In Bolivia, Washington replica gli orrori fascisti del passato

Rainer Shea, Internationalist 360°, http://aurorasito.altervista.org

Le campagne degli agenti della propaganda imperialista per bollare il regime golpista boliviano come una sorta di governo progressista, o come superiore al governo Morales sui diritti umani, sono puro fumo. Installatosi dopo una settimana di violenze razziste, il regime della fondamentalista cristiana Jeanine Anhez promosse fin dall’inizio la pulizia etnica in stile croato, compiendo massacri anti-indigeni cogli squadroni della morte.

Da allora questo divenne simile alla repressione alla Pinochet, col regime che tortura i giornalisti e assassina i dissidenti. Le prossime elezioni di ottobre sono possibili solo perché il movimento di resistenza indigena della Bolivia protestava in mesi di violenze di Stato. Si dovrà vedere quanto sarà facile al popolo boliviano votare Anhez, dato che gli Stati Uniti continuava ad armare gruppi paramilitari boliviani cercando di reprimere le proteste a favore della democrazia ed intimidire l’opposizione. Tale dissonanza tra la fragile narrativa propagandistica sul fatto che il regime sostiene la democrazia e l’orribile realtà di ciò che accade nel Paese da quando Morales fu estromesso, non sorprende per nessuno che abbia familiarità con la lunga storia di Washington nel mettere fascisti al potere. La natura fascista della minaccia che la Bolivia deve affrontare è chiara come i saluti nazisti dei membri della Santa Cruz Youth Union, l’organizzazione paramilitare curato dal golpista Luis Fernando Camacho. E non è l’ultima, o più micidiale, cabala fascista che gli Stati Uniti sostengono.

Il gruppo di Camacho ha paralleli moderni coi neonazisti ucraini, che gli Stati Uniti sostengono per fare dell’Ucraina un cuscinetto militare imperialista contro la Russia. Nel 2014, gli USA appoggiarono il golpe neonazista chiamato EuroMaidan per rovesciare il governo democraticamente eletto del Paese. Da allora, l’accelerazione fascista sognato dai gruppi di estremisti di destra si è avverò col collasso sociale dell’Ucraina. Come parte della fanatica campagna anti-russa, la cricca etno-nazionalista al potere ripuliva etnicamente il popolo delle regioni orientali dell’Ucraina, roccaforte delle lingua e cultura russe. Come ha scritto il giornalista Andrew Korybko durante la preparazione di tale genocidio: “Il ministro della Difesa ucraino pubblicamente espresse il piano di reclutare i cittadini del Donbas in campi speciali di “filtrazione” prima di reinsediarli con la forza in diverse parti dell’Ucraina. Pochi giorni dopo, il primo ministro ucraino Jatsenjuk dichiarò che i filofederalisti in Oriente sono “subumani”. Questa scelta di parole non solo non fu condannata dai mecenati nordamericani di Kiev, ma fu addirittura difesa dalla portavoce del dipartimento di Stato Jen Psaki, che stranamente disse che Jatsenjuk “era sempre a sostegno della risoluzione pacifica” [1] . Sollevando preoccupazioni ancora maggiori sulla pianificazione della pulizia, il governo ucraino annunciò che avrebbe dato la “terra libera” all’est alle truppe del ministero dell’Interno e dei servizi speciali che combattono i federalisti. Persino l’agenzia di propaganda della NATO Human Rights Watch non poté ignorare le atrocità commesse dal regime golpista in Ucraina, che Washington continua ad aiutare. Nel 2018, un rapporto di HRW rivelava gli abusi delle forze di sicurezza ucraine, tra cui “misure per limitare la libertà di espressione e associazione”, “violenze dei gruppi radicali che promuovono l’odio [che] hanno messo minoranze etniche, lesbiche, gay, bisessuali e transgender tra le” persone a rischio e “politiche discriminatorie [che vietano] ai pensionati di… trascorrere più di 60 giorni in regioni controllate da gruppi armati, rischiando la sospensione delle pensioni”. Il regime inoltre “continua a negare la detenzione segreta e prolungata di 18 civili nelle sue strutture di detenzione segreta a Kharkov dal 2014 al 2016”. Poiché la corruzione portò l’Ucraina alla rovina economica, il regime approfittava della crisi. Le milizie neonaziste, sostenute da finanziamenti e armi statunitensi e rese possibili dalle forze dell’ordine ridotte al minimo, addestrando impunemente al combattimento i suprematisti bianchi statunitensi. Grazie a Washington, l’Ucraina è il paradiso mondiale dei gruppi paramilitari fascisti, esportando violenze razziste negli Stati Uniti.

