Intervento Del Presidente Della Repubblica Di Cuba Miguel Díaz-Canel Bermúdez nel Dibattito Generale Del 75º Periodo Ordinario Di Sessioni dell’AGNU
Sign. Segretario Generale:
Sign. Presidente:
Un’epidemia globale ha cambiato drasticamente la vita di tutti i giorni. Da un giorno all’altro, si contagiano milioni e muoiono migliaia di persone, la cui speranza di vita era superiore grazie allo sviluppo. Sistemi ospedalieri con prestazioni di alto livello sono collassati e le strutture della salute dei paesi poveri soffrono della loro incapacità cronica. Drastiche quarantene trasformano in lande virtuali le città più popolose. La vita sociale non esiste fuori dalle reti digitali. Teatri, discoteche, gallerie, perfino scuole, sono chiuse o ridimensionate.
Le nostre frontiere si sono chiuse, le nostre economie si contraggono, le nostre riserve si esauriscono. La vita soffre il nuovo disegno radicale di abitudini ancestrali e l’incertezza rimpiazza la certezza. Perfino i migliori amici si ignorano sotto le mascherine che ci salvano dal contagio. Tutto cambia.
Tanto quanto la soluzione alla pandemia, è urgente la democratizzazione di questa indispensabile Organizzazione, affinché risponda in maniera effettiva alle necessità ed aspirazioni di tutti i popoli.
Quell’anelato diritto dell’umanità a vivere in pace e sicurezza, con giustizia e libertà, base dell’unione delle nazioni, è minacciato costantemente.
Più di 1,9 miliardi di dollari si dilapidano oggi in un’insensata corsa militarista sostenuta dalla politica aggressiva e guerrafondaia dell’imperialismo, il cui massimo esponente è l’attuale governo degli Stati Uniti, responsabile del 38 percento della spesa militare globale.
Parliamo di un regime fortemente aggressivo e moralmente corrotto, che disprezza ed attacca il multilateralismo, usa il ricatto finanziario nella sua relazione con le agenzie del sistema delle Nazioni Unite e con una prepotenza mai vista prima si ritira dall’Organizzazione Mondiale della Salute, dall’Unesco e dal Consiglio dei Diritti Umani.
Paradossalmente, il paese che alloggia la sede dell’ONU si allontana anche da trattati internazionali fondamentali, come l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico; ripudia l’accordo nucleare consensuale con l’Iran; sponsorizza guerre commerciali; mette fine al suo impegno con strumenti internazionali di controllo nella sfera del disarmo; militarizza il ciberspazio; moltiplica la coercizione e le sanzioni unilaterali contro quelli che non si piegano ai suoi propositi e patrocina il rovesciamento con la forza di governi sovrani mediante metodi di guerra non convenzionale.
In questa linea di comportamento, separato dai vecchi principi della coesistenza pacifica e dal rispetto al diritto altrui all’autodeterminazione come garante della pace, il governo presieduto da Donald Trump, inoltre, manipola con fini sovversivi la cooperazione nell’ambito della democrazia e dei diritti umani, mentre nel suo stesso territorio proliferano praticamente senza controllo, le espressioni di odio, razzismo, brutalità della polizia e le irregolarità del sistema elettorale ed il diritto al voto dei cittadini.
È urgente rifondare le Nazioni Unite. Questa poderosa organizzazione che emerse dal costo milionario in vite di due guerre mondiali e come risultato della comprensione universale dell’importanza del dialogo, della negoziazione, della cooperazione e della legalità internazionale, non può più ritardare il suo aggiornamento, la sua democratizzazione e la sua ristrutturazione.
Qualcosa di molto essenziale e profondo è fallito, quando si assiste quotidianamente e permanentemente alla violazione dei principi della Carta dell’ONU, e quando è sempre di più frequente l’uso o la minaccia dell’uso della forza nelle relazioni internazionali.
Non c’è modo di sostenere ancora per più tempo, come se fosse qualcosa naturale ed inamovibile, un ordine internazionale disuguale, ingiusto ed antidemocratico, che antepone l’egoismo alla solidarietà e gli interessi meschini di una poderosa minoranza alle legittime aspirazioni di milioni di persone.
