Il ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha presentato giovedì 22 la Risoluzione di Cuba sugli effetti provocati dalla politica di blocco degli Stati Uniti durante l’ultimo anno.
La presentazione della risoluzione è cominciata alle dieci di mattina nella Cancelleria in formato presenziale e virtuale, rispettando le norme sanitarie dello scontro alla COVID – 19.
Da lunedì 19 a mercoledì 21, i giornalisti hanno inviato le loro domande attraverso un canale di /WhatsApp./
Per via della complessa situazione epidemiologica a livello globale e in particolare negli USA, la Risoluzione intitolata “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba, serà presentata per la ventinovesima volta durante la ripresa della sessione del 75º periodo di sessioni dell’Assemblea Generale nel maggio del 202i.
L’INTERVENTO DEL MINISTRO CUBANO DELLE RELAZIONI ESTERE
Il Ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha descritto gli effetti del blocco degli Stati Uniti contro l’Isola come «uno scenario di guerra economica».
Questo rapporto copre il periodo compreso tra aprile de 2019 e marzo del 2020, marcato da un serio passo indietro nelle relazioni bilaterali Cuba – USA e un progressivo indurimento del blocco economico commerciale e finanziario.
«È cinico dire adesso ai cubani che il blocco non ha un effetto reale, ha segnalato il cancelliere, quando in questo periodo le numerose regole e disposizioni emesse dal Governo degli Usa contro Cuba hanno raggiunto livelli di ostilità senza precedenti.
La possibilità di stabilire domande facendosi scudo del III Titolo della Legge Helms – Burton, l’incremento della persecuzione delle transazioni finanziarie e commerciali di Cuba, la proibizione dei voli dagli Stati Uniti verso tutte le province cubane con eccezione de L’Avana, la persecuzione e intimidazione alle imprese che inviano combustibili a Cuba, e la campagna di discredito contro i programmi di cooperazione medica cubana, costituiscono alcuni degli esempi più evidenti.
In accordo con Rodríguez Parrilla, questo cinismo, in tempi di un «nuovo maccartismo infervorato», è immorale.
LE DIFFICOLTÀ IN QUESTO MOMENTO CONTINUANO AD ESSERE ENORMI, HA AGGIUNTO IL MINISTRO
Dall’aprile del 2019 a marzo del 2020 il blocco ha provocato perdite a Cuba nell’ordine di 5 mila 570.3 milioni di dollari. Questo rappresenta un incremento di circa 1226 milioni di dollari rispetto al periodo precedente.
Per la prima volta l’ammontare totale dei danni provocati da questa politica in un anno ha superato la barriera dei 5.000 milioni di dollari, che illustra sino a che punto è stato intensificato il blocco in questa tappa.
I danni calcolato non comprendono le azioni del governo degli USA nel contesto della pandemia della COVD – 19 perchè riguardano un periodo successivo a quello analizzato.
A prezzi correnti i danni accumulati durante sei decenni di applicazioni di questa politica hanno raggiunto i 144 mila 413.4 milioni di dollari. Considerando la svalutazione del dollaro di fronte al valore dell’oro nel mercato internazionale il blocco ha provocato pregiudizi quantificabili in più di un bilione 98 mila 8 milioni di dollari.
Gli USA applicano la componente extra territoriale per privare deliberatamente il popolo cubano di prodotti per la salute nel mezzo della pandemia In questo contesto il danno di una pandemia globale come la COVID – 19 ha imposto impegni notevoli a Cuba e gli sforzi del paese per combatterla sono stati sensibilmente limitati dalle regole del blocco statunitense.
Il carattere genocida di questa politica è stato rinforzato nel mezzo dello scontro al nuovo coronavirus, perhcè il governo degli USA ha usato questa politica e in particolare la sua componente extraterritoriale per privare deliberatamente il popolo cubano di ventilatori, mascherine, camici, guanti, reagenti e altri prodotti necessario per il maneggio di questa malattia.
La disponibilità di queste risorse può marcare la differenza tra la vita e la morte per i pazienti portatori del virus e per il personale della salute che li assiste.
Tutto questo non è stato sufficiente per il governo statunitense che si è anche lanciato in una crociata per tentare di screditare e ostacolare la cooperazione medica internazionale che Cuba offre divulgando calunnie e giungendo all’estremo d’esigere da altri paesi che si astengano dal sollecitarla, anche nel mezzo dell’emergenza sanitaria creata dalla COVID-19 nel mondo.
Nonostante le sue azioni, il governo degli USA non ha potuto evitare che sino al 1º luglio del 2020 più di 3000 collaboratori cubani organizzati in 38 brigate mediche abbiano contribuito alla lotta contro questa pandemia in 28 paesi e 3 territori non autonomi. A questi sforzi si sono sommati anche i 28.000 professionisti cubani della salute che stavano già offrendo i loro servizi in 59 nazioni prima della COVID-19.
CRESCE L’USO DEI METODI INTIMIDATORI COME L’APPLICAZIONE DELLA HELMS – BURTON
Tra aprile del 2019 e marzo del 2020, i Dipartimenti del Tesoro e del Commercio degli USA in consonanza con la politica d’ostilità proclamata dal governo da Donald Trump, hanno introdotto cambi nelle regole, usando le leggi del blocco contro Cuba.
Ai danni derivati da queste modifiche, principalmente nel settore dei viaggi e delle finanze si sono sommati i meccanismi di persecuzione delle operazioni di Cuba in terzi paesi e questo porta con sè un alto effetto dissuasivo e intimidatorio per le controparti straniere con i conseguenti danni per l’economia cubana, Nel periodo compreso da questa risoluzione, l’Ufficio per il Controllo degli Attivi Stranieri (OFAC) ha imposto 12 multe a entità statunitensi e di terzi paesi perchè avevano violato le Regole per il Controllo degli Attivi Cubani.
L’ammontare di queste penalità ha superato i 2 mila 403 milioni, 985 mila 125 dollari.