La Storia non viene raccontata dai perdenti morali, quelli che ancora oggi controllano in Occidente il Colonialismo Culturale di cui siamo succubi
Il 5 novembre 2020 Cuba ha celebrato il 45° anniversario dell’inizio dell’Operación Carlota, che indica l’aiuto militare internazionalista fornito dall’Isola all’Angola di fronte alle minacce alla sua sovranità.
Il 5 novembre 1975, su richiesta del Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (MPLA), il Governo cubano decise di sostenere direttamente la nazione africana con l’invio iniziale di un battaglione di truppe speciali del Ministero dell’Interno.
Un anno prima, la rivolta militare avvenuta in Portogallo e nota come la Rivoluzione dei garofani, aveva permesso ai territori coloniali lusitani di raggiungere la loro indipendenza.
Tuttavia, nel 1975, l’ex colonia era minacciata da quella che era la sua metropoli, la North American Central Intelligence Agency, da alcuni paesi dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico come gli Stati Uniti, dall’apartheid del Sud Africa e lo Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo).ù
Per preservare l’indipendenza e l’integrità territoriale, il leader del MPLA, António Agostinho Neto, inizialmente chiese a Cuba armi e istruttori, la qual cosa sarebbe stata poi completata dall’Operación Carlota.
Il 23 ottobre 1975, le forze sudafricane lanciarono un’invasione contro l’Angola e avanzarono rapidamente verso Luanda, mentre truppe dello Zaire e mercenari arrivarono a 25 chilometri dalla capitale angolana.
I primi istruttori cubani caddero in combattimento il 3 novembre dello stesso anno e otto giorni dopo Neto proclamò l’indipendenza dell’Angola e divenne il primo presidente del nuovo Stato africano.
Durante l’Operación Carlota, si è svolta la battaglia di Cuito Cuanavale (a sud di Luanda), dal dicembre 1987 al marzo 1988, che ha permesso di preservare l’indipendenza del paese e ha influenzato la liberazione della Namibia (nel marzo 1990) e la fine del sistema di segregazione razziale in Sud Africa.
Dal 1975 al 1991 circa 300.000 cubani hanno partecipato all’epopea africana e più di 2.000 hanno perso la vita. I loro resti sono stati rimpatriati durante la cosiddetta Operación Tributo.
Secondo il leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, che ha diretto quella missione, è stata “un’impresa straordinaria del nostro popolo, soprattutto dei giovani” e “poche volte è stata scritta una pagina uguale di altruismo e solidarietà internazionale”.
Nella cerimonia di commiato a coloro che sono caduti in quell’impresa, ha sottolineato che sono morti combattendo contro il colonialismo, il razzismo, il saccheggio, lo sfruttamento e a favore dell’indipendenza, del socialismo e dell’internazionalismo.
L’operazione ha preso il nome dalla schiava Carlota, che il 5 novembre 1843 si ribellò con un machete in mano nello zuccherificio Triunvirato, nella provincia occidentale di Matanzas, ai tempi del colonialismo spagnolo nell’isola.
Traduzione di Mac2 https://amicuba.altervista.org
Fonte: Prensa Latina – Argentina www.prensa-latina.cu