Nonostante le insoddisfazioni e le richieste di trasformazione che, insieme ad altri stati ed a milioni di cittadini del mondo, esigiamo alle Nazioni Unite, la Rivoluzione cubana difenderà sempre l’esistenza dell’organismo al quale dobbiamo il poco, ma imprescindibile multilateralismo che sopravvive alla prepotenza imperiale.
Più di una volta, presso questo stesso forum, Cuba ha reiterato la sua volontà di cooperare con la democratizzazione dell’ONU e con la difesa della cooperazione internazionale che solo lei può salvare. Come ha detto il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, e cito: “La comunità internazionale potrà sempre contare sulla voce sincera di Cuba contro l’ingiustizia, la disuguaglianza, il sottosviluppo, la discriminazione e la manipolazione; e per l’instaurazione di un ordine internazionale più giusto ed equo nel cui centro si ubichi, realmente, l’essere umano, la sua dignità ed il suo benessere.” Fine della citazione.
Sign. Presidente:
Ritornando sulla gravità del momento attuale che molti attribuiscono unicamente alla pandemia della COVID-19, considero fondamentale far notare che il suo impatto oltrepassa abbondantemente l’ambito sanitario.
Per le sue sequele nefaste, l’impressionante quantità di morti, il danno all’economia mondiale ed il deterioramento dei livelli di sviluppo sociale, l’espansione dell’epidemia negli ultimi mesi angoscia ed esaspera i leader ed i cittadini di praticamente tutte le nazioni.
Ma la crisi multidimensionale che ha provocato dimostra chiaramente il profondo errore delle politiche disumane imposte ad oltranza dalla dittatura del mercato.
Oggi siamo testimoni dolorosi del disastro al quale è stato condotto il mondo dal sistema irrazionale ed insostenibile di produzione e consumo del capitalismo, decadi di un ordine internazionale ingiusto e di applicazione di un duro e sfrenato neoliberalismo che ha aggravato le disuguaglianze e sacrificato il diritto allo sviluppo dei popoli.
A differenza del neoliberalismo escludente che separa e rifiuta milioni di esseri umani, condannandoli a sopravvivere con gli avanzi del banchetto dell’uno percento più ricco, il virus della COVID 19 non discrimina tra gli uni e gli altri, ma i suoi impatti devastatori economici e sociali saranno letali per i più vulnerabili, quelli con meno entrate, gli stessi nel mondo sottosviluppato che nei centri di povertà delle grandi città industrializzate.
Secondo proiezioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), ai 690 milioni di persone che soffrivano la fame nel 2019, potrebbero sommarsi 130 milioni come conseguenza della recessione economica causata dalla pandemia. Studi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) affermano che si sono persi più di 305 milioni di impieghi e che più di 1600 milioni di lavoratori vedono minacciati i loro mezzi di sussistenza.
Non possiamo affrontare la COVID-19, la fame, la disoccupazione e la crescente disuguaglianza economica e sociale tra individui e tra paesi come fenomeni indipendenti. È urgente implementare politiche integrali in cui l’essere umano sia la priorità, e non i guadagni economici od i vantaggi politici.
Sarebbe criminale lasciare per domani le decisioni di ieri e di oggi. È un imperativo spingere la solidarietà e la cooperazione internazionale per attenuare il colpo.
Solo le Nazioni Unite, con la loro connessione universale, hanno l’autorità e la portata necessarie, per riprendere la lotta giusta per eliminare l’impagabile debito estero che, aggravato dagli effetti socioeconomici della pandemia, attenta contro la sopravvivenza dei popoli del Sud.
Sign. Presidente:
L’apparizione del SARS-CoV-2 ed i primi indizi che minacciava di provocare una pandemia, non hanno trovato Cuba impreparata.
Con l’esperienza di decadi di confronto contro epidemie terribili, alcune di queste deliberatamente introdotte come parte della guerra permanente contro il nostro progetto politico, si sono messe in pratica in maniera immediata un gruppo di misure sostenute nelle nostre capacità e forze fondamentali: uno Stato socialista organizzato, responsabile di proteggere la salute dei suoi cittadini, con capitale umano altamente qualificato ed una società con elevato grado di partecipazione popolare nell’adozione di decisioni e nella soluzione dei suoi problemi.
