Politicizzazione e selettività, all’ordine del giorno?

La politicizzazione e la selettività sul tema dei diritti umani sono servite a diverse potenze occidentali per attaccare nazioni sovrane che difendono un destino proprio e che, probabilmente, sono tra quelle che lottano di più per difenderli

Milagros Pichardo www.granma.cu

La politicizzazione e la selettività sul tema dei diritti umani sono servite a diverse potenze occidentali per attaccare nazioni sovrane che difendono un destino proprio e che, probabilmente, sono tra quelle che lottano di più per difenderli

Dal 14 settembre si tiene a Ginevra il 45a periodo di sessione del Consiglio dei Diritti Umani, in cui ancora una volta trascende l’interesse di alcuni governi a manipolare la questione come strumento di attacco ed ingerenza, quando, in primo luogo, non si tratta di un topico in cui vale tanto accusare o essere accusati, bensì articolare sforzi internazionali congiunti e coordinati ed, in secondo luogo – ironia – non ci sono standard con cui misurare il rispetto o violazione agli eretti accusatori.

Bielorussia, Nicaragua e Venezuela ritornano sul banco (degli accusati) del foro. Nel caso del paese europeo, vittima di gravi accuse senza prove, ha chiesto un “dibattito urgente” che correggesse gli argomenti contro di esso; mentre le nazioni latinoamericane, entrambe oggetto di sanzioni e misure unilaterali, hanno chiesto “un aggiornamento orale all’Alta Commissaria”, ha riferito Prensa Latina.

Sempre alla ricerca di valutazioni giuste, Cuba ha anche alzato la sua voce, nel conclave esortando, nelle parole del diplomatico Lester Delgado, “l’Alta Commissaria a continuare gli sforzi per contribuire al rispetto, all’approccio equilibrato, all’obiettività ed al dialogo ed alla cooperazione, che tanto manca a questo Consiglio ed alla macchina dei diritti umani in generale”.

Attualmente, i doppi standard lacerano la credibilità dell’organo, poiché i suoi dibattiti, sequestrati alla portata dell’imparzialità e dell’universalità, stanno dando i segnali di una triste eredità della defenestrata Commissione per i Diritti Umani, in cui politicizzazione e selettività erano all’ordine del giorno.


Politización y selectividad, ¿a la orden del día?

La politización y la selectividad en el tema de los derechos humanos ha servido a varias potencias occidentales para arremeter contra naciones soberanas que defienden un destino propio y que, probablemente, están entre las que más luchen por defenderlos

Autor: Milagros Pichardo

La politización y la selectividad en el tema de los derechos humanos ha servido a varias potencias occidentales para arremeter contra naciones soberanas que defienden un destino propio y que, probablemente, están entre las que más luchen por defenderlos.

Desde el 14 de septiembre se realiza en Ginebra el 45 periodo de sesiones del Consejo de los Derechos Humanos, en el cual otra vez trasciende el interés de algunos gobiernos por manipular el asunto como instrumento de ataque e injerencia, cuando, en primer lugar, no se trata de un tópico en que valga tanto acusar o ser acusado, sino articular esfuerzos internacionales conjuntos y coordinados, y, en segundo lugar –vaya ironía–, no aparecen los raseros con los que medir el cumplimiento o violación a los erigidos acusadores.

Bielorrusia, Nicaragua y Venezuela vuelven a estar en el banquillo del foro. En el caso del país europeo, que ha sido víctima de acusaciones graves, sin pruebas, exigió un «debate urgente» que corrija los argumentos en su contra; en tanto las naciones latinoamericanas, ambas objeto de sanciones y medidas unilaterales, solicitaron «una actualización oral de la Alta Comisionada», refirió Prensa Latina.

Siempre en procura de evaluaciones justas, Cuba también alzó su voz en el cónclave, al exhortar, en la palabra del diplomático Lester Delgado, «a la Alta Comisionada a continuar los esfuerzos para contribuir al respeto, al enfoque equilibrado, la objetividad, el diálogo y la cooperación, de los que tanto carecen este Consejo y la maquinaria de derechos humanos en general».

Actualmente los dobles raseros laceran la credibilidad del órgano, pues sus debates, secuestrados al alcance de la imparcialidad y la universalidad, van dando las señales de una triste herencia de la defenestrada Comisión de los Derechos Humanos, en la cual la politización y la selectividad estaban a la orden del día.

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