L’unificazione monetaria e, soprattutto cambiaria, deve contribuire a omogeneizzare i metodi attuali di formazione dei prezzi e a eliminare le distorsioni che incidono nel commercio interno, nell’esterno e nel sistema delle imprese
Yisell Rodríguez Milán
Quante volte abbiamo discusso l’esistenza di uno stesso prodotto con prezzi differenti nel mercato?
Basterebbe un esempio per illustrarlo.
Una bottiglia di bibita Tukola da 1.500 millilitri (ML), prodotto da Los Portales, costa 1,50 CUC nella rete dei negozi che commerciano in questa moneta.
Moltiplicando questo valore per il tasso di cambio vigente, il prezzo è di 37,50 CUP. Senza dubbi nei negozi del Commercio Interno, questa stessa bibita vale 25.00 CUP. Lo stesso accade con le lattine e altre merci che non è possibile elencare.
Queste differenze, eterne generatrici di malumori tra la popolazione, sono il riflesso di profonde distorsioni con le quali ha operato l’economia da vari anni, derivate in buona misura dalla dualità monetaria e soprattutto cambiaria.
Per questo l’unificazione, anche se non ha, nemmeno per un attimo la portata e l’aspetto di una bacchetta magica, deve contribuire e omogeneizzare i metodi attuali di formazione dei prezzi, eliminando le torsioni che incidono nel commercio interno, nell’esterno e nel sistema delle imprese.
VIAGGIO ALLA SEMENTE … DELLE DISTORSIONI
La master Margarita de la Caridad Acosta Rodríguez, direttrice della Politica dei Prezzi del Ministero delle Finanze e Prezzi (MFP), parlando delle distorsioni di oggi, ha detto che Cuba è giunta per un cammino ben lungo che risale al decennio di ’90 del secolo scorso periodo nel quale fu obbligatorio stabilire la dualità monetaria e adottare misure di risanamento finanziario, come per esempio l’incremento dei prezzi dei prodotti non essenziali e l’eliminazione di varie gratuità.
Ma fu solo nel 2003, ha ricordato, che s’introdusse il peso convertibile (CUC) nelle relazioni tra entità e nella formazione dei prezzi all’ingrosso come modo di riconoscimento della componente importata delle produzioni e dei servizi.
Già nel 2004, ha aggiunto, i Mercati che riscuotevano in Divisa, nati negli anni ’90 con le vendite in dollari statunitensi, passarono a incassare in CUC e dopo un cambio di calendario si stabilì una congelazione dei prezzi al minuto in CUC dei prodotti d’alta domanda.
Da allora e sino ai nostri giorni non sono state poche le misure implementate per tentare di correggere le deformazioni espresse nella categoria economica dei prezzi, una delle più complesse e controverse e che ha uno speciale vincolo con le politiche salariali, fiscali e del commercio.
Spicca, secondo Acosta Rodríguez, quanto disposto nel 2016 per aumentare la capacità d’acqsuito del peso cubano, che includeva la diminuzione dei prezzi di una gamma importante di prodotti alimentari, per l’igiene e la pulizia, commerciati in CUC.
Inoltre si controllarono i prezzi di determinati prodotti agricoli e dell’allevamento, e nel giugno del 2019 si stabilì di non incrementare i prezzi all’ingrosso e al minuto per non incidere sull’aumento salariale dato al settore statale e sulle pensioni.
Riassumendo, ha aggiunto la Direttrice della Politica dei Prezzi del Ministero delle Finanze e Prezzi del MFP, l’economia ha operato in un ambiente di dualità monetaria e cambiaria composto da due circuiti:
• Quello delle relazioni tra entità, o circuito all’ingrosso, con un tasso di cambio di : 1 USD = 1 CUC = 1 CUP.
• Quello delle relazioni con la popolazione o circuito al minuto con un tasso di cambio di 1 CUC = 25 CUP.
Nello stesso tempo si sono mantenute le alte restrizioni materiali e finanziarie provocate dal blocco economico statunitense, che persiste nella sua scalata aggressiva; non è stato possibile, nonostante i tentativi, rovesciare l’alta dipendenza dalle importazioni e neanche l’Isola grande delle Antille è riuscita a sottrarsi dagli effetti delle crisi internazionali condite con la crescita dei prezzi del mercato estero.