L’applicazione di queste misure, insieme alla conoscenza accumulata in più di 60 anni di sforzi ingenti per creare e fortificare un sistema di salute di qualità e portata universale, come la ricerca e gli sviluppi scientifici, hanno permesso non solo di preservare il diritto alla salute di tutti i cittadini, senza eccezione, ma bensì anche di affrontare la pandemia in condizioni migliori.
Ci siamo riusciti a dispetto delle dure restrizioni del prolungato blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal governo degli Stati Uniti, inasprito brutalmente negli ultimi due anni, perfino in tempi di pandemia, come prova che quello è il componente essenziale della loro politica di ostilità verso Cuba.
L’aggressività del blocco ha avuto un escalation ad un livello qualitativamente nuovo che rinforza la sua condizione di impedimento reale e determinante per la gestione dell’economia e dello sviluppo del nostro paese. Il governo statunitense ha specialmente intensificato la persecuzione delle transazioni finanziarie di Cuba e, dal 2019, adotta misure che violano il Diritto Internazionale, per privare il popolo cubano della possibilità di acquistare il combustibile che ha bisogno nel suo vivere quotidiano e per il suo sviluppo.
Col fine di danneggiare e demonizzare la Rivoluzione cubana ed altri che qualifica come avversari, gli Stati Uniti pubblicano liste spurie carenti di legittimità, con le quali si arrogano il diritto di imporre al mondo misurate coercitive unilaterali e qualificazioni infondate.
Non passa una settimana senza che questo governo emetta dichiarazioni contro Cuba o imponga nuove restrizioni. Invece, risulta paradossale che si sia rifiutato di qualificare come terrorista l’attacco perpetrato contro l’Ambasciata di Cuba a Washington, il 30 aprile 2020, quando un individuo armato con un fucile d’assalto ha sparato più di 30 colpi contro la sede diplomatica ed ha confessato in seguito la sua intenzione di uccidere.
Denunciamo la doppio morale del governo statunitense nella lotta contro il terrorismo ed esigiamo che si condanni pubblicamente questo attacco brutale.
Reclamiamo che cessino l’ostilità e la campagna diffamatoria contro il lavoro altruistico della cooperazione medica internazionale di Cuba che, con un elevato prestigio e risultati verificabili, ha contribuito a salvare centinaia di vite ed a ridurre l’impatto della malattia in latitudini diverse. Personalità internazionali ed organizzazioni sociali di notevole prestigio hanno riconosciuto il lavoro umanista svolto dalla Brigata Internazionale Medica Specializzata in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie ¨Henry Reeve¨ ed appoggiano la sua candidatura al Premio Nobel della Pace.
Mentre il governo degli Stati Uniti ignora l’appello per unire gli sforzi nel combattimento alla pandemia e si ritira dall’OMS; Cuba, in risposta al sollecito ricevuto e guidata dalla profonda vocazione solidale ed umanista del suo popolo, rinforza la sua cooperazione con l’invio di più di 3700 collaboratori, organizzati in 46 brigate mediche, a 39 paesi e territori colpiti dalla COVID-19.
In questo contesto, condanniamo il ricatto da gangster con cui gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sull’Organizzazione Panamericana della Salute col proposito di utilizzare quell’organismo regionale come strumento della loro morbosa aggressione contro il nostro paese. Sempre, la forza della verità rivelerà le menzogne, e la storia collocherà i fatti ed i protagonisti al loro posto. L’esempio di Cuba prevarrà.
I nostri devoti lavoratori della Salute, orgoglio di una nazione formata nell’ideologia martiana che Patria è Umanità, che ricevano o no il Premio che merita la loro nobiltà, è già da anni che hanno vinto il riconoscimento dei paesi onorati dal loro lavoro sanitario.
Il governo degli Stati Uniti non occulta la sua intenzione di applicare nuove ed ancora più dure misure aggressive contro Cuba nei prossimi mesi. Dichiariamo un’altra volta, davanti alla comunità internazionale che il nostro popolo, orgoglioso della sua storia ed impegnato con gli ideali e con l’opera della Rivoluzione, saprà resistere e vincere.