Per altri che hanno subito i regimi fascisti che gli USA installarono, tutto questo è la solita vecchia storia. La NATO è sempre stata un’organizzazione che arma e sostiene i nazisti. Ben Norton osservava che “col regime fascista del Portogallo membro fondatore, coll’operazione Gladio in Jugoslavia e Libia, la NATO ha sempre sostenuto gli stragisti fascisti”. L’inseparabile intreccio della NATO col terrorismo nazista fu evidente quando il mercenario della Wehrmacht e dell’esercito nordamericano Siegfried Müller si vantò pubblicamente di aver massacrato innumerevoli persone in Congo per conto della NATO e dei “valori occidentali”. Lo fece sotto la stessa croce indossata oggi dall’Unione della Gioventù di Santa Cruz mentre il suo regime massacra gli indigeni boliviani.

Fu evidente quando i nazisti addestrarono e sostennero il regime di Pinochet nell’Operazione Condor, piano sostenuto dagli Stati Uniti per torturare e uccidere decine di migliaia di dissidenti politici in America Latina. Mentre il governo cileno fece sparire tra 3000 e 10000 persone, mantenne stretti contatti con la colonia nazista La Dignidad nel sud del Cile e persino un centro di tortura vicino la base nazista. Ex-ufficiali di Gestapo e SS poterono istruire i funzionari cileni sulle tecniche di tortura e persino vi parteciparono. Nello stesso momento in cui tali cose accadono, simili torture si verificano n Bolivia, dove il dittatore di destra Hugo Banzer Suárez ebbe il suo ruolo nell’Operazione Condor. Il giornalista Robert Baird riferisce sulle tecniche di tortura utilizzate da tale regime: “L’ELN era un’organizzazione rivoluzionaria fondata da Che Guevara che occupava un posto d’onore in cima alla lista dei nemici di Banzer. Dopo aver appreso del coinvolgimento di Marcos nell’ELN, tre paramilitari assetati di sangue di Santa Cruz lo portarono nel seminterrato del ministero. Là rimase senza fiato nel vedere la madre legata a una sedia. I paramilitari, noti a tutti come il Trio Orientale, legarono Marcos in una cella adiacente, fuori dalla vista ma non dall’orecchio della madre. Le percosse iniziarono, con il Trio che si badò ad alternarsi in modo che ciascuna delle vittime sentisse l’altra urlare”. Dal 1982, il regime militare della Bolivia fu estromesso e le condizioni democratiche consentirono di eleggere un socialista nel 2005. Ma la natura della democrazia borghese ha reso il paese vulnerabile al nuovo golpe sostenuto dagli Stati Uniti nel 2019. E il regime di Abhez cerca di far sì che ciò significhi il ritorno inevitabile della dittatura in Bolivia. Ma tale nuovo regime fascista boliviano si è dimostrato troppo debole per sfidare le richieste popolari di nuove elezioni, è anche per manipolare il processo del voto. I sondaggi mostrano che con ogni probabilità vincerà il candidato socialista. Dopo questa vittoria del partito di Morales, i fascisti fuggiranno dalla Bolivia, e la loro unica speranza è che Washington effettui l”invasione, impraticabile per l’impero degli Stati Uniti.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.