Non si può tralasciare, in accordo con Acosta Rodríguez, il mandato espresso dai documenti rettori dei VI e VII Congressi del Partito Comunista di Cuba, (PCC), di rivedere il sistema dei prezzi e perfezionarlo in maniera integrale.
Lì si sostengono le radici della diagnosi realizzata, che ha considerato i fattori che incidono nel suo comportamento, gli aspetti vincolati al controllo e all’identificazione delle distorsioni dell’economia, che si esprimono nei prezzi.
Oggi, in termini generali, ha spiegato la specialista, «i prezzi non espongono i segnali sul comportamento del mercato per via dalla mancanza di connessione tra i prezzi all’ingrosso e al minuto, e questo risponde all’esistenza dei sussidi e al carattere esattoriale di vari prodotti».
UN PREZZO CHE NASCE DISTORTO… SI RADDRIZZA ?
Forse la distorsione più «costosa», economicamente parlando, è associata all’attuale tasso di cambio per le relazioni tra entità (1 USD = 1 CUC = 1 CUP). Secondo la funzionaria del MFP, «Questo impedisce che i prezzi misurino obiettivamente i fatti economici e toglie lo stimolo alle esportazioni e alla sostituzione di compere all’estero, partendo dalle detrazioni nel calcolo dei costi e delle spese».
In altre parole con il tipo di cambio 1 x 1 per le relazioni tra entità, in generale, il prezzo del prodotto importato è inferiore al nazionale e questo è assolutamente contraddittorio e accentua la vocazione importatrice dell’economia come zavorra per la competitività e la creatività.
Acosta Rodríguez, ha detto che «la maggioranza delle produzioni sostitute delle importazioni o con destino all’esportazione riceve forti cifre di sussidi impliciti che si coprono con i prezzi di altre merci e servizi.
Senza dubbio ci sono prezzi all’ingrosso che contengono altre conversioni che non sono il tipo di cambio di 1 x 1».
Evidentemente, sostiene l’esperta, il contesto della dualità monetaria e cambiaria ha limitato la flessibilità della formazione dei prezzi e delle tariffe, che, in maggioranza è stata isolata dai prezzi del mercato estero.
Tali procedimenti, ha aggiunto, si sono sostentati con metodi di spese e questo favorisce un occultamento delle inefficienze e il loro trasferimento all’economia, senza che si veda, sia per ragioni strutturali e tecnologiche e difficoltà nei registri contabili, con la non implementazione dei sistemi dei costi e altre irregolarità.
Un’altra distorsione notevole avviene nella vendita di prodotti uguali con prezzi all’ingrosso differenti, dovuta principalmente, all’esistenza di un mercato in CUC e un altro in CUP. Uno steso prodotto si vende in generale:
1. A entità statali, a un prezzo comprende componenti in CUP e in CUC.
2. A imprese miste, a un prezzo che considera l’ammontare totale in CUC.
3. Alle Catene di Negozi e al Turismo, a un prezzo che considera, nella maggioranza delle produzioni nazionali la componente in CUC, nel tempo in cui si finanzia l’industria per la differenza in CUP.
La direzione del MFP riconosce che, considerando queste deformazioni, i prezzi non sempre coprono le spese nelle quali s’incorre. E a questo si è sommata l’approvazione dei pagamenti degli stimoli in CUC ai lavoratori di vari settori.
Ugualmente sono stati applicati in forma sperimentale cambi differenti 1×1 per il trattamento della remunerazione dei lavoratori in aree prioritarie, come meccanismi di stimolo a questa forza lavoro, che non si considerano nei costi. Come nel caso di:
• L’investimento straniero.
• La Zona Speciale di Sviluppo Mariel.
• La costruzione in opere prioritarie.
In tutti questi casi, sottolinea, si riconosce la formazione dei prezzi a 1 x 1; senza dubbio la differenza con il convertitore approvato la finanzia il Bilancio dello Stato, e questo suppone, indiscutibilmente, una sovraccarico per quest’ultimo.
La specialista si è riferita ai distinti trattamenti nella formazione dei prezzi per il settore statale e le forme non statali, ed ha indicato la mancanza di connessione tra i prezzi all’ingrosso e quelli che giungono alla popolazione.
E nemmeno i produttori, ha detto, ricevono oggi la maggior parte del valore finale.