Sign. Presidente:
Le pretese di imporre la dominazione neo coloniale alla Nostra America, dichiarando pubblicamente la validità della Dottrina Monroe, contravvengono il Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.
Vogliamo ratificare pubblicamente in questo scenario virtuale che la Repubblica Bolivariana del Venezuela conterà sempre con la solidarietà di Cuba di fronte ai tentativi di destabilizzare e sovvertire l’ordinamento costituzionale, l’unione civico-militare e distruggere l’opera iniziata dal Comandante Hugo Chávez Frias e continuata dal presidente Nicolas Maduro Moros a favore del popolo venezuelano.
Respingiamo anche le azioni degli Stati Uniti dirette a destabilizzare la Repubblica del Nicaragua, e corroboriamo l’invariabile solidarietà col suo popolo e governo, guidati dal Comandante Daniel Ortega.
Ci solidarizziamo con le nazioni dei Caraibi che esigono indennizzi giuste per gli orrori della schiavitù e della tratta degli schiavi, in un mondo in cui la discriminazione razziale e la repressione delle comunità afrodiscendenti sono aumentate paurosamente.
Ratifichiamo il nostro impegno storico con la libera determinazione e l’indipendenza del popolo fratello di Portorico.
Appoggiamo il reclamo legittimo di sovranità dell’Argentina sulle isole Malvine, Sandwich del Sud e Georgia del Sud.
Reiteriamo l’impegno con la pace in Colombia e la convinzione che il dialogo tra le parti è la via per raggiungere una pace stabile e duratura in quel paese.
Appoggiamo la ricerca di una soluzione pacifica e negoziata della situazione imposta a Siria, senza ingerenza esterna e con rispetto pieno della sua sovranità ed integrità territoriale.
Chiediamo una soluzione giusta al conflitto del Medio Oriente, che transita attraverso l’esercizio reale del diritto inalienabile del popolo palestinese a costruire il suo proprio Stato dentro le frontiere anteriori al 1967 e con la sua capitale che è Gerusalemme Orientale. Respingiamo i tentativi di Israele di annettere nuovi territori della Cisgiordania.
Esprimiamo la nostra solidarietà con la Repubblica Islamica dell’Iran davanti alla scalata aggressiva degli Stati Uniti.
Riaffermiamo la nostra invariabile solidarietà col popolo saharawi.
Condanniamo energicamente le sanzioni unilaterali ed ingiuste contro la Repubblica Popolare Democratica della Corea.
Ratifichiamo il nostro rifiuto all’intenzione di estendere la presenza della NATO fino alle frontiere della Russia ed all’imposizione di sanzioni unilaterali ed ingiuste contro questa nazione.
Respingiamo l’intromissione straniera nei temi interni della Repubblica di Bielorussia e reiteriamo la nostra solidarietà col presidente legittimo di questo paese, Aleksandr Lukashenko ed il fratello popolo bielorusso.
Condanniamo l’ingerenza nei temi interni della Repubblica Popolare Cinese, e respingiamo qualsiasi tentativo di ledere la sua integrità territoriale e la sua sovranità.
Sign. Presidente:
Le circostanze attuali preoccupanti hanno imposto che, per la prima volta nei 75 anni di storia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ci vediamo obbligati a riunirci in modo non presenziale.
La comunità scientifica di Cuba, un altro orgoglio della nazione che dal trionfo della Rivoluzione dei giusti, ha annunciato al mondo il suo proposito di trasformarsi in un paese di uomini e donne di Scienza, lavora senza riposo in uno dei primi vaccini che sono in fase di prova clinica nel mondo. I suoi creatori ed altri ricercatori e studiosi, articolati col sistema di Salute, sviluppano protocolli di attenzione per le persone contagiate, per quelle guarite e per la popolazione a rischio, che ci hanno permesso di mantenere le statistiche dell’epidemia intorno all’80 percento di persone contagiate guarite ed un indice di letalità sotto la media continentale e mondiale.
