Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Cuba ha denunciato che gli USA sabotano i suoi servizi sportivi forniti in altri paesi, causando milioni di dollari di perdite all’economia dell’isola.
Funzionari della società statale Cubadeportes hanno riferito ieri che, solamente tra aprile 2019 e marzo 2020, sono stati interrotti i contratti di lavoro di 600 tecnici sportivi ed allenatori cubani in diversi paesi del mondo a causa delle pressioni del governo USA.
Il danno economico sia per i tecnici che per Cuba a causa di questi licenziamenti è stato di 8 milioni di dollari durante questo periodo oltre che la perdita di centinaia di posti di lavoro.
Volendo andare più a ritroso nel tempo, la situazione è ancora peggiore poiché di 6.480 tecnici sportivi o allenatori cubani che lavoravano all’estero dal 2014 attraverso la suddetta società, ne sono rimasti solamente 403 a causa delle restrizioni imposte da Washington.
Da parte sua, il primo vicepresidente dell’Istituto Cubano dello Sport (INDER), Raúl Fornés, ha condannato che l’ingiusto blocco statunitense, nel mezzo della crisi economica provocata dal nuovo coronavirus, ha causato la disoccupazione di migliaia di specialisti nel settore sportivo del paese centroamericano.
“Gli Stati Uniti si sono opposti alla loro assunzione, non stiamo parlando solo dei governi nazionali, ma anche dei comuni e dei governi regionali, che sono influenzati in maniera molto forte dalla pressione nordamericana”, ha lamentato Fornés in una conferenza stampa.
In questo senso il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha condannato fermamente le nuove sanzioni degli Stati Uniti contro 7 entità statali e sociali dell’isola, nel mezzo di una crisi pandemica.
Il 22 ottobre, il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha riferito che in soli 11 mesi, da aprile 2019 a marzo 2020, il blocco economico che Washington ha mantenuto sul suo paese dal 1962, ha causato all’isola perdite per oltre 5000 milioni di dollari, 10 dei quali sono nella sfera dello sport.
Il governo nordamericano applica la stessa politica contro la vendita statale di farmaci cubani in paesi stranieri, soprattutto in un momento in cui tutto il mondo è gravemente colpito dalla nuova pandemia di coronavirus, che causa COVID-19.
Ultimamente, il 23 settembre scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che il Dipartimento del Tesoro aveva deciso di vietare ai viaggiatori americani di soggiornare in luoghi di proprietà del governo cubano, sanzionandoli se lo avessero fatto ed aggiungendo che Washington stava adottando le misure necessarie per limitare ulteriormente le importazioni dall’isola caraibica.
In reazione alle nuove sanzioni degli Stati Uniti, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha denunciato che le nuove misure draconiane hanno violato i diritti dei cubani e anche quelli dei nordamericani, sottolineando che la “politica crudele e criminale” della Casa Bianca “sarà sconfitta dal nostro popolo, che non rinuncerà mai alla propria sovranità”.