Non si potranno ovviare nello stesso modo gli alti livelli di sussidi che si assegnano ai prezzi al minuto dei prodotti che fanno parte, specialmente, del paniere familiare a prezzi bloccati, cioè riso, fagioli, zucchero, pollo, altri prodotti di carne a prezzi scontati e regolati, oltre ai servizi di base, l’elettricità, gas, acqua e telefono fisso.
Senza dubbio è molto limitata l’implementazione dei sussidi alle persone, non avendo tuttavia applicato tutto quel che è definito in tutti i documenti programmatici che sostentano l’attualizzazione del modello economico.
Per Acosta Rodríguez, nella determinazione dei prezzi gravitano anche altri problemi strutturali, come l’esistenza di molti livelli di circolazione delle merci verso la loro destinazione finale.
Secondo la specialista è insufficiente la decentralizzazione dei prezzi all’ingrosso, come l’assegnazione di queste facoltà alle imprese.
Nei prezzi al minuto persiste un’alta centralità e sono poche le potestà conferite in questo senso alle istanze municipali.
Tutto questo influisce nel mancato compimento del principio costituzionale che guida autonomia dei territori.
La mancanza di personale qualificato in materia di prezzi, le insufficienti azioni di controllo e ispezione, le fessure nella preparazione e la mancanza di un funzionamento sistematico dell’informazione sui prezzi dalla sua formazione, approvazione e applicazione, costituiscono aggravanti non meno significative nell’ora d’analizzare qualsiasi deviazione.
LA LENTE D’INGRANDIMENTO DELLE IMPRESE DEI PREZZI E DEI LORO (DIS) AGGIUSTAMENTI
La Direttrice della Politica dei Prezzi del Ministero di Finanze e Prezzi del MFP, ha reiterato che i prezzi esprimono il comportamento dell’economia con tutte le sue irregolarità.
Secondo lei, la scarsa flessibilità, sia nei metodi di formazione come nelle facoltà per l’approvazione dei prezzi delle differenti strutture imprenditoriali, ha limitato l’autonomia in questo ambito.
Le conseguenze, trasformate in nodi gordiani per l’economia, si traducono in ritardi e bassi livelli d’efficienza e concorrenza dei prodotti e dei servizi nazionali.
D’altra parte, ha commentato, sino a luglio del 2019, quando si stabili la regola di non incrementare i prezzi, era marcata la tendenza delle entità di crescere in questa categoria per ottenere maggiori utili e aumentare i pagamenti per risultato e questo ha introdotto una nuova distorsione.
I PREZZI NEL COMMERCIO AL MINUTO, UN’ALTRA SPADA DI DAMOCLE
Per valutare l’impatto delle distorsioni dei prezzi al minuto nel commercio interno è imprescindibile considerare la segmentazione del mercato: uno bloccato in CUP, uno libero in CUP e CUC e, recentemente, uno in moneta liberamente convertibile (MLC).
In quanto al mercato bloccato, ricorda Yosvany Pupo Otero, direttore generale dei Servizi, del Ministero del Commercio Interno (Mincin), la sua genesi data dal 1962, quando s’implementò, con la Legge No. 1015, il sistema di rifornimento razionato di articoli di consumo corrente, con «la tessera annonaria “la libreta”» che esiste ancora nei nostri giorni.
Inoltre ha richiamato l’attenzione sui livelli nei quali si concentra la determinazione dei prezzi in Cuba, considerando che tra gli elementi essenziali di questa categoria economica figurano: coloro che li approvano e come si determinano.
Oggi ha segnalato Pupo Otero, l’approvazione dei prezzi al minuto per prodotti e servizi d’alto consumo nella popolazione, si trova centralmente nel Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri e nel Ministero di Finanze e Prezzi, con l’obiettivo di sostenere le politiche sociali e le necessità di base.
Così, la determinazione del valore di altri gruppi di prodotti e servizi è facoltà del Ministero del Commercio Interno, del Gruppo delle Imprese all’Ingrosso degli Alimenti e altri Beni di Consumo, del Gruppo Commerciante dei Prodotti Industriali e dei Servizi; così come dei consigli d’amministrazione provinciali e del municipio speciale Isola della Gioventù.
Com’è noto, il mercato controllato corrisponde, in poche parole, al paniere familiare attraverso il quale si commercia una nomenclatura di prodotti a prezzi sussidiati, ossia molto al di sotto del prezzo reale e la differenza la copre il Bilancio dello Stato.