“Medici e non bombe”, annunciò un giorno il leader storico della Rivoluzione Cubana e principale promotore dello sviluppo delle Scienze a Cuba, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz. Quello è il nostro distintivo. Salvare vite e condividere quello che siamo ed abbiamo, al prezzo di qualunque sacrificio, è quello che offriamo al mondo dalle Nazioni Unite, al quale chiediamo solo un cambiamento secondo la gravità del momento.
Siamo Cuba.
Lottiamo insieme per la promozione della pace, della solidarietà e dello sviluppo.
Intervención en el debate general del 75 período ordinario de sesiones de la Asamblea General de las Naciones Unidas.
Señor Secretario General:
Señor Presidente:
Una epidemia global ha cambiado drásticamente la vida cotidiana. De un día para otro, se contagian millones y mueren miles de personas cuya esperanza de vida era superior gracias al desarrollo. Sistemas hospitalarios de alto nivel de prestaciones han colapsado y las estructuras de salud de países pobres sufren de su incapacidad crónica. Drásticas cuarentenas convierten en virtuales páramos a las ciudades más populosas. La vida social no existe fuera de las redes digitales. Teatros, discotecas, galerías, incluso escuelas, son clausurados o redimensionados.
Nuestras fronteras se han cerrado, nuestras economías se contraen, nuestras reservas se agotan. La vida sufre el radical rediseño de costumbres ancestrales y la incertidumbre desplaza a la certeza. Hasta los mejores amigos se desconocen bajo las mascarillas que nos salvan del contagio. Todo cambia.
Tanto como la solución a la pandemia, urge ya la democratización de esta indispensable Organización, para que responda de manera efectiva a las necesidades y aspiraciones de todos los pueblos.
El anhelado derecho de la humanidad a vivir en paz y seguridad, con justicia y libertad, base de la unión de las naciones, es constantemente amenazado.
Más de 1.9 billones de dólares se dilapidan hoy en una insensata carrera armamentista sustentada en la política agresiva y guerrerista del imperialismo, cuyo máximo exponente es el actual gobierno de Estados Unidos, responsable del 38 por ciento del gasto militar global.
Hablamos de un régimen marcadamente agresivo y moralmente corrupto, que desprecia y ataca al multilateralismo, emplea el chantaje financiero en su relación con las agencias del sistema de Naciones Unidas y con una prepotencia nunca antes vista se retira de la Organización Mundial de la Salud, de la UNESCO y del Consejo de Derechos Humanos.
Paradójicamente, el país que aloja a la sede de la ONU también se aparta de tratados internacionales fundamentales, como el Acuerdo de París sobre cambio climático; repudia el consensuado acuerdo nuclear con Irán; impulsa guerras comerciales; pone fin a su compromiso con instrumentos internacionales de control en la esfera del desarme; militariza el ciberespacio; multiplica la coerción y las sanciones unilaterales contra aquellos que no se pliegan a sus designios y patrocina el derrocamiento por la fuerza de gobiernos soberanos mediante métodos de guerra no convencional.
En esa línea de comportamiento, divorciada de los viejos principios de la coexistencia pacífica y del respeto al derecho ajeno a la autodeterminación como garante de la paz, el gobierno presidido por Donald Trump, además, manipula con fines subversivos la cooperación en el ámbito de la democracia y los derechos humanos, mientras en su propio territorio proliferan prácticamente sin control, las expresiones de odio, racismo, brutalidad policial y las irregularidades del sistema electoral y el derecho al voto de los ciudadanos.
Urge reformar las Naciones Unidas. Esta poderosa organización, que emergió del millonario costo en vidas de dos guerras mundiales y como resultado de la comprensión universal de la importancia del diálogo, la negociación, la cooperación y la legalidad internacional, no puede demorar más su actualización y su democratización. El mundo actual necesita tanto de la ONU como aquel en el cual nació.
Algo muy especial y profundo ha fallado, cuando se asiste de modo cotidiano y permanente a la violación de los principios de la Carta de la ONU, y cuando es cada vez más frecuente el uso o amenaza del uso de la fuerza en las relaciones internacionales.
No hay modo de sostener por más tiempo, como algo natural e inamovible, un orden internacional desigual, injusto y antidemocrático, que antepone el egoísmo a la solidaridad y los intereses mezquinos de una minoría poderosa a las legítimas aspiraciones de millones de personas.
