Ángel Guerra Cabrera https://lapupilainsomne.wordpress.com
I senatori cubano-statunitensi Marco Rubio e Robert Menéndez dispiegano nuove sinistre avventure contro il loro paese d’origine. Scrocconi perenni dell’industria anti-castrista, propongono leggi contro la cooperazione medica cubana e promuovono, con fondi federali, una campagna per fornire un’immagine falsa e grottesca di essa come volgare traffico di esseri umani e produttrice di fondi per “ingrossare le casse dello Stato”.
Un importante obiettivo che perseguono è quello di intensificare la campagna in seno all’ONU ed in Europa per impedire l’assegnazione del Premio Nobel alle brigate mediche cubane Henry Reeve, proposta da centinaia di personalità ed organizzazioni sociali ed umanitarie che ha già il sostegno di decine di migliaia di firme nel mondo, compresi gli USA. Il contesto politico che rende possibili e stimola queste azioni è l’inasprimento del blocco di Cuba da parte del governo Donald Trump a livelli di soffocamento senza precedenti.
Tale politica è stata portata agli estremi più crudeli durante la pandemia di Covid-19 ed include un grado insolito di persecuzione della cooperazione medica cubana nel mondo, sfacciate pressioni a molti governi affinché prescindano da essa e l’espulsione da Brasile. Bolivia ed Ecuador di migliaia di operatori sanitari dell’isola. Ciò ha comportato un duro colpo all’economia cubana, poiché l’esportazione di servizi medici costituisce la sua prima fonte di ingressi. Ma, soprattutto, ha prodotto un sensibile e brusco deterioramento della situazione sanitaria dei tre paesi ed ha causato che i loro fragili sistemi sanitari si debilitassero al sommo grado alla vigilia dell’arrivo del nuovo coronavirus in America Latina e Caraibi. Il drastico peggioramento del quadro sanitario ed epidemiologico sudamericano in conseguenza della brutale politica di Trump contro l’assistenza sanitaria cubana, la sua vessazione all’Organizzazione Panamericana della Sanità, la sua attitudine negazionista del virus e della scienza e persino la sua raccomandazione di rimedi dubbi per La malattia è stata così rilevante che ha meritato un lungo articolo sul New York Times intitolato “Donald Trump e Jair Bolsonaro hanno indebolito le difese sanitarie dell’America Latina contro il Covid -19″. L’articolo del quotidiano di New York, che nessuno sano di mente classificherebbe come amico di Cuba, fa questa affermazione quasi all’inizio: “Trump e Bolsonaro hanno espulso 10000 medici ed infermieri cubani da varie aree povere del Brasile, Ecuador, Bolivia ed El Salvador. Molti se ne sono andati, senza essere sostituiti, pochi mesi prima della pandemia”.
Successivamente, continua: “In seguito, entrambi i dirigenti hanno attaccato l’organismo internazionale più qualificata per combattere il virus, l’Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS), citando la sua partecipazione al programma medico cubano. Con l’aiuto di Bolsonaro, Trump ha quasi mandato in bancarotta l’agenzia trattenendo i fondi promessi al culmine dello scoppio della pandemia, con una misura che non era stata precedentemente rivelata”.
“L’amministrazione Trump continua a fare pressioni su altri paesi affinché espellano i medici cubani. Durante questa estate, un’organizzazione di Stati caraibici (riferendosi al CARICOM, di cui fanno parte 15 Stati caraibici e 5 territori membri associati) ha condannato la Casa Bianca per aver minacciato di “inserire nella lista nera” coloro che rifiutano di farlo”, aggiunge. Va ricordato che i sistemi sanitari di questi Stati sono stati costruiti con un’importante partecipazione di Cuba, che, per di più, ha formato gran parte del suo personale sanitario. Come parte importante di queste azioni, l’Avana mantiene gratuitamente, dal 1998, una potente brigata medica ad Haiti, che è stata decisiva nell’innalzare gli indici di salute del paese, protagonista della prima trionfante rivoluzione antischiavista della storia, nell’assistere alle vittime di uragani e del terremoto del 2010 e nella lotta all’epidemia di colera dello stesso anno. Il personale medico e infermieristico cubano è stato rafforzato in quegli stati durante la pandemia come parte delle 52 brigate che, dalla maggiore delle Antille, hanno affrontato il coronavirus negli ultimi mesi, con circa 3000 membri, in decine di paesi di Africa, Asia, Europa, Medio Oriente ed Oceania.
I trumpisti sono furiosi per il riconoscimento internazionale che la medicina e la biotecnologia cubana hanno ottenuto, accresciuto dall’esperienza del covid-19, e sono rabbiosi per il successo ottenuto dall’isola nell’affrontare la pandemia, con una dei più bassi tassi di infezione e mortalità tra molti paesi. Per non parlare del confronto con USA, Brasile, Perù, Cile, Bolivia, Colombia ed i paesi europei.
Trump, nonostante la sceneggiata, lascerà la Casa Bianca, ma rimane a capo di quell’orrore fascistoide che è il trumpismo. E resta la mafia cubano-statunitense, che benché condivida ideologicamente con quello, ora corre ad arrendersi a Biden per salvare i milionari fondi che gli proporziona il bilancio federale per lottare per la ‘democrazia’ a Cuba.
