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I miei saluti al Festival internazionalista della resistenza popolare per Unità dei popoli e la Pace.
In Venezuela siamo in lotta, come sapete, insieme all’umanità, contro la pandemia di COVID-19. Abbiamo resistito, nonostante la persecuzione del governo USA, contro tutto il denaro di quel Paese, contro tutto il suo commercio, contro tutta la sua medicina, perseguitano la nostra medicina in modo che non arrivi in Venezuela, ma abbiamo trovato mille modi e mille amici per ottenere dal mondo tutte le medicine di cui il Paese ha bisogno e per produrne il resto in Venezuela. La cura del paziente è assolutamente gratuita e siamo progrediti di diverse fasi; oggi abbiamo un alto livello di controllo e progresso.
Da questo Venezuela di resistenza, lotta e di speranza, vi mando un saluto di lotta, di lavoro permanente, di fede nel futuro, di fede e di fede nella nostra causa. Un altro mondo è possibile, questa bandiera fu issata negli anni ’80 quando l’imperialismo e il capitalismo mondiali dichiararono la vittoria assoluta del mondo unipolare, e noi costruiamo un altro mondo, un mondo migliore, multipolare, pluricentrico, un mondo dove la forza dell’opinione pubblica, dell’opinione dei popoli, prevalga su tutto, un mondo dove fermiamo questo cambiamento climatico e possiamo invertire le tendenze autodistruttive dell’habitat in cui tutti viviamo. Un mondo in cui possiamo raggiungere la vera uguaglianza tra uomini, donne e esseri umani. Un mondo in cui possiamo avanzare nel pieno esercizio dei diritti sociali, dei diritti umani reali, del diritto al lavoro, al reddito, alla sanità, all’istruzione, alla casa, alla cultura, al divertimento di tutti i popoli del mondo, al diritto di accesso alla ricchezza e alla corretta distribuzione della ricchezza. È possibile un nuovo mondo, dove possiamo definitivamente porre fine alle guerre imperialiste, alle guerre di conquista, alla minaccia dell’uso della forza e all’uso della forza contro i popoli del mondo. Il Venezuela viene minacciato dall’impero statunitense negli ultimi anni, è stato minacciato. Qui in Venezuela, inoltre, abbiamo vissuto quella che chiamiamo guerra non convenzionale, una guerra economica, finanziaria, politica, mediatica, ma è anche guerra armata.
Quest’anno siamo stati in grado di contenere un’incursione armata di mercenari addestrati in Colombia. In questo momento, mentre vi parlo, in Colombia vengono addestrati oltre un migliaio di mercenari dall’esercito nazionale colombiano e dalle strutture di intelligence della Colombia, con la consapevolezza, protezione e supporto del presidente della Colombia Ivan Duque, che fa parte di questi piani per addestrare mercenari, terroristi che intendono infiltrare in Venezuela per sabotare il clima politico ed elettorale che dovrebbe portarci, il prossimo 6 dicembre, alle elezioni per scegliere l’Assemblea Nazionale, proprio in questo momento in cui parliamo. Il Venezuela deve attivare tutti i meccanismi di intelligence, protezione sociale, politica, militare e di polizia, perché siamo un Paese sotto assedio, sotto minaccia permanente, sotto complotto e cospirazione permanenti, ma qui ci troviamo, sempre con un sorriso, sempre con una parola di speranza, di lotta, e grato a voi, amici del mondo, ovunque voi siate, che mi ascoltate, in un auditorium, all’angolo di una strada, in un ufficio, nella vostra stanza, nel vostro soggiorno, ovunque mi ascoltiate, voglio che sappiate che dal Venezuela vi inviamo la nostra promessa assoluta, la nostra assoluta fiducia nel futuro, nella rinnovata speranza del popolo. Il futuro ci appartiene, è stato il motto che più piaceva a Ernesto Che Guevara, “il presente è di lotta, il futuro ci appartiene”, ed è davvero una canzone poetica della lotta donchisciottesca che noi, che crediamo in un altro mondo, portiamo avanti.
Il Venezuela, come vi dicevo, ha le elezioni il 6 dicembre per scegliere il Parlamento, una nuova Assemblea Nazionale; questa è la 25.ma l’elezione in 20 anni di democrazia che rinnova definitivamente tutti i rami politici attraverso il voto popolare. Abbiamo invitato il mondo in modo che possa venire con noi e unirsi a noi, in modo che possa venire a osservare la verità del Venezuela, e colgo l’occasione di questo festival mondiale delle organizzazioni sociali, dei movimenti sociali, degli intellettuali, per invitarti a venire ad accompagnare, osservare le elezioni, a partecipare a questa festa democratica. A partire da ora, vi invito e vi aspetteremo qui, con tutte le misure di biosicurezza, con tutto l’amore e tutto il supporto che vi forniremo.
Il Venezuela ha vissuto 24 elezioni in questi 20 anni; di quelle 24 abbiamo vinto 22 elezioni col voto popolare, ne abbiamo perse 2 che abbiamo subito riconosciuto. Il movimento bolivariano, rivoluzionario che ha costruito il comandante Chavez e che guido oggi, sa come vincere le elezioni, come guidare le lotte sociali, come governare, sa affrontare le circostanze, ma sa anche perdere quando è il nostro turno di perdere. Oggi si sono aperte enormi porte a un grande processo elettorale, con le massime garanzie elettorali mai date in Venezuela, concordate con gruppi e partiti di opposizione. Il mondo deve sapere che si sono registrati oltre 14000 candidati, di cui 13000 appartengono a gruppi e capi militanti dell’opposizione. Si sono registrati oltre 107 organizzazioni, di cui 95 partiti e movimenti politici di opposizione, con tutte le garanzie. La campagna pre-elettorale è iniziata e il Venezuela si avvia verso un processo che sarà storico, di rinnovamento del Parlamento, una nuova Assemblea Nazionale nascerà da calore, volontà e coscienza del popolo, dal voto del popolo.
Invito il mondo a questo festival internazionale dei movimenti sociali, le brave persone del mondo, a unirsi a noi, a diffondere la verità del Venezuela davanti tanta manipolazione, tanti attacchi, tante notizie false, tante bugie, in modo che possiamo mentire la verità di un popolo nobile, pacifico, laborioso, combattivo, erede delle glorie eterne di Simon Bolivar, il Liberatore, un popolo che ha ascoltato la campana del risveglio storico per mano del comandante Hugo Chvez e popolo che ha rifiutato di arrendersi, che non si arrenderà mai, e che continuerà questa battaglia per un mondo senza imperi, senza egemoni, in cui tutti possiamo vivere insieme, cooperare e costruire. Il 21° secolo, senza dubbio, è il nostro secolo, dobbiamo esserne consapevoli, al di là di qualunque cosa facciano le élite neo-colonialiste e pro-imperialiste occidentali, al di là di tutto ciò, c’è una verità dell’umanità, la verità di volere l’uguaglianza, la pace, i cambiamenti, di riconoscersi a vicenda in una sola parola: l’amore che unisce tutta l’umanità. Ecco perché siamo sicuri che questo sia il secolo del popolo e niente o nessuno può fermare i grandi cambiamenti annunciati da questo secolo. Siamo i protagonisti di questa lotta, sappiamo quello che diciamo e ratifichiamo il nostro impegno insieme a tutti voi.
Contate sul Venezuela, contate su di noi, contiamo su di voi.
Grazie mille, felici lotte in questo festival internazionale antimperialista che unisce il mondo intero.
Grazie mille!
Traduzione di Alessandro Lattanzio