A pesar de las insatisfacciones y las demandas de transformación que, junto a otros estados y a millones de ciudadanos del mundo, pedimos a las Naciones Unidas, la Revolución cubana defenderá siempre la existencia del organismo al que debemos el poco, pero imprescindible multilateralismo que sobrevive a la prepotencia imperial.
Más de una vez, ante este mismo foro, Cuba ha reiterado su voluntad de cooperar con la democratización de la ONU y con la defensa de la cooperación internacional que sólo ella puede salvar. Como dijo el Primer Secretario del Partido Comunista de Cuba, General de Ejército Raúl Castro Ruz, y cito: “Podrá contar siempre la comunidad internacional con la sincera voz de Cuba frente a la injusticia, la desigualdad, el subdesarrollo, la discriminación y la manipulación; y por el establecimiento de un orden internacional más justo y equitativo, en cuyo centro se ubique, realmente, el ser humano, su dignidad y bienestar.” Fin de la cita.
Señor Presidente:
Retomando la gravedad del momento actual, que muchos atribuyen únicamente a la pandemia de la COVID-19, considero fundamental advertir que su impacto rebasa con creces el ámbito sanitario.
Por sus nefastas secuelas, la impresionante cantidad de muertes, el daño a la economía mundial y el deterioro de los niveles de desarrollo social, la expansión de la epidemia en los últimos meses angustia y desespera a líderes y ciudadanos de prácticamente todas las naciones.
Pero la crisis multidimensional que ha desatado demuestra claramente el profundo error de las políticas deshumanizadas impuestas a ultranza por la dictadura del mercado.
Hoy somos dolorosos testigos del desastre al que ha conducido al mundo el sistema irracional e insostenible de producción y consumo del capitalismo, décadas de un injusto orden internacional y de aplicación de un crudo y desenfrenado neoliberalismo, que ha agravado las desigualdades y sacrificado el derecho al desarrollo de los pueblos.
A diferencia del excluyente neoliberalismo, que separa y desecha a millones de seres humanos, condenándolos a sobrevivir con las sobras del banquete del uno por ciento más rico, el virus de la COVID-19 no discrimina entre unos y otros, pero sus devastadores impactos económicos y sociales serán letales entre los más vulnerables, los de menos ingresos, los mismos en el mundo subdesarrollado que en los bolsones de pobreza de las grandes urbes industrializadas.
Según proyecciones de la Organización de las Naciones Unidas para la Alimentación y la Agricultura (FAO), a los 690 millones de personas que pasaban hambre en 2019, podrían sumarse 130 millones como consecuencia de la recesión económica causada por la pandemia. Estudios de la Organización Internacional del Trabajo (OIT) afirman que se han perdido más de 305 millones de empleos y que más de mil 600 millones de trabajadores ven amenazados sus medios de subsistencia.
No podemos enfrentar la COVID-19, el hambre, el desempleo y la creciente desigualdad económica y social entre individuos y entre países como fenómenos independientes. Urge implementar políticas integrales en las que el ser humano sea la prioridad, y no las ganancias económicas o las ventajas políticas.
Sería criminal dejar para mañana decisiones de ayer y de hoy. Es un imperativo impulsar la solidaridad y la cooperación internacional para amortiguar el golpe.
Sólo las Naciones Unidas, con su membresía universal, tiene la autoridad y el alcance necesarios, para retomar la justa pelea por eliminar la impagable deuda externa que, agravada por los efectos socioeconómicos de la pandemia, atenta contra la sobrevivencia de los pueblos del Sur.
Señor Presidente:
La aparición del SARS-CoV-2 y los primeros indicios de que amenazaba con provocar una pandemia, no tomaron a Cuba desprevenida.
Con la experiencia de décadas de enfrentamiento a epidemias terribles, algunas de ellas deliberadamente introducidas como parte de la guerra permanente contra nuestro proyecto político, se pusieron en práctica de manera inmediata un grupo de medidas sustentadas en nuestras capacidades y fortalezas fundamentales: un Estado socialista organizado, responsable de velar por la salud de sus ciudadanos, con capital humano altamente calificado y una sociedad con elevado grado de participación popular en la adopción de decisiones y en la solución de sus problemas.