Trump contra los médicos cubanos
Por Ángel Guerra Cabrera
Los senadores cubanoestadounidenses Marco Rubio y Robert Menéndez despliegan nuevas siniestras aventuras contra su país de origen. Vividores perennes de la industria anticastrista, proponen leyes contra la cooperación médica cubana e impulsan, con fondos federales, una campaña para brindar una imagen falsa y grotesca de ella como vulgar trata de personas y productora de fondos para “engrosar las arcas del Estado”. Un objetivo importante que persiguen es intensificar la campaña en el seno de la ONU y en Europa para impedir la concesión del Premio Nobel a las brigadas médicas cubanas Henry Reeve, propuesta de cientos de personalidades e orgnizaciones sociales y humanitarias que cuenta ya con el apoyo de decenas de miles de firmas en el mundo, incluyendo Estados Unidos. El contexto político que hace posible y estimula estas acciones es el recrudecimiento del bloqueo a Cuba por el gobierno de Donald Trump a niveles de asfixia sin precedente.
Esa política se ha llevado a los extremos mas crueles durante la pandemia de la Covid-19 e incluye un grado insólito de persecución a la cooperación médica cubana en el mundo, descaradas presiones a muchos gobiernos para que prescindan de ella y la expulsión de Brasil, Bolivia y Ecuador de miles de trabajadores de la salud de la isla. Ello implicó un golpe considerable a la economía de Cuba, ya que que la exportación de servicios médicos constituye su primera fuente de ingresos. Pero, sobre todo, produjo un sensible y abrupto deterioro de la situación sanitaria de los tres países e hizo que sus frágiles sistemas de salud pública se debilitaran en grado sumo vísperas de la llegada a América Latina y el Caribe del nuevo coronavirus. El drástico agravamiento del cuadro sanitario y epidemiológico suramericano a consecuencia de la brutal política de Trump contra la asistencia médica cubana, su hostigamiento a la Organización Panamericana de la Salud, su actitud negacionista del virus y de la ciencia e incluso su recomendación de dudosos remedios para la enfermedad ha tenido tal relevancia que mereció un extenso artículo de The New York Times titulado “Donald Trump y Jair Bolsonaro debilitaron las defensas sanitarias de América Latina contra la Covid -19”. La nota del diario neoyorquino, que nadie en su sano juicio calificaría de amistoso con Cuba, realiza esta afirmación casi al inicio: “Trump y Bolsonaro expulsaron 10 000 médicos y enfermeros cubanos de diversas zonas empobrecidas de Brasil, Ecuador, Bolivia y El Salvador. Muchos se marcharon, sin ser reemplazados, solo meses antes de que llegara la pandemia”.
Más adelante continúa: “Luego, ambos líderes atacaron al organismo internacional más capacitado para combatir el virus, la Organización Panamericana de la Salud (OPS), citando su participación en el programa médico cubano. Con la ayuda de Bolsonaro, Trump casi lleva a la bancarrota a la agencia al retener los fondos prometidos en el momento más álgido del brote, en una medida que no había sido revelada anteriormente”.
“El gobierno de Trump sigue presionando a otros países para que expulsen a los médicos cubanos. Durante este verano, una organización de Estados caribeños(se refiere a la CARICOM, de la que son miembros 15 Estados del Caribe y 5 territorios miembros asociados) condenó a la Casa Blanca por amenazar con poner en una “lista negra” a quienes se niegan a hacer eso”, añade. Conviene recordar que los sistemas de salud de esos Estados se han construido con una importante participación de Cuba, que, además, ha formado gran parte de su personal sanitario. Como parte importante de esas acciones, La Habana mantiene gratuitamente una potente brigada médica en Haití desde 1998, que ha sido decisiva en elevar los índices de salud del país protagonista de la primera revolución antiesclavista triunfante de la historia, en el auxilio a las víctimas de huracanes y del terremoto de 2010 y en el combate a la epidemia de cólera del mismo año. El personal médico y de enfermería cubano fue reforzado en esos Estados durante la pandemia como parte de las 52 brigadas que, procedentes de la mayor de las Antillas, han enfrentado al coronavirus en los últimos meses, con aproximadamente 3 mil miembros, en decenas de países de África, Asia, Europa, Medio Oriente y Oceanía.
Los trumpistas están furiosos con el reconocimiento internacional que han ganado la medicina y la biotecnología cubanas, aumentado con la experiencia de la covid-19, y rabian por el éxito obtenido por la isla en el enfrentamiento a la pandemia, con una de las más bajas tasas de infección y letalidad entre muchos países. No se diga en comparación con Estados Unidos, Brasil, Perú, Chile, Bolivia, Colombia y los países europeos.
Trump, pese al pataleo, saldrá de la Casa Blanca, pero se queda al frente de ese horror fascistoide que es el trumpismo. Y queda la mafia cubanoestadunidense, que aunque comulga ideológicamente con aquel, ahora corre a rendir pleitesía a Biden para salvar los millonarios fondos que les proporciona el presupuesto federal para luchar por la “democracia” en Cuba.