a Bachelet nel gennaio 2020, gli specialisti legali in diritti umani ritenevano necessario “rivedere le credenziali del signor Cox; che sembra non avere le competenze minime per svolgere un lavoro che conferisce minime garanzie di obiettività”.

Un nuovo capitolo della guerra politica e mediatica contro il Venezuela è appena cominciato.

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