La aplicación de esas medidas, junto al conocimiento acumulado en más de 60 años de ingentes esfuerzos para crear y fortalecer un sistema de salud de calidad y alcance universal, así como la investigación y el desarrollo científicos, han permitido no sólo preservar el derecho a la salud de todos los ciudadanos, sin excepción, sino enfrentar la pandemia en mejores condiciones.
Lo hemos logrado pese a las duras restricciones del prolongado bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por el gobierno de Estados Unidos, recrudecido brutalmente en los dos últimos años, incluso en tiempos de pandemia, como prueba de que ese es el componente esencial de su política de hostilidad hacia Cuba.
La agresividad del bloqueo ha escalado a un nivel cualitativamente nuevo, que refuerza su condición de impedimento real y determinante para el manejo de la economía y el desarrollo de nuestro país. El gobierno estadounidense ha intensificado especialmente la persecución de las transacciones financieras de Cuba y, desde 2019, adopta medidas violatorias del Derecho Internacional, para privar al pueblo cubano de la posibilidad de adquirir el combustible que requiere en su quehacer cotidiano y para su desarrollo.
Con el fin de dañar y demonizar la Revolución cubana y a otros que califica como adversarios, Estados Unidos publica listas espurias carentes de legitimidad, con las que se arroga el derecho de imponer al mundo medidas coercitivas unilaterales y calificaciones infundadas.
No pasa una semana sin que ese gobierno emita declaraciones contra Cuba o imponga nuevas restricciones. Sin embargo, resulta paradójico que haya rehusado a calificar como terrorista el ataque perpetrado contra la Embajada de Cuba en Washington, el 30 de abril de 2020, cuando un individuo armado con un fusil de asalto disparó más de 30 cartuchos contra la sede diplomática y confesó después su intención de matar.
Denunciamos la doble moral del gobierno estadounidense en la lucha contra el terrorismo y exigimos que se condene públicamente este brutal ataque.
Reclamamos que cesen la hostilidad y la campaña difamatoria contra la labor altruista de la cooperación médica internacional de Cuba que, con elevado prestigio y resultados verificables, ha contribuido a salvar cientos de vidas y a reducir el impacto de la enfermedad en diversas latitudes. Personalidades internacionales y organizaciones sociales de notable prestigio han reconocido la labor humanista desplegada por la Brigada Internacional Médica Especializada en Situaciones de Desastre y Graves Epidemias ¨Henry Reeve¨ abogando porque le sea concedido el Premio Nobel de la Paz.
Mientras el gobierno de Estados Unidos ignora el llamado a aunar esfuerzos en el combate a la pandemia y se retira de la OMS; Cuba, en respuesta a solicitudes recibidas y guiada por la profunda vocación solidaria y humanista de su pueblo, refuerza su cooperación con el envío de más de 3 mil 700 colaboradores, organizados en 46 brigadas médicas, a 39 países y territorios afectados por la COVID-19.
En este sentido, condenamos el chantaje gansteril con que Estados Unidos ha presionado a la Organización Panamericana de la Salud con el propósito de utilizar ese organismo regional como instrumento de su enfermiza agresión contra nuestro país. Siempre, la fuerza de la verdad echará por tierra las mentiras, y la historia colocará los hechos y a los protagonistas en su lugar. El ejemplo de Cuba prevalecerá.
Nuestros consagrados trabajadores de la Salud, orgullo de una nación formada en el ideario martiano de que Patria es Humanidad, recibirán o no el Premio que merece su nobleza, pero hace años que ganaron el reconocimiento de los pueblos bendecidos por su labor sanitaria.
El gobierno de Estados Unidos no oculta su intención de aplicar nuevas y más duras medidas agresivas contra Cuba en los próximos meses. Declaramos una vez más, ante la comunidad internacional que nuestro pueblo, orgulloso de su historia y comprometido con los ideales y la obra de la Revolución, sabrá resistir y vencer.
