Il ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodriguez Parrilla, ha presentato questo giovedì il resoconto sull’impatto del bloqueo degli Stati Uniti contro Cuba nell’ultimo anno, documento che denuncia la rinascita di questa politica ostile e aggressiva.
Il resoconto intitolato Necesidad-de-poner-fin-al-bloqueo-económico-comercial-y-financiero-impuesto-por-los-Estados-Unidos-de-América-contra-Cuba (“Necessità di porre fine al bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”) sarà votato nel maggio del 2021, per la ventinovesima volta in seno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; questa volta è stato posticipato a causa dell’impatto della COVID-19 su scala globale.
In una conferenza stampa, il ministro delle Relazioni Estere ha affermato che il governo degli Stati Uniti ha intensificato intensamente il blocco, anche in tempi di pandemia. Ha commentato come, in conseguenza al bloqueo, una donazione di forniture mediche inviata da una compagnia cinese non sia potuta arrivare in territorio cubano. Ha anche sottolineato che il confronto efficace contro la COVID-19 è stato possibile grazie alla solidità del sistema sanitario cubano.
Ha anche fatto riferimento alle misure contro le forniture di carburante, alle menzogne ed alle calunnie che stanno aumentando contro il paese.
“Chiunque vinca le elezioni negli Stati Uniti dovrà affrontare il fatto che il bloqueo danneggia i cubani, le loro famiglie, viola i diritti umani e rende difficili i viaggi, i visti ed il ricongiungimento familiare”.
Migliaia di famiglie subiscono le implicazioni di questa politica da entrambe le parti. Ha menzionato l’attacco aggressivo alle rimesse, l’eliminazione o la minimizzazione dei contatti e della comunicazione utilizzando “strumenti ed azioni spurie”.
Il capo della diplomazia cubana ha dichiarato che l’applicazione extraterritoriale del bloqueo non solo viola la sovranità, ma colpisce anche gli interessi di tutti gli stati del pianeta, compresi gli Stati Uniti, un paese che “soffre un profondo isolamento ed un grande discredito”.
In ambito economico, ha sottolineato che, per la prima volta, i danni hanno superato i cinque miliardi di dollari in un anno, poiché solo da aprile del 2019 a marzo del 2020 il bloqueo ha causato perdite nell’ordine di 5.570 milioni.
A prezzi correnti, i danni accumulati durante quasi sei decenni di applicazione di questa politica ammontano a 144mila 413,4 milioni di dollari, mentre tenendo conto del deprezzamento del dollaro rispetto al valore dell’oro nel mercato internazionale, la cifra ammonta a più di un bilione 98 mila 8 milioni di dollari.
Rodriguez Parrilla ha sottolineato che a livello pratico, il bloqueo significa negare a Cuba l’accesso ad apparecchiature ed a forniture mediche di origine statunitense o, anche, da paesi terzi che hanno più del 10% di componenti o di tecnologie statunitensi, essendo l’area sanitaria una delle più colpite.
Il ministro delle Relazioni Estere ha sottolineato quanto sia difficile misurare l’impatto del bloqueo sulla vita quotidiana, sull’economia e sulla società cubane.
“Il bloqueo nella sua natura ed il suo straordinario rafforzamento in questi due anni è l’espressione dell’incapacità storica del governo degli Stati Uniti di riconoscere che Cuba è una nazione indipendente, che deve godere secondo il diritto internazionale ed esercitare pienamente la sua sovranità e la sua autodeterminazione ”.
Il capo della diplomazia cubana ha anche sottolineato che costituisce una violazione grave, flagrante e sistematica dei diritti umani ed un ostacolo “alle prospettive di sviluppo del nostro paese, alla soddisfazione dei bisogni perentori del nostro popolo”.
Ha assicurato che ha un impatto dannoso e reale sul processo di aggiornamento del modello economico cubano e costituisce “il principale ostacolo dell’avanzamento delle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Cuba”.
“Si tratta di un atto di genocidio tipizzato dalla Convenzione di Ginevra del 1948 e privo di qualsiasi giustificazione politica, morale o giuridica”, per questo “suscita un rifiuto universale che si esprime nello schiacciante appoggio per Cuba da parte dei paesi appartenenti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”.
da Cubadebate
traduzione di Ida Garberi