Ugualmente, ha aggiunto Pupo Otero, si vendono prodotti con prezzi sussidiati per le diete croniche dell’infanzia, che includono 11.817 bambini e per le diete comuni, che comprendono 1.360.332 persone.
Nell’attività dei prodotti non alimentari si coprono programmi a prezzi al minuto sussidiati:
• Corredino per neonati: tessuto, materassino e culla.
• Incontinenti e allettati: modulo composto da tela antisettica, asciugamano, tela cerata sanitaria e saponi. In questo programma il pagamento lo assume lo Stato.
• Uniformi per la scuola elementare, media, licei, politecnica. Como media annuale, si vendono 3,8 milioni di uniformi a prezzi sussidiati, che oscillano tra 2,00 e 9,80 CUP.
• Calzature profilattiche: si commerciano con una ricetta medica, secondo la politica di distribuzione. In accordo con il Direttore Generale dei Servizi del Mincin, in questi programmi ci sono principi di base obbligatori:
• I consumatori sono vincolati a imprese specifiche.
• I prodotti acquistati si annotano nella tessera annonaria (nel caso del paniere familiare sussidiato) e per il resto dei programmi secondo procedimenti stabiliti.
• Il commercio si realizza partendo dal pro capite fissato, secondo la politica di distribuzione approvata ogni anno.
• La distribuzione si realizza per cicli (mensile, semestrale, annuale).
Yosvany Pupo, parlando della formazione dei prezzi nel mercato libero in CUC, ha spiegato che si riconoscono una componente in CUC come norma per le materie prime e i materiali importati e una componente in CUP.
Per allontanarsi dai tecnicismi, ha posto come riferimento il programma dei materiali per la costruzione, nel quale coesistono vari metodi di formazione dei prezzi.
Da un lato, si commerciano prodotti a prezzi senza sussidio dove si riconosce la componente in CUP con un moltiplicatore di 25 e la componente in CUP del prezzo all’ingrosso.
Nel caso dei prodotti che sostengono il programma di risparmio dell’acqua e il termine della costruzione delle case, l’algoritmo della formazione dei prezzi è differente e si applicano conversioni inferiori, e questo pesa ai margini degli utili dell’impresa.
Per terminare, questo steso programma garantisce annualmente le richieste per le cellule di base residenziali o, ed è lo stesso, i sussidi per le azioni di costruzione, riflesso della rotta che, più presto che tardi, dovrà seguire l’economia: sussidiare le persone e non i prodotti.
Pupo Otero ha esposto anche un altro paio di esempi per stampare in bianco e nero le molteplici distorsioni esistenti.
Si tratta dei prezzi di linea economica e con sussidi che si applicano nei programmi del Sistema d’Attenzione alla Famiglia (SAF) e la merenda scolastica, tuti e due compresi nelle attività della gastronomia.
Nel primo esempio si offrono pasti con proprietà nutrizionali stabilite al prezzo di 1,00 CUP. Questo apporta benefici a circa 76.000 persone (censite), delle quali più di 11.000 sono seguite dall’Assistenza Sociale. Ma, ancora una volta il costo reale dei prodotti è superiore, e questo danneggia la gestione delle imprese.
Rispetto al programma della merenda scolastica, le distorsioni si accentuano ulteriormente, perchè si distribuisce in forma gratuita l’offerta che supplisce il pranzo di alunni e insegnanti in una rete di 774 scuole, con 138.851 commensali, ossia, 107.867 studenti e 30.984 lavoratori.
A L’Avana, senza dubbio, è stata favorevole l’esperienza d’includere agli insegnanti, nel loro salario, l’importo della merenda, in modo che ognuno, con le sue entrate, possa finanziare il consumo. Principio che più che un’eccezione dovrà essere la regola in un futuro scenario d’unificazione monetaria e cambiaria.
Come Margarita de la Caridad Acosta Rodríguez, direttrice della Politica dei Prezzi del MFP, aveva già avvisato: «Le trasformazioni previste in materia di prezzi vanno accompagnate da altri cambi nei settori strategici, nelle politiche commerciali, salariali e fiscali che nel loro insieme e in maniera graduale permettano importanti passi avanti nella vita economica e sociale della nostra nazione».