Señor Presidente:
Las pretensiones de imponer la dominación neocolonial a Nuestra América, declarando públicamente la vigencia de la Doctrina Monroe, contravienen la Proclama de América Latina y el Caribe como Zona de Paz.
Queremos ratificar públicamente en este escenario virtual, que la República Bolivariana de Venezuela contará siempre con la solidaridad de Cuba frente a los intentos de desestabilizar y subvertir el ordenamiento constitucional, la unión cívico-militar y destruir la obra iniciada por el Comandante Hugo Chávez Frías y continuada por el presidente Nicolás Maduro Moros a favor del pueblo venezolano.
Rechazamos también las acciones de Estados Unidos dirigidas a desestabilizar a la República de Nicaragua, y corroboramos la invariable solidaridad con su pueblo y gobierno, liderados por el Comandante Daniel Ortega.
Nos solidarizamos con las naciones del Caribe que exigen justas reparaciones por los horrores de la esclavitud y la trata de esclavos, en un mundo en el que la discriminación racial y la represión de las comunidades afrodescendientes han ido en ascenso.
Reafirmamos nuestro compromiso histórico con la libre determinación y la independencia del hermano pueblo de Puerto Rico.
Apoyamos el legítimo reclamo de soberanía de Argentina sobre las islas Malvinas, Sándwich del Sur y Georgias del Sur.
Reiteramos el compromiso con la paz en Colombia y la convicción de que el diálogo entre las partes es la vía para alcanzar una paz estable y duradera en ese país.
Apoyamos la búsqueda de una solución pacífica y negociada a la situación impuesta a Siria, sin injerencia externa y con pleno respeto a su soberanía e integridad territorial.
Demandamos una solución justa al conflicto del Oriente Medio, que pasa por el ejercicio real del derecho inalienable del pueblo palestino a construir su propio Estado dentro de las fronteras anteriores a 1967 y con su capital en Jerusalén oriental. Rechazamos los intentos de Israel de anexar nuevos territorios de Cisjordania.
Expresamos nuestra solidaridad con la República Islámica de Irán ante la escalada agresiva de los Estados Unidos.
Reafirmamos nuestra invariable solidaridad con el pueblo saharaui.
Condenamos enérgicamente las sanciones unilaterales e injustas contra la República Popular Democrática de Corea.
Ratificamos nuestro rechazo a la intención de extender la presencia de la OTAN hasta las fronteras de Rusia y a la imposición de sanciones unilaterales e injustas contra esa nación.
Rechazamos la intromisión extranjera en los asuntos internos de la República de Belarús y reiteramos nuestra solidaridad con el presidente legítimo de ese país, Aleksandr Lukashenko y el hermano pueblo bielorruso.
Condenamos la injerencia en los asuntos internos de la República Popular China, y nos oponemos a cualquier intento de lesionar su integridad territorial y su soberanía.
Señor Presidente:
Las preocupantes circunstancias actuales han hecho que, por primera vez en los 75 años de historia de la Organización de las Naciones Unidas, nos veamos obligados a reunirnos de modo no presencial.
La comunidad científica de Cuba, otro orgullo de la nación que desde el triunfo de la Revolución de los justos, anunció al mundo su propósito de convertirse en un país de hombres y mujeres de Ciencia, trabaja sin descanso en una de las primeras vacunas que están en fase de ensayo clínico en el mundo.
Sus creadores y otros investigadores y estudiosos, articulados con el sistema de Salud, desarrollan protocolos de atención a las personas contagiadas, a las recuperadas y a la población de riesgo, que nos han permitido mantener las estadísticas de la epidemia en torno al 80 por ciento de personas contagiadas salvadas y un índice de letalidad por debajo de la media continental y mundial.
“Médicos y no bombas”, anunció un día el líder histórico de la Revolución Cubana y principal promotor del desarrollo de las Ciencias en Cuba, el Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz. Esa es nuestra divisa. Salvar vidas y compartir lo que somos y tenemos, al precio de cualquier sacrificio, es lo que brindamos al mundo desde las Naciones Unidas, a la que sólo pedimos un cambio a tono con la gravedad del momento.
Somos Cuba.
Luchemos juntos por la promoción de la paz, la solidaridad y el desarrollo.
Muchas gracias